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Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Renzi guarda al 30 aprile come al gran giorno dell'incoronazione. Per Emiliano e Orlando, invece, la domenica dei gazebo potrebbe certificare una sconfitta bruciante e così i due sfidanti, in sintonia di temi e di accenti, riattizzano il fuoco sotto la cenere di una campagna soporifera. Due i fronti di scontro: le larghe intese e i duelli tv, che il governatore e il Guardasigilli invocano e che il segretario in pectore si guarda bene dal concedere.
«Il confronto tv sarà uno e si terrà il 26 aprile a Sky, negli studi di X Factor a Milano - chiude Michele Anzaldi, portavoce della mozione Renzi -. Le primarie avranno tre giorni di copertura. A che servirebbe dar voce, prima di allora, al balbettio dei candidati?». Orlando, il quale teme un calo dell'affluenza, contesta che la campagna sia «sotto traccia», fissa l'asticella del successo a «due, tre milioni di elettori» e chiede «più confronti».
Ma la risposta del favorito è no. Emiliano parla di «inabissamento» e insinua che l' ex premier non voglia troppa gente a votare perché ha paura di perdere. Orlando gli fa eco: «Primarie clandestine». E Anzaldi taglia corto: «Noi le abbiamo già vinte, perché dovremmo nasconderle? La verità è che loro non sanno più che inventarsi».
A spaccare il Pd è anche la tentazione delle larghe intese. Il ministro Carlo Calenda, già nel mirino dei renziani, lancia sul Foglio un'«alleanza culturale» in grado di stoppare Grillo. Orlando è contrario. Emiliano pure e conferma che, tra Berlusconi e Grillo, sceglierebbe quest' ultimo: «Proverei a concordare un programma di emergenza». I pentastellati gongolano, con Luigi Di Maio che dipinge un Pd intento a inciuciare con Berlusconi perché i sondaggi lo danno sotto al M5S: «Hanno alzato bandiera bianca senza neanche combattere, che cuor di leone».
E mentre i grillini litigano con i dem, i dem si azzuffano tra loro. Emiliano insiste nel dire che, con Renzi candidato premier, il Pd perderebbe le elezioni. Orlando apre il fronte alleanze e accusa: «Renzi, con la sua ossessione di tornare a Palazzo Chigi, rischia di essere un ostacolo per la ricomposizione del centrosinistra».
Ed ecco Anzaldi sull' Huffington contro Calenda: «Perché il ministro dello Sviluppo non parla di Alitalia e di altri problemi che sono materia sua? Tra 15 giorni avremo l'unico segretario eletto, mentre lui non è neanche deputato». Renzi snobba le polemiche («Noi non parliamo male degli altri candidati») e tira dritto verso il 28 aprile, quando chiuderà la campagna a Bruxelles per dare corpo allo slogan «Europa sì, ma non così».
ANDREA ORLANDO CANTA ZINGARA AL KARAOKE DI RADIO ROCK
I capigruppo di Articolo Uno-Mdp salgono intanto a Palazzo Chigi per un incontro definito «tardivo» con Paolo Gentiloni, confermano l' appoggio al governo e chiedono un «cambio di passo» sulla questione sociale. E Chiti presenta la proposta Cuperlo sulla legge elettorale, firmata da 31 senatori orlandiani.
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