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Mentre i giornaloni impiegano inchiostro e fantasia nel descrivere l'ascesa di Renzi a Palazzo Chigi, giocando al totoministri e merlettando retroscena di bottega, nella Città del Vaticano c'è un uomo vestito di bianco che osserva e tace. E assiste al parto travagliato del primo governo della storia d'Italia su cui la Santa Sede non ha asperso incenso e borotalco. E all'argentino "venuto dalla fine del mondo" questa "eccezione" storica piace moltissimo.
Pare, infatti, che Papa Bergoglio abbia molto apprezzato la decisione di Matteo Renzi di non correre Oltretevere a sottoporre, a porpore e commis della Segreteria di Stato, i nomi dei possibili ministri. La decisione del Rottam'attore evitare le tradizionali "consultazioni" con la Curia ben si sposa con la volontà del Papa di tenere il Vaticano lontano dalle beghe della politica italiana, a differenza di quanto accadeva sotto la gestione Bertone.
Ma il Papa argentino non ha voglia di liquidare totalmente i movimenti e le trame intorno a Palazzo Chigi: resta pur sempre Primate d'Italia e vescovo di Roma. Non può sparire completamente dalla scena, lasciando a vaticanisti e prelati il compito di monitare per nome e per conto di Santa Romana Chiesa.
Dunque, osserva e riflette.
Chiedendo ai più fidati collaboratori se l'ex boyscout e cattolico praticante Matteo Renzi saprà dimostrare la sua devozione al momento giusto: ovvero nell'attuazione del programma di governo.
Tra le segrete stanze ci si chiede se Renzi darà seguito alle pressioni della sinistra vendoliana sul matrimonio gay, se lascerà gli edifici religiosi "liberi" da Imu, Tari e Tasi e se adotterà misure più efficaci a favore della famiglia (tradizionale, of course).
Anche i cardinali stranieri, giunti a Roma in vista del "G8" della Chiesa, guardano con curiosità e interesse al cambio generazionale imposto da Renzi alla politica italiana. I cardinali O'Malley e Pell pare siano stati i più entusiasti per l'autonomia di Matteuccio rispetto a ogni "benedizione" da parte della Curia.
Gli attenti conoscitori delle liturgie d'Oltretevere sostengono anche che Renzi, a differenza di Enrico Letta, abbia trovato i canali giusti per bypassare la Segreteria di Stato e cucire un rapporto diretto con Bergoglio e il suo cerchio magico...
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