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(ANSA) - Dopo diverse settimane di duro braccio di ferro al Congresso, giudicato da più parti "senza precedenti", il Senato ha approvato la nomina di Chuck Hagel alla guida del Dipartimento della Difesa decisa dal presidente Barack Obama; ma la vera sfida per l'ex senatore repubblicano anticonformista arriva solo ora, con i pesanti tagli alla spesa a cui il Pentagono dovrà far fronte.
Dopo una serie di battute d'arresto causate dall' ostruzionismo degli stessi repubblicani, i senatori hanno approvato questa sera la nomina di Hagel con 58 voti a favore e 41 contro. Per ottenere il via libera aveva bisogno di 51 voti, la maggioranza semplice. I repubblicani hanno motivato i ritardi nella votazione con la necessità di avere più 'garanzie' su Hagel, 66 anni, veterano della guerra del Vietnam ed ex senatore del Nebraska. Ma anche sull'attacco dell'11 settembre 2012 al consolato Usa a Bengasi.
Contro Hagel c'era però soprattutto il risentimento di molti esponenti della destra per la sua opposizione alla guerra in Iraq, per cui arrivò a lasciare il Gop, e anche per le sue critiche all'influenza della lobby ebraica a Washington, nonché il suo atteggiamento nei confronti dell'Iran, giudicato dai falchi troppo "morbido". Nell'audizione alla Commissione Forze Armate del Senato, Hagel ha tentato di fugare i dubbi affermando con forza che è necessario "fermare il programma nucleare iraniano".
E ha anche assicurato di essere un sostenitore del diritto d'Israele all'autodifesa: "Sono impegnato a garantire il ruolo di spicco di Israele, nostro amico e alleato in tutta l'area", ha detto. Ciò tuttavia non è bastato a far cambiare idea ai 15 senatori repubblicani che ancora pochi giorni fa avevano inviato una lettera a Barack Obama per chiedergli di ritirare la candidatura dell'ex senatore. L'entrata in carica di un segretario alla Difesa "senza una ampia base di sostegno bipartisan e di fiducia fondamentale per una così critica posizione", avevano tuonato, sarebbe "senza precedenti".
Proprio alla "tradizione" bipartisan, di cui a Washington "c'é più bisogno" che mai si era appellato al contrario Obama per difendere la nomina di Hagel, presentato come un uomo di ampie e coraggiose vedute che rappresenta "esattamente lo spirito che voglio nel mio team per la difesa nazionale". Secondo l'ex vicepresidente Dick Cheney, uomo chiave della guerra in Iraq, il neo-designato sarebbe viceversa una persona di "secondo ordine", scelta da Obama solo per far sì che sia un repubblicano a incassare le critiche per ciò che il presidente ha in mente di fare al Dipartimento della difesa.
Un riferimento alla scure che rischia di abbattersi sul Pentagono, come su tutta la spesa pubblica, dal primo marzo, in mancanza di un accordo al Congresso. Il segretario alla Difesa uscente Leon Panetta ha del resto già fatto sapere che, con una potenziale riduzione di 46 miliardi di dollari delle spese, gran parte degli 800 mila dipendenti civili del Dipartimento della Difesa potrebbe essere messa in congedo non retribuito un giorno alla settimana. Mentre alti ufficiali di esercito, marina e aeronautica hanno ammonito che a risentirne sarebbe la stessa efficienza delle forze armate degli Stati Uniti.
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