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QUANTO HA DATO DAVVERO L’ITALIA ALL’UCRAINA? - LA CLASSIFICA DEI DONATORI A KIEV È GUIDATA DAGLI USA, CON ORDIGNI PER UN VALORE DI 64,6 MILIARDI DI DOLLARI. SEGUONO LA GERMANIA, CON 17,7 MILIARDI E IL REGNO UNITO, CON 13,8 MILIARDI. PAESI MEDIO PICCOLI COME DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA HANNO MOBILITATO TRA I 9 E I 7 MILIARDI DI DOLLARI. PIÙ DELLA FRANCIA, 6 MILIARDI. LA POLONIA, CON 3,6 MILIARDI. L’ITALIA SI FERMA A 1,7 MILIARDI IN TRE ANNI E MEZZO…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
volodymyr zelensky giorgia meloni
[…] Il flusso è cominciato subito dopo l’attacco russo, il 24 febbraio del 2022. Il «Kiel Institute», centro studi tedesco, monitora le mosse di 42 Paesi. L’ultima statistica parte dall’inizio del conflitto e arriva fino al 31 agosto del 2025. Le cifre mostrano uno scenario in evoluzione.
Gli Usa restano in testa alla classifica dei donatori, con ordigni per un valore di 64,6 miliardi di dollari, accumulati prima della svolta trumpiana.
Ma salgono la Germania, con 17,7 miliardi e il Regno Unito, con 13,8 miliardi. Tuttavia, il dato politico più interessante è un altro: negli ultimi mesi si è formato un blocco nordico che sta assumendo un ruolo guida nel sostegno militare. Paesi medio piccoli come Danimarca, Olanda, Svezia hanno mobilitato tra i 9 e i 7 miliardi di dollari. Più della Francia, 6 miliardi.
Poi c’è il fianco Est. La Polonia, con 3,6 miliardi, contribuisce con una cifra più che doppia rispetto all’1,7 dell’Italia e più che quadrupla rispetto allo 0,79 della Spagna. Il dialogo tra i militari di Kiev e alcune capitali europee sta diventando sempre più intenso. Vediamo alcuni esempi.
DONALD TRUMP - VOLODYMYR ZELENSKY - CASA BIANCA, 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE
Varsavia è il riferimento numero uno per i carri armati: ne ha inviati in Ucraina 354, anche se in gran parte versioni più o meno aggiornate dei vecchi T-72 di fabbricazione sovietica.
Poi ecco il blocco del Nord: Olanda, 104; Danimarca 94. Più dei 76 tank spediti dagli americani, tra i quali figurano solo 31 Abrams moderni. In prima fila c’è, naturalmente, la Germania. Per mesi il governo guidato da Olaf Scholz ha esitato. Oggi risultano spediti 60 Leopard, in due modelli.
Ma pare che questi carri così attesi abbiano dato risultati deludenti. Nella prima fase della guerra si è rivelata cruciale l’artiglieria, incardinata sulle batterie Howitzers. Qui, l’apporto combinato degli europei ha superato quello degli Stati Uniti.
Gli Usa hanno messo in campo 210 pezzi; la Germania 110; il Regno Unito, 94; l’Italia 76; la Francia 69 e la Danimarca 42. Nella contraerea, però, il contributo americano rimane ineguagliato. Negli ultimi tre anni, Washington ha dato agli ucraini 41 piattaforme multi lancio Himars, i più efficaci. La Germania ne ha consegnate solo tre.
[…] Prima dello stop deciso da Trump, gli Usa avevano inviato tre missili Patriot, oltre a 13 batterie di missili terra-aria Nasams. Zelensky è alla perenne ricerca di Patriot. Finora la Germania gliene ha concessi tre. Italia e Francia hanno partecipato con tre Samp-T, un sistema simile, ora però a corto di munizioni. […]
La Danimarca è stato il primo Paese a investire nell’industria militare ucraina, specie nel settore decisivo dei droni. È una formula che piace molto a Kiev e che viaggia in parallelo con la razionalizzazione dell’assetto europeo.
Un percorso non semplice, come testimoniano le tensioni tra Francia e Germania che rischiano di affossare il progetto del caccia di nuova generazione, il Fcas (Future combat air system). L’azienda francese Dassault Aviation chiede di avere più peso ai partner tedeschi e spagnoli. La risposta è attesa nelle prossime settimane. In gioco un affare da 100 miliardi di euro.
volodymyr zelensky giorgia meloni vertice nato vilnius
zelensky tusk
MARK RUTTE - DONALD TUSK - URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI PARLANO CON VOLODYMYR ZELENSKY
IL SISTEMA DI DIFESA ANTI AEREO SAMP-T
batteria samp-t con missili aster 30
missili patriots
ZELENSKY E JOE BIDEN
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