QUANTO ALTRO SPRECHE-RAI? - PER LE STRONZATE C’È SEMPRE SPAZIO, MA QUANDO IL SEVIZIO PUBBLICO PRODUCE QUALCOSA DI QUALITÀ, LO RELEGA NELLE SUE RETI MENO SEGUITE IN ORARI IMPROPONIBILI - È IL CASO DEL BEL DOCUMENTARIO DI NEVIO CASADIO SU SCAMPIA, ANDATO IN ONDA SU RAI STORIA E VISTO DA QUATTRO GATTI - ALDO GRASSO: “È IL CASO CHE LA RAI GESTISCA COSÌ TANTI CANALI SE POI FATICA A RIEMPIRLI DI CONTENUTI E DI AUDIENCE?”…

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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Sabato scorso, Rai Storia ha mandato in onda un documentario di Nevio Casadio su Scampia, sulle tristemente famose Vele di Scampia.

Grazie al film Gomorra di Matteo Garrone, le Vele sono diventate il simbolo stesso di miseria, di traffici illeciti, di spaccio, di profondo degrado. Casadio ha pensato bene di rivolgere lo sguardo su quella triste realtà alla ricerca di segni di speranza. Partendo dall'emergenza rifiuti, che ha devastato negli ultimi decenni la vita degli abitanti di Napoli, ha incontrato uomini in cerca di riscatto. È nato così «N. U. Nettezza Urbana. Piovono fiori su Napoli e Scampia».

Gli amanti del cinema avranno subito riconosciuto il riferimento a Michelangelo Antonioni che nel 1948 realizzò un breve documentario sui netturbini di Roma. Fine della parte idilliaca.

Sì, perché il documentario è stato visto da quattro gatti ed è un vero peccato. Allora è giusto porsi una domanda. Ma è il caso che la Rai gestisca così tanti canali se poi fatica a riempirli di contenuti e di audience? Il suo compito non è quello di presidiare il territorio digitale, occupandolo, se mai quello di coltivarlo, di renderlo fruttifero. Rai Educational ha fatto bene a produrre questo documentario, ma che senso ha collocarlo il sabato sera su una rete negletta?

Per presentare «N. U. Nettezza Urbana. Piovono fiori su Napoli e Scampia» si sono mossi la presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi; una ragione in più per programmare il documentario su una rete generalista e garantirgli diffusione. Per questo appaiono gettate al vento le parole di Ciro Corona, responsabile dello sportello anticamorra: «Da oggi possiamo davvero aver fiducia nel servizio d'informazione pubblica». Forse, nel caso specifico, avrebbe dovuto aggiungere: «informazione pubblica clandestina».

Come fa la Rai, di questi tempi, a gestire 14 canali? Si mette anche lei a recitare «A livella» di Totò?

 

RaiALDO GRASSO CRITICO TV LUIGI GUBITOSIAnna Maria Tarantola