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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
«Non c' è stato alcun cambiamento nella politica delle sanzioni all' Iran». È questo il messaggio che fonti autorevoli della Casa Bianca affidano a «La Stampa», alla vigilia dell' arrivo in Italia del presidente Rohani, per il suo primo viaggio all' estero dopo l' accordo sul programma nucleare.
L' AMMINISTRAZIONE
Usa sottolinea che «non esiste una cancellazione incrementale delle misure economiche, prima dell' Implementation Day, in risposta al fatto che la Repubblica islamica compie alcuni dei suoi passi» previsti dall' intesa del luglio corso.
Quindi le fonti della Casa Bianca aggiungono: «Non è prevista una eliminazione delle sanzioni, fino a quando l'Agenzia Internazionale per l' Energia Atomica non verificherà che Teheran ha completato tutti i suoi passi, con l' eccezione del limitato alleggerimento delle misure che l'Iran ha ricevuto dal gennaio del 2014, sulla base del Joint Plan of Action», ossia l' intesa preliminare che era stata raggiunta il 24 novembre del 2013, aprendo poi la strada per il negoziato finale.
Grazie a questo patto, la Repubblica islamica aveva ricevuto l' eliminazione di sanzioni per 7 miliardi di dollari, in cambio del parziale congelamento del suo programma durante la trattativa. Ma il resto delle misure era e rimane tutto in vigore, fino a quando Teheran non avrà messo in pratica ogni aspetto dell' accordo nucleare.
La precisazione, che viene da un «senior administration official», intende chiarire il contesto della visita di Rohani. In altre parole, con l' Iran la comunità internazionale non è tornata ancora al «business as usual», e quindi non siamo nella fase in cui si possono concludere accordi commerciali o stringere nuove alleanze. Bisogna restare uniti, per spingere la Repubblica islamica a rispettare davvero i patti che ha firmato. Poi, se e quando questo risultato verrà certificato dall' Aiea, si procederà con la cancellazione delle sanzioni rimaste e la normalizzazione dei rapporti economici e politici, per chi vorrà perseguirli.
il presidente iraniano rohani si gode l iran ai mondiali
MANCANZA DI FIDUCIA
L' amministrazione su questo punto è stata sempre chiara, e ha ripetuto il concetto anche nei briefing preparatori per la recente visita del premier israeliano Netanyahu alla Casa Bianca. L' accordo nucleare non è stato fatto perché gli Stati Uniti si fidano dell' Iran, e pensano che tutti i problemi siano superati, ma per l' esatto contrario. Proprio perché temono che Teheran proceda col riarmo atomico, minacciando la stabilità del Medio Oriente e oltre, hanno siglato l' intesa che serve a frenare questa corsa. La sincerità della Repubblica islamica, però, è ancora tutta da dimostrare, attraverso l' implementazione.
il presidente iraniano rohani si gode l iran ai mondiali
Gli Usa sarebbero felici se l'Iran cambiasse atteggiamento, ad esempio favorendo una soluzione politica alla guerra in Siria, e in generale un accordo per mettere fine alla resa dei conti nella regione fra sciiti e sunniti. Apprezzerebbero molto se Teheran, magari spinta dalle giovani generazioni, scegliesse di assumere un atteggiamento più responsabile sulla scena mondiale, cominciando dalla rinuncia a minacciare Israele.
Tutto questo, però, ancora non esiste. Si potrebbe costruire sull' accordo nucleare, ma Washington non ci conta. E il punto di partenza, comunque, resta la compattezza fra gli alleati, nel chiarire all' Iran che il primo passo da compiere per tornare a pieno titolo nella comunità internazionale è rispettare e applicare l' accordo nucleare.
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