SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
1 - RINVIATA A GIUDIZIO PER SPESE PAZZE IN REGIONE, SI DIMETTE LA SOTTOSEGRETARIA BARRACCIU
Francesca Barracciu, sottosegretaria ai Beni culturali indagata nell’ambito dell’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Sardegna, si è dimessa. «Ritengo doveroso dimettermi - ha spiegato - e avere tutta la libertà e l’autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta».
«SONO TOTALMENTE INNOCENTE»
RENZI PENNETTA VINCI BARRACCIU
«La notizia del rinvio a giudizio - dice la Barracciu in una nota - mi colpisce ed amareggia, sia dal punto di vista personale, sia da quello dell’impegno e del lavoro che ho profuso in questi anni di politica ed amministrazione e che ho continuato a mantenere anche al governo. Con una dedizione assoluta all’incarico che mi è stato affidato e che riguarda il bene forse più prezioso del nostro Paese: la valorizzazione della sua bellezza, della sua cultura, della sua storia».
«Sono fiduciosa nel percorso della Giustizia - aggiunge - e affronterò il processo con determinazione e serenità, nella certezza di essere totalmente innocente. Voglio, inoltre, con lo spirito di responsabilità che da sempre mi accompagna, evitare che strumentalizzazioni politiche e mediatiche coinvolgano l’attività del Governo e il fondamentale processo di riforma e di cambiamento che sta portando avanti per il bene del Paese».
«Per questo - conclude la Barracciu - ritengo doveroso dimettermi dall’incarico di sottosegretario ed avere tutta la libertà e l’autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta. Ringrazio il Presidente del Consiglio e il Ministro per l’opportunità che mi è stata offerta e le persone e le strutture che con me hanno collaborato e nelle quali ho sempre riscontrato tanta passione e generosità’’.
IL PROCESSO
Nel processo Barracciu, assistita dall’avvocato Franco Luigi Satta, dovrà difendersi dall’accusa di peculato aggravato. Il pubblico ministero Marco Cocco contesta all’esponente del Pd (che era stata indagata durante le primarie del centrosinistra per l’elezione del presidente della Regione Sardegna, che aveva vinto ma poi fece un passo indietro), spese per 81 mila euro, effettuante quando Barracciu sedeva nei banchi del Consiglio regionale, durante la XIII legislatura, spese che aveva giustificato come rimborsi spesa chilometrici per i viaggi nell’isola effettuati con la sua auto per attività politica.
IL MOVIMENTO 5 STELLE: «BARRACCIU SI DIMETTA»
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto le dimissioni della sottosegretaria. «Già a marzo 2014 avevamo presentato due mozioni a prima firma Manuela Serra ed Emanuela Corda, quando le indagini su Francesca Barracciu erano ancora in corso», hanno spiegato i gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato.
«Il ministro Boschi all’epoca rispose: “Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”. Benissimo, ora che il sottosegretario alla Cultura è stata rinviata a giudizio per il presunto uso illecito di fondi pubblici, quindi soldi di tutti i cittadini, il governo farebbe bene a trarne le dovute conseguenze e la Barracciu a dimettersi, togliendo l’ennesima onta su questo esecutivo».
2 - INDAGINI, GAFFE ED ERRORI. BARRACCIU E L’INCUBO DI FINIRE SEMPRE SOTTO SCACCO
Fabrizio Roncone per www.corriere.it
L’idea non è pazzesca, però ci sta tutta: telefonare a Francesca Barracciu, sottosegretaria alla Cultura, e chiederle se è pentita, e quanto, di quella volgare lite con Alessandro Gassmann su Twitter. Segue un’ora di tentativi inutili.
(Il suo cellulare prima è spento. Poi acceso, ma squilla a vuoto. Poi è di nuovo spento).
Va bene, riaccenderà. C’è tempo per studiare meglio il personaggio: e vedrete che è molto di più d’una sottosegretaria indagata per peculato alla quale il figlio del grande Vittorio chiedeva di dimettersi.
Allora: Francesca Barracciu nasce 48 anni fa a Sorgono, duemila anime in Barbagia, Sardegna. Laurea in Filosofia, postlaurea in Psicologia del disagio giovanile, insegnante e poi consulente in risorse umane. Fa in tempo a votare per il Pci e ad innamorarsi della politica: così prende la tessera e, senza indugi, segue la trafila. Pds, Ds, Pd.
Il primo incidente è del 2008: vince il congresso e diventa segretario regionale, ma l’anno dopo si ritrova commissariata da Walter Veltroni.
Il secondo incidente è del 2013: vince le primarie del centrosinistra e pensa di potersi candidare a presidente della Regione Sardegna. Pensa. Spera. Perché, intanto, le è arrivato un avviso di garanzia: è dentro l’inchiesta «Spese pazze» dei gruppi regionali.
«Le chiedono di giustificare 33 mila euro di rimborsi benzina spesi in tre anni. Sarà andata sulla Luna in macchina?», s’interrogava martedì pomeriggio il grillino Alessandro Di Battista, che Il Foglio ha definito un «simpatico mitomane a cinque stelle», ma che stavolta racconta la verità.
La Barracciu provò a resistere, a dire che aveva vinto le primarie con una barca di voti (il 44%): ma poi le arrivò la telefonata di Luca Lotti.
Raccontano in giro che se ti telefona Lotti, di solito va così: lui parla e tu ascolti. Punto. Quando senti il rumore «clic!», vuol dire che la telefonata è finita. Le repliche non sono previste. Infatti, saggiamente, non replicò neppure la barbaricina Francesca. Che, il 30 dicembre del 2013, fece ufficialmente un composto passo indietro.
(Sono le 14,45, ed è il caso di verificare se la sottosegretaria ha riacceso il cellulare.
Sì: l’ha riacceso. E risponde. Ma appena sente chi è, con una certa prontezza, usa il vecchio giochino.
«Pronto? Prontooo? Non sento... Pronto? Non sento...». Mette giù. E rispegne ).
Torniamo al Capodanno del 2013: invece di essere triste, la Barracciu è di ottimo umore. Amici e parenti non capiscono la ragione di tanta euforia. Hai vinto le primarie, ma siccome sei indagata per una brutta storia di creste, ti hanno segato: e tu ridi? Ma cosa ridi? Poi, meno di due mesi dopo, intuiscono.
Il 28 febbraio del 2014, eccola lì sorridente, i capelli neri sciolti sulle spalle, tacco 14 per sfidare i sampietrini, cammina in piazza del Collegio Romano, la borsa Louis Vuitton al braccio. Dove va? Entra al ministero della Cultura. L’hanno appena nominata sottosegretaria.
Indagata, ma sottosegretaria. Indagata come altri tre sottosegretari del Pd (Del Basso De Caro, De Filippo, Faraone) e uno di Ncd (Castiglione). Indagata che difende un altro compagno di partito indagato, Vincenzo De Luca. «Innocente fino al terzo grado di giudizio».
E l’opportunità politica di accettare un incarico istituzionale nonostante un problema aperto con la giustizia?
È proprio quello che le ha chiesto l’altro giorno, su Twitter, Gassmann. «@Barracciu, sottosegretario, intanto che chiarisce, lascia la poltrona pagata da noi? grazie».
La risposta della Barracciu: «Chiarirò tutto a fondo. Lei intanto che impara a fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film”? Grazie». No, non ci sono errori tipografici: ha scritto proprio così, con licenza letteraria da sottosegretaria alla Cultura.
Il cui capolavoro — come conferma Wikipedia — si compie a Nuoro il 5 dicembre 2014. Interviene alle celebrazioni in onore del poeta Sebastiano Satta, a cento anni dalla sua scomparsa. E cosa fa, la Barracciu? Sale sul palco e inizia a richiamare vita e opere di Salvatore Satta, giurista e scrittore. Il giorno dopo, la sottosegretaria si giustifica: «Stanotte non ho chiuso occhio. Tutta colpa del mio staff se ho confuso i Satta».
(Ecco: lo staff. Vediamo cosa dicono al ministero.
Risponde il suo portavoce, Vassili Casula.
«No, la sottosegretaria non parla della polemica con Gassmann». E di altro? Del ministro Lupi che s’è dimesso pur non essendo indagato e di lei che, indagata, resiste? «Non parla neppure di questo»).
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