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Paolo Manzo per "La Stampa"
La revolución del pueblo guidata da Fidel è meglio che ve la scordiate. Scordatevela perché la Cuba targata 2013 sta puntando oramai sulla revolución del superlusso. L'«altra Cuba» non è più insomma quella del Che e neanche quella del partito unico - che pure ancora esiste e resiste. L'«altra Cuba», quella di oggi, è fatta sempre più di maggiordomi al servizio ventiquattro ore su ventiquattro, di yacht «alla Abramovich», di resort stile Cancún e di campi da golf degni di un Master.
Per rendersene conto basta guardare agli ultimi due mega-investimenti fatti da Raúl Castro, il fratello di Fidel oggi alla guida del Paese. Il primo si chiama «Marina Gaviota» ed è un vero e proprio gioiello del settore turismo luxury o, se preferite, di alta gamma. Già perché questa struttura - per cui sinora sono stati spesi circa un miliardo di dollari dal regime in partnership con investitori stranieri - non è una colonia estiva per il pueblo ma un villaggio superesclusivo con un porto da mille posti barca per ricchi.
Situato a Varadero - la penisola più vicina alla costa della Florida e dove ogni anno confluiscono milioni di villeggianti da ogni parte del mondo - il «Marina Gaviota» ospita già oggi un lussuoso hotel a 5 stelle dove i prezzi medi si aggirano attorno ai 200 euro a notte, 10 volte lo stipendio medio di un cubano. Presto, a lavori ultimati, potrà anche ospitare gli yacht dei turisti più facoltosi del globo lunghi sino a 150 metri - «alla Abramovich» per l'appunto e non le barchette del pueblo. Al suo fianco stanno costruendo un villaggio Vip, con 200 appartamenti da sogno e contornato da svariati chilometri di spiaggia paradisiaca.
Dall'altra parte dell'isola, a Pinar del RÃo e a meno di un'ora di volo da Cancún, si sta invece edificando un altro pezzo forte della revolución del lusso fortemente voluta da Raúl, ovvero il «Punta Colorada Golf & Marina». Sarà il più grande complesso turistico di Cuba, sorgerà su quattromila ettari, con sedici chilometri di spiagge mozzafiato, ventimila appartamenti dotati di ogni confort, cinque hotel a 5 stelle e sette campi da golf da 18 buche da far invidia a Tiger Woods. Il tutto condito dalla presenza di due «porticcioli» con una capacità totale da 1.400 posti barca. Difficile immaginare qualcosa di meno comunista e di più consumista se si pensa che proprio a Punta Colorada il regime ha in mente di far attraccare anche le navi da crociera più «in» che solcano il Mar dei Caraibi.
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