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Scena da film di Biden che risponde “è una barzelletta?” ad un giornalista che gli chiede se il merito dell’accordo di cessate il fuoco è suo o di Donald Trump, prima di andarsene via. pic.twitter.com/H5tUUOG8F9
— Daniele Angrisani (@putino) January 15, 2025
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"
DONALD TRUMP E JOE BIDEN NELLO STUDIO OVALE DELLA CASA BIANCA
Donald Trump, che non si è ancora insediato alla Casa Bianca, è stato il primo tra i due leader a confermare il cessate il fuoco e rivendicare il merito. «Un accordo epico», ha scritto sul social Truth. «Poteva avvenire solo come risultato della nostra storica vittoria a novembre». È l«’Effetto Trump», rilancia il futuro consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
Dalla Casa Bianca, il presidente uscente Joe Biden ha dato l’annuncio poco dopo, lasciando l’onore della prima dichiarazione al Qatar, che ha mediato con Hamas. Biden ha rivendicato che l’accordo segue «il quadro» che l’attuale amministrazione ha definito a maggio. Al suo fianco c’era il segretario di Stato Antony Blinken che ha viaggiato per 15 mesi per la regione.
Biden, che più tardi ha fatto il suo discorso d’addio alla nazione dalla Casa Bianca, vuole che questo accordo per il Medio Oriente sia parte della sua eredità politica. L’ha definito «uno dei negoziati più difficili» nella sua lunga carriera, è stato al telefono con i leader della regione fino all’ultimo giorno. Ma è stato lui stesso a chiedere a Trump, nel loro incontro alla Studio Ovale a novembre dopo le elezioni, di lavorare insieme su questo tema.
[...] Bisognava assicurare «che parlassimo con la stessa voce, perché è quello che fanno i presidenti americani», ha detto Biden. Da quel momento la «deadline» per questo accordo era stata definita: il 20 gennaio. Le due squadre presidenziali hanno lavorato insieme: il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan si è confrontato con il suo successore Waltz; e l’inviato per il Medio Oriente di Trump Steve Witkoff era in Qatar a negoziare accanto a Brett McGurk, l’inviato di Biden. I portavoce dell’amministrazione uscente l’hanno definita — in senso positivo — una cosa «senza precedenti».
Biden comunque ha spiegato che l’accordo è arrivato adesso per via dell’indebolimento di Hamas, dell’Hezbollah e dell’Iran che hanno contribuito alla decisione di liberare gli ostaggi. A un giornalista che gli chiedeva se il merito verrà attribuito nei libri di Storia a lui o a Trump, il presidente uscente ha replicato sorridendo: «È uno scherzo?».
Quanto a Trump, i suoi consiglieri dicono che voleva avere una crisi in meno per le mani dopo l’insediamento e sapeva di poter rivendicare comunque il merito dopo la vittoria elettorale. Ha fatto il «poliziotto cattivo», avvertendo che «sarebbe scoppiato l’inferno» e che «non sarebbe stato un bene per Hamas e per nessuno» se non ci fosse stato l’accordo entro il 20 gennaio. Secondo il «Times of Israel», il «teso» colloquio tra il suo inviato Witkoff e Netanyahu lo scorso weekend ha fatto di più per smuovere il premier israeliano di 15 mesi di colloqui con l’amministrazioe Biden.
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
Trump ha scelto come inviato il suo amico immobiliarista 67enne e compagno di golf (erano insieme durante il secondo attentato alla sua vita), ebreo, repubblicano, pro-Israele, senza esperienza di politica mediorientale ma abile a negoziare affari. Non è chiaro se abbia fatto promesse a Netanyahu, che secondo l’ex premier israeliano Ehud Olmert ha «paura di Trump».
[...]
L’eredità di Biden dipenderà anche dall’implementazione delle fasi successive del cessate il fuoco, che restano molto incerte. Ma poteva andare peggio: alla fine della sua presidenza Jimmy Carter ottenne il rilascio degli ostaggi americani in Iran, ma come ultimo insulto gli aerei furono trattenuti fino all’insediamento del suo successore Ronald Reagan.
DONALD TRUMP E JOE BIDEN NELLO STUDIO OVALE DELLA CASA BIANCA.
Una differenza è che i due team presidenziali stavolta hanno lavorato insieme. Un’altra è che bisogna ancora definire chi governerà, ricostruirà e garantirà la sicurezza a Gaza se le truppe israeliane si ritirano. Nota l’ex negoziatore Aaron David Miller: «Non c’è il finale hollywoodiano».
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