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ALLORA, COME SIAMO MES? - ANCHE SE CONTE MERCOLEDÌ RIUSCISSE AD AVERE LA MAGGIORANZA NUMERICA, QUELLA POLITICA SARÀ IN BILICO: LA RISOLUZIONE SUL MES RISCHIA DI ESSERE APPROVATA GRAZIE AI VOTI DI TOTI, DELLA BONINO E DEL SENATORE DI FORZA ITALIA ANDREA CANGINI - I RENZIANI NON HANNO FIRMATO LA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA E VOGLIONO CANNONEGGIARE IL RE SÒLA ANCHE SUL RECOVERY FUND – FARAONE: “ABBIAMO IMPEDITO I PIENI POTERI A SALVINI NON PER CONSEGNARLI NELLE MANI DI CONTE…” – VIDEO
IL GOVERNO CONTE HA LE ORE CONTATE. MERCOLEDÌ SARÀ IL SUO D-DAY. IL MONITO DI MATTARELLA AI PARTITI DI MAGGIORANZA È STATO SECCO COME UN CASSETTO CHIUSO CON UNA GINOCCHIATA: SE IL VOTO DEL SENATO BOCCERÀ LA RIFORMA DEL MES, NASCERÀ UN GOVERNO DI TRANSIZIONE FORMATO DA TECNICI E GUIDATO DA MARTA CARTABIA FINO A CHE I DATI SULLA PANDEMIA NON SARANNO PIATTI E MAGARI VACCINATI, DOPODICHÉ SI APRONO LE URNE. AMEN
GIUSEPPE CONTE COSTRETTO A RINVIARE IL CDM: "E TU VORRESTI I PIENI POTERI?", UN TERREMOTO NELLA MAGGIORANZA
I rapporti tra Italia Viva e il governo sono sempre più tesi. Il motivo dello scontro è la task force ipotizzata dal premier per gestire i 209 miliardi del Recovery Fund. Si tratta di una struttura piramidale che vede in cima Giuseppe Conte, Stefano Patuanelli dei 5 Stelle e Roberto Gualtieri del Pd. Ma l'idea proprio non va giù a Matteo Renzi.
Inoltre deputati e senatori di Iv denunciano di non conoscere nel merito il piano per spendere le risorse in arrivo dall'Europa. "Ma vi pare possibile che la struttura della task force che dovrebbe gestire il più imponente capitolo di investimenti dal dopoguerra sia tenuta all'oscuro a noi che siamo forza di maggioranza? - ha tuonato il presidente di Iv al Senato, Davide Faraone, in collegamento a Omnibus su La7 -. Abbiamo impedito i pieni poteri a Salvini non per consegnarli nelle mani di Conte, a cui comunque è stata data la più grande libertà di azione mai vista da un premier in democrazia, così come era giusto fare durante la pandemia".
MURALES A MILANO – MATTEO RENZI E MATTEO SALVINI ACCOLTELLANO GIUSEPPE CONTE GIULIO CESARE
Secondo Faraone, quindi, è necessario seguire un percorso istituzionale con il coinvolgimento delle parti sociali. A fargli eco è il deputato renziano Luciano Nobili a Rai1 Mattina: "Non servono altre task force e le ennesime assunzioni di consulenti. C'è un governo, il presidente del Consiglio dice che la sua squadra di ministri è la migliore che può avere, allora la utilizzi, lavori col governo, non coi consulenti".
Intanto slitta di ora in ora il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, in programma oggi per parlare proprio di Recovery Fund e task force.La riunione era inizialmente prevista per le 9, poi è stata rinviata alle 11, ma ancora non è iniziata. Per risolvere la situazione di stallo, la discussione potrebbe essere divisa in due momenti. Oggi, spiegano fonti dell’esecutivo, il governo potrebbe dare il via libera a missioni e interventi da realizzare con i fondi. Però per approvare la governance potrebbe essere convocato un nuovo Consiglio dei ministri mercoledì sera.
giuseppe conte e luigi di maio
MES, GOVERNO BLINDATO SUI NUMERI. MA I RENZIANI NON FIRMANO (PER ORA) LA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA DEPOSITATA AL SENATO
Carlo Bonini per www.lastampa.it
La maggioranza numerica sul Mes sembra garantita, quella politica è in bilico: a quanto trapela da fonti di maggioranza del Senato, mercoledì il governo dovrebbe poter contare sul voto di 3 senatori di Cambiamo, la formazione di Giovanni Toti, 3 dell’Udc, 3 della Bonino, oltre a quello di un senatore di Forza Italia, Andrea Cangini: che voterà però Sì, solo se il suo voto non sarà decisivo per salvare il governo.
Contando che i senatori dei 5stelle sono 92, se ne dovessero mancare i 6 considerati “irriducibili” o se gli stessi partecipassero al voto con un “No”, la risoluzione che dà mandato al governo di confermare la revisione del trattato sul Mes in sede europea verrebbe dunque approvata.
Addirittura arrivando a 170 voti con quelli dei senatori a vita come Mario Monti ed Elena Cattaneo, su cui conta la maggioranza. Che poggia sui voti di 35 senatori Pd, 86 M5s, 18 di Iv e 8 delle Autonomie, oltre ai 15 del Misto. Cosa diversa però per quel che riguarda gli effetti sulla stabilità di governo, nel caso la maggioranza non fosse autosufficiente.
giuseppe conte vincenzo amendola
Intanto è stata depositata in Senato la prima risoluzione in vista del voto di mercoledì. Un testo non impegnativo, che recita semplicemente: “Udite le comunicazioni del presidente del Consiglio, il Senato approva…”. Ma la notizia è che questa risoluzione non è stata firmata dal capogruppo di Italia Viva, Davide Faraone. Mercoledì mattina, comunque, sarà depositata un’altra risoluzione di maggioranza, frutto delle trattative tra i partiti di maggioranza in corso in queste ore.
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