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Anna Lombardi per “la Repubblica”
«Sto seguendo con attenzione questa prima grande faida ideologica tutta interna all’universo trumpiano, sulla questione dei visti ai lavoratori qualificati stranieri. Elon Musk e ora anche Trump sono a favore: e questo sta facendo infuriare l’estrema destra sostenitrice dell’America First, Steve Bannon fra questi.
Lo dico per meglio mettere in rilievo l’anomalia di quella che viene chiamata “Tech Right”, tecnodestra. Autoritarismo rampante che però non ha ancora definito la propria identità. Un’élite che si pone come anti-élite, certa della propria superiorità al punto di essere razzista e decisa a scardinare valori tradizionali e istituzioni, convinta che il riformismo sia troppo lento.
Ha pulsioni autoritarie: diverse però da quelle della destra identitaria. Non mi sorprenderebbe, un domani, la nascita di una “Tech Left” o un qualche tipo di alleanza che oggi non ci aspettiamo».
Il filosofo Michael Walzer, 89 anni, è da ormai oltre mezzo secolo figura di riferimento della sinistra americana. Un anno fa ha pubblicato quello che definisce il suo «libro- testamento», Che cosa significa essere liberal: il cui titolo originale era però “The Struggle for a Decent Politics ”,“la lotta per una politica decente”. Perché, spiega, «una società giusta è aspirazione molto alta, impegniamoci almeno a vivere in una “società decente”».
le nomine di donald trump del settore tecnologico portano a elon musk 2
Assistiamo a una nuova alleanza tra capitalismo tecnologico e trumpismo reazionario. Lo stesso Elon Musk ha accolto la definizione di “tecnodestra”: “Riassume tutto” ha detto. Lei cosa ne pensa?
«Come lo scontro attualmente in atto fra Musk e i sostenitori dell’America First dimostra, l’avvicinarsi alla politica di un certo numero di imprenditori di Silicon Valley –ancora una minoranza peraltro, sebbene molto agguerrita – sta creando un soggetto ibrido il cui pensiero coincide solo in parte con quello della destra tradizionale, anche estrema. Siamo semmai di fronte a un nuovo filone di libertarismo di destra.
Che cela una gran fame di potere ed è principalmente interessato alla deregulation per meglio soddisfare i propri interessi. Ma ancora non ha i caratteri di una filosofia politica, perché è troppo pieno di contraddizioni al suo interno».
Cosa intende?
«Mi sembra che i vari Musk e compagni vogliano ammantarsi di ideologia, darsi una parvenza di intellettualismo, perché sono persone brillanti e non vogliono presentarsi come meri difensori dei propri interessi.
GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA
Hanno rispolverato teorie filosofiche come il managerialismo di cui parlava James Burnham negli anni 40 del secolo scorso, per giustificare la loro fame di potere in un momento in cui i progressi dell’intelligenza artificiale accelerano e la competitività cinese si fa sempre più bellicosa.
Sono persone che hanno fatto i soldi puntando anche sulle criptovalute e questo li rende tendenzialmente antistatalisti. Insomma, vedo in loro molta ostinata ambizione ma, appunto, anche contraddizioni. Se di nuovo soggetto politico si tratta, è al meglio ancora allo stato di chimera e al peggio una sorta di Frankenstein ideologico».
Dopo aver pesato sulle elezioni Usa con i suoi miliardi e il controllo di X, Musk ora prova a interferire anche con le scelte politiche europee, lo vediamo in Germania. La sua influenza è enorme...
«Bisogna senz’altro avere paura della sua forza economica e della sua caparbietà ideologica. Però credo anche che abbia così tanto spazio perché la sinistra americana è annichilita. Concentrata a guardarsi l’ombelico cercando qualcuno con cui prendersela per aver perso le elezioni.
MEME DI ELON MUSK CON TRUMP VERSIONE CANE
Nessuno sta cercando di costruire un’alternativa politica vera: la strategia contro Musk, oggi, è solo provare a dividerlo da Trump definendolo co-presidente: nella speranza di solleticare il narcisismo del tycoon. Ma non vedo una risposta ideologica.
Invece servirebbe una riflessione più ampia su come il mondo sta cambiando e perché. Non si può solo allargare le braccia dicendo “ha soldi e social, non possiamo far niente”. E me lo aspetto anche da quella parte di Silicon Valley in disaccordo con Musk».
E noi, possiamo fare qualcosa?
«Non rassegnarci. Studiare, capire, sviluppare una nuova filosofia ideologica adatta alle sfide del mondo contemporaneo. Questo per me significa ripartire dalla classe lavoratrice, rigettando le divisive politiche identitarie. Ripartendo anche dal sindacato, che non a caso Musk considera uno dei suoi più acerrimi nemici».
elon musk con il figlio e donald trump al capodanno a mar a lago copiaELON MUSK - Kekius Maximus CON PEPE THE FROGelon musk (q)
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