DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1- PRIME SCINTILLE A PARMA TRA I GRILLINI
Tommaso Labate per "l'Unità "
L'ultima carezza gliela dà un secondo prima di indossare idealmente la fascia tricolore. Per la precisione alle 16.34 di lunedì pomeriggio. Quando, circondato da collaboratori e cronisti, scandisce che «Beppe Grillo è come un aratro». Perché «con le sue provocazioni spacca la terra», mentre «noi iscritti al movimento lo seguiamo per seminare». In fondo, è quello che il comico genovese ha detto di sé. Quello che s'è sempre voluto sentir dire dai suoi. «à un portavoce, un megafono, non un leader politico vecchia maniera».
Ventiquattr'ore dopo, invece, Federico Pizzarotti sembra quasi il modello che posa in differita davanti a una macchina fotografica. «Prima della cura» e «dopo la cura». Di quei modelli che vogliono mostrare al pubblico quant'è efficace, «la cura». E dev'essere stata efficace assai, la «cura» di essere eletto a sindaco, se è vero che il nuovo primo cittadino di Parma abbandona la strategia delle carezze e - a poche ore dal 60 e passa per cento dei consensi ottenuti al ballottaggio - si rivolge al barbuto capo carismatico come se ne volesse prendere le distanze. Del «portavoce» e del «megafono», adesso, la Stalingrado a cinquestelle - il copyright è di «Beppe» - non ha bisogno.
E men che meno il suo sindaco. Che infatti prima mette a verbale in un'intervista al Messaggero che «ho vinto io, non lui». Poi sottolinea che «non voglio i suoi consigli». E infine, come in un crescendo dannunziano, dichiara urbi et orbi che Beppe, nella città conquistata, tornerà giusto «come visita di cortesia». E l'aratro? E la voce del portavoce che non è politico vecchia maniera? E il megafono? No grazie, dice «Federico». Di un comizio di Grillo «non ne sentiamo la necessità perché porta via tempo a quello che per noi è il lavoro».
Ora è impossibile, dopo mezza giornata, tirar fuori conclusioni affrettate. Impossibile scrivere il nome di Pizzarotti sulla parte della lavagna dei "buoni" relegando Grillo sul versante del "cattivo". Impossibile pure stabilire se un movimento come quello del comico genovese, dopo la vittoria di Parma, ha iniziato il percorso che porta dritto dritto agli scontri fratricidi che scandiscono il tempo dei partiti, soprattutto quelli nati sotto la stella del carisma di un leader solo al comando.
Sta di fatto che, dopo l'elezione a sindaco, Pizzarotti si muove come uno a metà tra l'eroico luogotenente che si smarca dal Capo e il Christian de Sica che, in un film sceneggiato dai Vanzina, si sganciava da una donna ingombrante al grido di «Spartaco s'è liberato da' catena». A metà tra l'eroico e il pecoreccio, insomma.
Chissà come l'ha presa Grillo, la storia dello smarcamento vero o presunto di Pizzarotti. Di certo c'è che sarà difficile, per il comico genovese, relegare nell'ombra il sindaco di Parma. Addirittura impossibile, forse, negargli la visibilità televisiva imponendogli di stare zitto e buono sotto lo schiaffo di sua maestà il blog.
Una cosa è chiara: con le voci fuori dal coro, il comico genovese sembra avere scarsa dimestichezza. Ne sa qualcosa Andrea Defranceschi, consigliere regionale dell'Emilia Romagna, silurato dal capo per aver firmato una mozione di solidarietà all'Unità . E ne sanno qualcosa anche a Ferrara, dove Valentino Tavolazzi e la sua lista civica - che avevano il timbro di «Beppe» sin dal 2009 - sono stati silurati senza troppe scuse. Gogna pubblica, conversazione private che finiscono sul blog gestito dalla real casa di Casaleggio e tanti saluti.
Può darsi che non ce ne sarà bisogno. Può darsi che lo scontro non si riveli tale. O che si ricomponga. Ma il ruolo di Pizzarotti potrebbe renderlo immune dal trattamento fin qui destinato agli eterodossi da Grillo. Le prime mosse di «Beppe» dopo le parole di «Federico» sono un post sul blog dedicato alla città emiliana - titolo "Gnocchi fritti a Parma" - in cui evita persino di citare il neo-sindaco.
E un messaggio su Twitter in cui il Capo scrive: «Vi ricordate questo video? Quasi tre anni fa, arrampicato su una statua, gridavo a tutti la nascita del Movimento Cinquestelle». Nel video si vede lui, Grillo, che esordisce così: «Gian Battista Perasso, dentro il Balilla, (nel, ndr) 1746 mandava affanculo gli austriaci. Gli hanno dedicato una via di un metro quadro, piena di motorini». E chissà che triste storia non si ripeta. Prima o poi.
2- MILITANTI CONTRO PIZZAROTTI: "NON HAI VINTO TU"
Da "Repubblica.it"
"à sempre più estraniante guardare cicciobombi e labbra turgide, megafoni dei partiti nelle televisioni nazionali, nei telegiornali, nei talk show. Il loro lavoro di portavoci e anfitrioni, finora, lo hanno svolto egregiamente, hanno trasformato personaggi come Lupi, Formigoni, Alfano, Veltroni, Alemanno, Fini in giganti della politica. Li hanno tenuti in vita". Beppe Grillo sul suo blog, il giorno dopo l'attacco al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani 1, si scaglia contro i giornalisti tv, accusati di essere al servizio dei partiti. "I conduttori sono animali domestici (pappagalli?) - si legge nel post - dimenticati dal padrone dopo un trasloco".
E sempre il blog di Grillo diventa il luogo nel quale si accendono, a soli due giorni dal voto, i primi contrasti all'interno del movimento. I militanti più agguerriti, infatti, usano la Rete per criticare la presa di posizione del neosindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che in un'intervista a Repubblica ha detto: "Grillo ha aperto una strada, ma a Parma hanno eletto noi". Pertanto, se il comico genovese "vuole venire per un saluto - dice il sindaco- ci farà piacere. Comizi di ringraziamento no, porterebbero via tempo".
Pizzarotti "è solo un portavoce - fa notare Paolo B. - quindi sbaglia a dire 'ho vinto io', contraddice alla radice l'idea del M5s. Se davvero pensa di essere il sindaco nel senso classico del termine e non in quanto portavoce del m5s e dei cittadini di parma, è fuori strada e mette tutti in difficoltà ". Altri sono più diretti. "Caro Pizzarotti, a Parma hanno vinto i cittadini. Non è la tua vittoria, devi essere riconoscente a vita dell'opportunità che ti ha dato Grillo, poiché lui è il promotore di tutto questo. Viva viva Grillo", grida al mondo Alessandro D. da San Teodoro.
Il programma del M5s per la tv. Riferendosi ai talk show, il comico scrive sul blog: "I loro studi, dove hanno manipolato per decenni l'opinione pubblica, sono spogli, tristi. I partiti vi inviano figure di secondo piano, per fare presenza. I conduttori sono costretti a intervistarsi tra di loro, a scambiarsi opinioni di cui non frega niente a nessuno. Santoro intervista Lerner. La Annunziata intervista Santoro. La Gruber intervista Mieli. Hanno inventato - conclude - l'informazione a ciclo chiuso".
Grillo, poi, ricorda le proposte del Movimento 5 Stelle, che prevedono tra l'altro di vietare ai privati di possedere più del 10% di una tv nazionale e per vendere due canali Rai. "Ci vediamo in Parlamento", conclude il post a proposito della riforma della televisione che Grillo intende portare avanti. Innanzitutto "nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%".
Ma c'è di più: le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni; abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive; vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici; un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità , informativo e culturale,indipendente dai partiti; abolizione della legge Gasparri". "Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure", conclude.
Le due voci della Rete. Sul web non manca chi si schiera al fianco di Federico Pizzarotti, anche se sono pochi. Pericle, ad esempio, condivide che il sindaco dica di non prendere ordini da Grillo. "Ha fatto bene. Ma come- chiede agli altri militanti- tutti i giorni ci attaccano con la scusa che Grillo è il padrone del M5s, praticamente una copia del Pdl, e se uno spiega che nel M5s non ci sono padroni, né boss vi agitate?". La maggior parte sta con il comico genovese. Il più drastico è Alex Scantalmassi, parmigiano.
"Io non mi sento rappresentato dal neosindaco di Parma- dice- non ho votato e fatto votare uno che poi alla prima intervista parla a titolo personale, rivendicando addirittura la vittoria come sua. Pizzarotti dovrebbe rettificare le sue dichiarazioni fatte dopo il voto, deve dimostrare umiltà e ammettere di avere sbagliato". Secondo Scantalmassi, c'è un filo comune che lega i dissidenti grillini di rimini e le parole del sindaco di Parma "trovo un'analogia.
Usare Beppe e me e gli altri, per arrivare alle poltrone per poi presentarsi come 'i grillini che pensano' da soli vuol dire tradire il metodo. Occhio che ci metto un attimo a prezzarvi per quello che siete", è l'avvertimento alla giunta e ai consiglieri neoeletti. Insomma, il clima è surriscaldato. Qualcuno, come Gerardo S. da Vaglio, in Basilicata, cerca di spegnere gli ardori.
"Hei, heià embè, che ci sta prendendo a tutti quanti?", chiede il 'pacificatore'. Federico Pizzarotti, osserva, "ha espresso una sua opinione che non deve essere necessariamente interpretata negativamente. 'Ho vinto io'- spiega ripetendo le parole del sindaco- non significa volersi smarcare da Beppe Grillo e tantomeno rinnegarlo. Questo lasciamolo dire a Fiorello e a tutti i prezzolati dell'informazione e della politica sonoramente sconfitta! Non facciamo il loro gioco".
grillo e pizzarottiFEDERICO PIZZAROTTI CON LA MOGLIE CINZIA PizzarottiPizzarottiPIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCIGRILLO vittoria BEPPE GRILLO TRE SCATTI DI BEPPE GRILLO PRIMO PIANO DI BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO IN UNA DELLE SUE SMORFIE
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