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1. MAIL
“I militanti del Pd non meritano gli insulti di un pregiudicato", "il Pd ha deciso di querelare, in sede civile e penale, Beppe Grillo, che pure alle condanne penali - a differenza nostra - è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure.
Ha detto che su questa vicenda il Pd è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi. Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro».
Lo ha scritto, ieri, Matteo Renzi, nella sua e/News.
RENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHI
Il giovane premier di Rignano, tuttavia, ha forse dimenticato che, con un pregiudicato, Berlusconi Silvio, fu Luigi, da Arcore, firmò il "patto del Nazareno", il 18 gennaio 2014, "sbloccando, di comune accordo, il Paese". (Giulianone Ferrara, come sempre...asettico, dixit).
Pietro Mancini
2. RENZI A GRILLO
Sul fronte politico, il premier Matteo Renzi attraverso la sua Enews settimanale torna a difendere il suo governo e si mostra fiducioso che la mozione di sfiducia delle opposizioni non sortirà effetti sulla stabilità dell’esecutivo. «La disponibilità immediata di Guidi ad un passo indietro ha gettato nel panico le varie opposizioni che a quel punto non sapendo che fare hanno iniziato ad urlare ancora più forte chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta».
FEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZI
Poi una risposta agli attacchi di Beppe Grillo: «Il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penale, a differenza nostra, è abituato. Accusare la comunità del Pd di essere complice e collusa, con le mani sporche di denaro e petrolio, significa insultare donne e uomini che non lo meritano. Andremo in tribunale e chiederemo i danni a Beppe Grillo».
Il premier alle opposizioni
Nella Enews il presidente del Consiglio non si tira indietro nella polemica con le opposizioni: «Sanno perfettamente che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati ad una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale con le preferenze molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche.
Dunque faranno ancora qualche piccolo show in Aula e poi torneranno alle loro cene romane a fantasticare su nuovi complotti: del resto i capi popolo sono persone che pensano che l’uomo non sia mai andato sulla luna, che le sirene esistano, che la mafia non ha mai ucciso nessuno. Noi del governo invece non raccogliamo le polemiche, continueremo a lavorare per l’Italia e per gli italiani».
La reazione dell’ammiraglio
Intanto, arriva la prima reazione dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina, che risulta indagato nella medesima inchiesta: «Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune».
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