DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. DIRITTO ROMANO
Massimo Gramellini per “la Stampa”
INCIDENTE A BOCCEA - ROM INVESTE UNA FILIPPINA
Immaginate cosa starà pensando il capo della Mobile di Roma a proposito dei fratelli rom che hanno falciato nove passanti uccidendone una. Cinque giorni per trovarli e appena due per liberarli, ecco cosa starà pensando. Già scarcerato Samuel, il maggiorenne, perché le testimonianze autorevolissime degli altri familiari concordano nell’addossare tutte le responsabilità sul minorenne, destinato a pene più lievi.
Davvero strano l’equipaggio di quell’auto, a cui il giudice attribuisce tanta credibilità. Un diciassettenne senza patente al volante di una vettura senza assicurazione che al posto di blocco si fa prendere dal panico e schiaccia il pedale dell’acceleratore credendo si tratti del freno: e non per un attimo, ma per un chilometro intero.
La moglie, minorenne come lui, che si prodiga per addestrarlo a un uso corretto della pedaliera. Un padre malato di cuore, forse, che vive in una roulotte infestata dai topi eppure possiede un ingorgo di macchine. Infine Samuel, questo bravo ragazzo che si guarda bene dal soccorrere gli investiti e rimane alla macchia cinque giorni, ma solo per non lasciare il fratellino in balia dei propri fantasmi. E’ una favola ingegnosa, alla quale sembrano credere soltanto quelli che lo hanno rimesso in libertà.
Chi ha applicato la legge col paraocchi è consapevole che a Roma c’è un quartiere blindato, dove i fascisti di Casa Pound soffiano sull’animo risentito degli abitanti? I fomentatori di odio ringrazieranno per il pacco dono di una liberazione immediata che si fa beffe del senso comune e delle forme elementari di prudenza. Se esiste un sistema legale per fomentare il razzismo, questa decisione lo ha brevettato.
2. BOCCEA,TORNA LIBERO IL ROM DI 19 ANNI
Federica Angeli e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Roma”
Torna libero Samuele H., il nomade di 19 anni che dieci giorni fa era sull’auto killer guidata dal fratello minorenne che ha provocato la morte della colf filippina Perez Corazon Abordo e il ferimento di altre otto persone a Boccea. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo ma ha deciso di scarcerare il giovane non ritenendo valida l’accusa di concorso in omicidio volontario. E, non essendoci il pericolo di reiterazione del reato (non guidava lui l’auto), non sussiste il pericolo di fuga o di inquinamento delle prove.
Soddisfatto il legale del nomade.
«È andata bene, il gip ha ritenuto di convalidare il fermo ma a carico del ragazzo, che era passeggero, ha ritenuto che non siano sussistenti gli elementi di colpevolezza e quindi lo ha rimesso in libertà - ha dichiarato al termine dell’interrogatorio di garanzia l’avvocato Carola Gugliotta, uscendo dal carcere di Regina Coeli - Parlando col giudice il ragazzo ha ribadito quanto detto dalle altre persone interrogate e questa versione è stata ritenuta credibile perché hanno dichiarato tutti quanti la stessa cosa». Quanto alle condizioni del ragazzo e al suo stato d’animo il legale conclude «lo abbiamo visto piangere tutto il tempo».
Nel corso dell’interrogatorio Samuel ha così risposto sul perchè sono scappati: «Non lo so avevo troppa paura ho visto mio fratello che scappava e sono scappato con lui. Non mi capacito di quello che ha fatto mio fratello. Ogni tanto (durante la fuga, ndr) pensavo che volesse frenare ma poi accelerava. Sono stato malmenato dalla polizia». Sul perchè si siano nascosti per 4 giorni ha detto: «All’inizio non sapevamo quello che era successo. Ci siamo nascosti nei boschi e abbiamo camminato fino a Fregene poi siamo ritornati verso il campo. Io stavo per entrare al supermercato ho visto le telecamere avevamo capito che la polizia ci stava cercando. Non sapevo se le mie immagini fossero passate per la tv e quindi alla fine non sono entrato».
Resta invece nel carcere di Casal del Marmo la diciassettenne moglie del guidatore e mamma di un neonato di 10 mesi. Il Tribunale dei Minori non si è espresso come il magistrato di piazzale Clodio e la minorenne, così come il marito che guidava l’auto, non viene scarcerata per il momento. Al suo legale confessa: «Io quando esco da qui ho paura. Perché hanno fatto vedere in tv stralci del cortometraggio in cui ho recitato. Sono scossa. Tutta questa gente che mi vuole vedere morta. Leggo di bombe al campo. Ho paura».
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