DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Emauele Buzzi per il “Corriere della sera”
luigi di maio e matteo salvini
Tutto in una telefonata mai partita e in un' altra che ha gelato il rapporto, fino a spezzarlo. Una telefonata che anche ieri è tornata come un fantasma al centro della scena, citata da Luigi Di Maio nel suo incontro con i parlamentari. E, allo stesso tempo, velatamente al centro dei rumors tra ex alleati. Con veleni incrociati «Il taglio dei parlamentari? - dicono fonti del Carroccio - La Lega è pronta al voto, il Pd invece no». Non è un caso se dopo l' assemblea congiunta dei parlamentari del Movimento qualcuno ironizza sulle chiamate di Salvini.
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
«Invece di dire che ha il telefono acceso, lo usasse», commenta Stefano Buffagni.
Ma per comprendere quello che si delinea come il finale dell' esperienza di governo gialloverde occorre riavvolgere il nastro e tornare indietro alla sera del 7 agosto quando Di Maio e Matteo Salvini si confrontano e il loro asse (incrinato già dai mesi di campagna elettorale) si spezza definitivamente. Una telefonata raccontata alle truppe del Movimento per spiegare le ragioni pentastellate.
Il leader della Lega ha appena incontrato Giuseppe Conte al quale ha comunicato la volontà di aprire la crisi e in serata è atteso a Sabaudia dove dovrebbe fare un annuncio importante (annuncio che verrà ritardato di 24 ore per permettere al premier di conferire con Sergio Mattarella).
In questo lasso di tempo, mentre i media rilanciano le indiscrezioni di una rottura nell' esecutivo, si consuma lo strappo. E si ribaltano i ruoli.
La Lega finora non ha comunicato nulla al M5S. La crisi, per Di Maio, al momento è solo uno spettro evocato da tv e giornali.
Ma dopo il colloquio con Conte, il vicepremier pentastellato riceve un messaggio da Salvini e richiama. «Ti rendi conto di quello che stai facendo?», dice. Di Maio teme che la crisi possa far aumentare l' Iva e che molti provvedimenti si blocchino. «Sei sleale, hai tradito la mia fiducia sul piano umano e quella del Paese. Queste cose si pagano nella storia». Salvini ribadisce che per lui è arrivato il momento di tornare alle urne. Le posizioni tra i due rimangono inconciliabili.
Di Maio replica: «Decideranno gli italiani, ma tagliamo il numero dei parlamentari, è una riforma storica, arriviamo almeno al 9 settembre per il taglio». Salvini risponde: «A settembre non ci arrivi, dobbiamo andare a votare».
I due vicepremier - raccontano fonti del Movimento - da allora non hanno più contatti diretti, ma sono gli uomini di raccordo più vicini a Giancarlo Giorgetti e i fedelissimi di Di Maio a tessere i rapporti in questa fase. Chiusa quella telefonata con Salvini, Di Maio chiama il suo capo di gabinetto, Vito Cozzoli: è l' inizio di una nuova fase, quella della crisi.
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