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OLANDA OVER THE RAINBOW – ROB JETTEN DIVENTERA’ IL PREMIER PIÙ GIOVANE, E IL PRIMO GAY, DELLA STORIA DEI PAESI BASSI – IL PARTITO LIBERAL-PROGRESSISTA HA VINTO LE ELEZIONI, BATTENDO L'ULTRADESTRA DEL “PVV” DI GEERT WILDERS: "GLI OLANDESI HANNO DETTO ADDIO ALLA NEGATIVITÀ E ALLA POLITICA DELL'ODIO" – IL 38ENNE, EX MINISTRO PER IL CLIMA DEL GOVERNO RUTTE, E' DIVENTATO POPOLARE GRAZIE AL GAME SHOW "THE SMARTEST PERSON", DOVE E' ARRIVATO TERZO...

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I LIBERALI DI JETTEN HANNO VINTO LE ELEZIONI IN OLANDA. SCRUTINIO ANCORA APERTO, MA I D66 ARITMETICAMENTE PRIMI

(ANSA) -  I liberali progressisti del D66, guidati da Rob Jetten, hanno vinto le elezioni in Olanda. Al termine dello scrutinio, il partito è risultato il più votato, battendo l'ultradestra del Pvv di Geert Wilders. Lo annuncia il servizio elettorale dell'agenzia di stampa olandese Anp.Sebbene non siano ancora stati conteggiati tutti i voti, l'agenzia evidenzia che Jetten non può più essere superato dal PVV. Restano ancora da scrutinare i voti per corrispondenza.

 

 

Estratto dell’articolo di Daniele Castellani Perelli per "la Repubblica"

https://www.repubblica.it/esteri/2025/10/31/news/rob_jetten_chi_e_vincitore_elezioni_olanda-424949617/

 

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«Het kan wél!». Ovvero: «È possibile!». Ha portato bene a Rob Jetten il suo slogan elettorale dal sapore obamiano, perché in Olanda è stato possibile quello che non lo sembrava affatto: passare dai 9 seggi delle elezioni del 2023 ai 26 conquistati domenica (record storico del suo partito), e da quinto partito a primo.

 

Quest'ultimo dato è in realtà ancora incerto, perché con il 98,9% delle schede conteggiate il suo D66, liberali progressisti ed europeisti, è avanti di soli 15mila voti rispetto ai sovranisti anti-migranti del Pvv di Geert Wilders e soltanto tra lunedì e martedì arriveranno i voti inviati per corrispondenza, dove di solito le destre stentano.

 

[…] Jetten, 38 anni, si è guadagnato il diritto a guidare i negoziati per il nuovo governo. Con l'obiettivo di diventare il premier più giovane, e il primo gay, della storia dei Paesi Bassi.

 

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[…] Ha lavorato per qualche anno come manager prima di darsi alla politica come consulente di D66, formazione che in Europa è nel gruppo macroniano di Renew. Eletto deputato nel 2017, poi capogruppo del partito a soli 31 anni, dal 2022 al 2024 è stato ministro per il Clima e l'Energia del quarto governo di Mark Rutte, mentre dal 2023 è leader del suo partito.

 

Pro-Ue e filoucraino, Jetten si è battuto per l'aumento delle spese per la Difesa e domenica sera ha ribadito che «L'Europa deve sconfiggere Putin».[…] Jetten si batte per l'ambiente, sogna di promuovere «la generazione più sana di sempre» e vuole investire di più nell'istruzione e nella cultura, mentre la sua soluzione all'emergenza abitativa — grande tema della campagna elettorale — è la costruzione di dieci nuove cittadine.

 

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Una passione per l'atletica e il calcio, fidanzato con il campione di hockey su prato argentino Nicolas Keenan con cui si sposerà ad agosto in Spagna, Jetten è attento ai diritti civili e anche sull'immigrazione ha posizioni progressiste: la sua ricetta è proteggere chi fugge dalla guerra e vuole integrarsi e deportare le «mele marce».

 

[...] la sua popolarità è cresciuta anche grazie alla partecipazione al quiz televisivo The Smartest Person, che era stato registrato prima della campagna elettorale e dove è finito terzo.

 

[…] Ha puntato sulla positività e sull'orgoglio olandese […] e la sua popolarità è cresciuta anche grazie alla partecipazione al quiz televisivo The Smartest Person, che era stato registrato prima della campagna elettorale e dove è finito terzo.

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«Gli olandesi hanno detto addio alla negatività e alla politica dell'odio», ha detto a Leida domenica, e ieri ha invocato la nascita di un governo «stabile e ambizioso». In un Paese abituato ormai ad almeno sette mesi di negoziati post-elettorali, imbarcherà i cristiano-democratici di Cda e forse sia la sinistra laburista-verde di Frans Timmermans (che si è dimesso dopo la sconfitta) sia il centrodestra Vvd di Dilan Yesilgoz che già ha detto «no, grazie» (ma l'aveva detto anche a Wilders, con cui poi ha messo in piedi un fallimentare governo tecnico). […]

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