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PUGLIA, CHE PASTICCIOTTO! “I NOSTRI CANDIDATI LI SCEGLIAMO NOI. NON CI SONO RAGIONI PERCHÉ VENDOLA SI RITIRI” - AVS PUNTA I PIEDI SU “NICHI” CHE DECARO, CANDIDATO IN PECTORE ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE PUGLIA DEL CENTROSINISTRA, NON VUOLE. L’EUROPARLAMENTARE DEM INSISTE: “NON SONO INDISPENSABILE, NÉ INSOSTITUIBILE. MA CON GLI EX PRESIDENTI DELLA REGIONE IN CONSIGLIO REGIONALE IO NON MI SENTIREI LIBERO” – COME DAGO DIXIT, IL DOPPIO VETO NON È LEGATO A RAGIONI PERSONALI MA A UNA QUESTIONE DI LINEA POLITICA - (A SCHLEIN NON RESTA CHE ABBASSARE IL NASONE: SE PERDE UNA REGIONE, SALTA DAL NAZARENO...)
Giovanna Vitale per repubblica.it - Estratti
Il messaggio, dalla festa nazionale di Alleanza verdi sinistra, arriva forte e chiaro: il valore da preservare è l’unità del centrosinistra. E ora che, per la prima volta, è stata centrata in tutte le regioni chiamate al voto, non sarà certo Antonio Decaro — l’ex sindaco di Bari che ha già ottenuto il ritiro di Michele Emiliano e ora insiste perché anche Nichi Vendola faccia lo stesso — a rovinare un progetto che travalica la Puglia, guarda oltre, alle prossime politiche, per sfrattare la destra da Palazzo Chigi.
Al quale persino Giuseppe Conte, il più riottoso a stringere alleanze stabili, sembra ormai essersi votato quando dice, come mai prima, che sì «Pd, 5S e Avs sono forze che hanno una storia e sensibilità diverse, ma stiamo percorrendo una direzione chiara, responsabile. Noi siamo pronti a fare sacrifici per mandare Giorgia Meloni a casa e costruire una seria alternativa di governo».
È passato un anno da quando i quattro leader progressisti che ieri sera si sono ritrovati al Monk, locale alternativo nel quartiere popolare di Pietralata, erano saliti sullo stesso palco per siglare il “patto della birra”. Allora non portò benissimo. Stavolta ci riprovano e, non fosse per il vento gelido che spira da Bari, è tutta un’altra musica. Foto di gruppo e drink finale, sfidando la scaramanzia. Con il pensiero all’unico granello che ancora inceppa la gioiosa macchina da guerra.
Prima dell’inizio è Nicola Fratoianni ad avvertire: «I candidati di Avs li sceglie Avs. Non ci sono ragioni perché Vendola si ritiri». Linea confermata da Angelo Bonelli, «possiamo vincere 6 a 1», azzarda. Sposata non senza qualche imbarazzo dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite d’onore insieme a Conte:
«Sono certa che troveremo una soluzione», sorride passeggiando fra gli stand. «Ribadisco che Decaro è la candidatura più forte e competitiva che possiamo mettere a disposizione della coalizione. Vendola», scandisce, «è un candidato di Avs, quindi io penso che della lista di Avs si debba occupare Avs».
La prova che neppure lei può più fare nulla, né vuole in realtà: spetta ora all’eurodeputato dem rompere gli indugi. Possibilmente evitando il muro contro muro che danneggerebbe la coalizione, il sogno di unità, persino le prospettive future.
schlein decaro boccia emiliano
Una pia illusione. «Non sono indispensabile, né insostituibile», notifica Decaro in un comunicato mentre i quattro leader rispondono sul palco alle domande di Massimo Giannini. «Non è una questione di veti, specie con riguardo a persone alle quali mi lega un rapporto di stima e di affetto profondo e indiscutibile», spiega: «Sono mesi, però, che dico che con gli ex presidenti della Regione seduti in consiglio regionale io non mi sentirei libero di lavorare in modo sereno al futuro della Puglia».
Ma Schlein insiste: «In queste settimane siamo riusciti a costruire un’alleanza progressista che è la stessa in tutte le regioni. Cara Giorgia Meloni, ti devi abituare, non ti faremo più il favore di dividerci. Quelli divisi sono loro che non riescono neanche a trovare i candidati. Noi abbiamo la coalizione più ampia che si sia vista negli ultimi decenni».
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