REGNO UNITO, EUROPA DISUNITA: LA GRAN BRETAGNA VUOLE LASCIARE L’UE

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Claudio Gallo per "la Stampa"

In tempi di crisi nera la gente vuole qualcuno su cui gettare la croce senza andare troppo per il sottile. In Gran Bretagna, culla storica dell'euro-scetticismo, l'Europa è il capro espiatorio, molto al di là delle sue molte colpe.

L'ondata di sentimento anti-europeo è fissata nel sondaggio di pochi giorni fa realizzato da YouGov per il «Times»: il 46% vuole andarsene dall'Europa, il 35 resterebbe e il 20 è indeciso. La sanità in sfacelo, i servizi in declino (anche se spesso restano migliori dei nostri), l'erosione del potere d'acquisto della classe media, creano una massa di insoddisfazione che alimenta la sfiducia nei partiti tradizionali. Ne approfittano, come nel continente, i populisti che appaiono come l'unica alternativa al sistema.

L'anti-europeista e xenofobo Ukip è letteralmente un grimaldello nel fianco destro dei conservatori: il successo elettorale del partito di Farage alle recenti amministrative inglesi sta scardinando la maggioranza. Con gli elettori in libera uscita, la destra euroscettica conservatrice alza la testa e chiede qui ed ora il referendum sull'Europa, promesso dal premier dopo il 2017.

Tra l'immigrazione e la piovra di Bruxelles, il dibattito cade così su argomenti ad alto tasso di emotività: si parla di riconquistare sovranità perdute, di sfuggire al socialismo reale di Bruxelles, di fermare le orde dall'Est. Si discute invece meno di economia e il Cancelliere Osborne non si stanca di ripetere che non esiste un piano B. Avanti con l'austerità e la politica monetaria, tra lo scetticismo del Fondo monetario.

In questo clima di assedio, ogni giorno un nuovo notabile tory si alza e dice che bisogna andarsene. L'ultimo è l'impopolare ministro dell'Educazione Michel Gove che ieri ha fatto un assist agli anti-Ue dicendo che lui al referendum voterebbe per uscire dall'Ue. A cominciare le danze era stato Lord Lawson, ministro dell'Economia della Thatcher regista del «Lawson Boom» degli Anni '80, sfracellatosi poi contro la mega-inflazione dei primi Anni '90. «L'Ue è irriformabile - ha scritto sul "Times" punzecchiando Cameron - dobbiamo venircene via». Gli ha fatto eco un'altro ex ministro della Thatcher, Michel Portillo, grande campione delle cause perse.

Un gruppo di deputati tory di secondo piano (backbenchers, dei banchi dietro) presenterà un emendamento contrario al programma del governo perché non comprende la data del referendum dentro-fuori l'Europa. Considerato che il documento non avrebbe valore vincolante, Cameron subito ha fatto spallucce, dicendo che avrebbe lasciato libertà di coscienza, ma poi si è spaventato e ha intimato ai ministri di non votarlo.

Così la prossima settimana assisteremo al paradosso del primo partito di maggioranza che presenta un emendamento contro il proprio governo. Questi continui fuochi d'artificio da destra erodono l'autorevolezza del primo ministro che rischia di finire nel tritacarne delle beghe di partito, come John Major a metà Anni ‘90.

Cameron cerca di rintuzzare le critiche e sostenere la sua posizione mediana contro gli opposti pessimismi: i filo-Ue che accettano secondo lui supinamente il giogo di Bruxelles e gli antiUe che vogliono sbattere la porta. Ai secondi, vero bersaglio polemico, ha detto l'altro giorno: «Credo che sia possibile cambiare e riformare l'Europa e cambiare e riformare il rapporto della Gran Bretagna con essa».

Voce fuori del coro, l'ex ministro degli Esteri conservatore sir Malcom Rifkind ha sostenuto che a Londra non conviene uscire dall'Ue. Si troverebbe al fianco di Svizzera e Norvegia che per accedere al mercato europeo devono accettare le regole di Bruxelles senza poter dire la loro. Rifkind ha accusato gli euroscettici del suo partito di voler abbandonare l'eredità della Thatcher che firmò Maastricht.

Un'altro paradosso di questa intricata vicenda è infatti che le grandi scelte europeiste britanniche sono sempre avvenute durante governi conservatori. A gettare ancora un po' di veleno nella discussione, il biografo della Thatcher, Charles Moore, ha detto nei giorni scorsi che Maggie dopo il ritiro dalla politica si era convinta che bisognasse abbandonare l'Europa. Il dibattito si è fatto così infuocato che intervengono anche i morti.

 

NIGEL FARAGE UKIP DAVID CAMERON IN UNA SCUOLA DAVID CAMERON A DAVOS NIGEL FARAGE UKIP NIGEL FARAGE AL PARLAMENTO EUROPEOCAMERON DAVID