giuseppe conte mario draghi luigi di maio

FERMI TUTTI! DA QUALCHE MESE, CONTE CHIEDEVA A DRAGHI DI POTER PRENDERE IL POSTO DI LUIGI DI MAIO COME MINISTRO DEGLI ESTERI - SAREBBE STATO PROPRIO QUESTO IL MOTIVO CHE AVREBBE SPINTO DI MAIO AD ACCELERARE IL PROGETTO DI SCISSIONE,  GIOCANDO D'ANTICIPO PER SGONFIARE LE AMBIZIONI DEL LEADER DELL'M5S - L'INCONTRO DEL 14 LUGLIO TRA MATTARELLA E L'EX AD DI INVITALIA DOMENICO ARCURI, PREOCCUPATO PER L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA SULL'ACQUISTO DI MASCHERINE CINESI, PER DECINE DI MILIONI, NELLA PRIMA FASE DELLA PANDEMIA...

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(Agenzia Nova)

CONTE DRAGHI

Da qualche mese, secondo nostre fonti riservate, Giuseppe Conte chiedeva al presidente del Consiglio di poter prendere il posto di Luigi Di Maio come ministro degli Esteri. Una richiesta divenuta pressante più o meno alla metà di giugno.

 

Sarebbe stato proprio questo il motivo che avrebbe spinto Di Maio ad accelerare il progetto di scissione, che comunque coltivava da tempo, giocando d'anticipo per sgonfiare le ambizioni del leader dell'M5s.

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI

 

Di fatto, però, la scissione fa da detonatore della crisi, esasperando Conte e ponendo lo stesso movimento in una situazione difficilissima, in vista delle prossime elezioni politiche e della costituzione dell'alleanza elettorale con il Partito democratico.

 

Ai più avveduti tra i parlamentari grillini, tuttavia, non sfugge l'incontro che, sempre giovedì 14 luglio, si svolge al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Domenico Arcuri. L'ormai ex Ad di Invitalia è preoccupato per l'inchiesta portata avanti dalla Procura di Roma sull'acquisto di mascherine cinesi, per decine di milioni, nella prima fase della pandemia.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Secondo nostre fonti riservate, Arcuri avrebbe fatto pressioni tanto sul capo dello Stato, quanto sul leader dell'M5s, per evitare un accanimento nei suoi confronti. Era stato, infatti, proprio Conte a nominare Arcuri commissario straordinario per il Covid e, secondo alcune fonti, una parte dei fondi dovuti all'intermediazione sarebbe finita su conti bancari di Hong Kong.