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Intervista rilasciata a “This Weelk with George Stephanopoulos” Abc News pubblicata da la Stampa
È uno dei migliori consiglieri di Trump, Rudy Giuliani. Sindaco, quindi è vero? Vuole essere Segretario di Stato?
«Qualsiasi cosa io voglia, ne parlerò con il presidente, perché è il modo migliore di comportarsi per non alimentare altre chiacchiere. È un affare tra me e lui, ma sarò felice di rispondere a ogni altra domanda».
Lei è stato nominato anche come possibile procuratore generale. È giusto dire che lei vorrebbe essere al servizio del presidente Trump?
«Ripeto, mi piacerebbe parlarne con lui. Sono molto soddisfatto del mio studio legale e della mia agenzia di sicurezza. Lavoro in tutto il mondo. Ho una vita molto, molto piena. Quindi dovrebbe essere un incarico per il quale so che lui ha davvero bisogno di me. Non dico che dovrei essere l'unico in grado di farlo, ma che io possa fare la differenza».
E ora continuiamo con le altre promesse elettorali. Il presidente eletto Trump non ha escluso di nominare un procuratore speciale per Hillary Clinton, ma anche ha detto di avere altre priorità. Pensa che sia una buona idea insistere ancora su questo tema?
«È una domanda difficile. Come avvocato odio usare l'espressione "da una parte è così, ma dall' altra". Da un lato, non vuoi dividere la nazione con quella che potrebbe apparire come un procedimento legale mosso dalla vendetta. Dall' altro, vuoi che la legge sia uguale per tutti, e se lei l'avesse violata… Sapete che l' Fbi non ha mai completato l'indagine sulla sua Fondazione.
rudy giuliani drag queen con donald trump
Da quel che so, è ancora un' indagine in corso. Hanno concluso l'indagine sulle e-mail, ma non quella sulla Fondazione. Immagino che il prossimo procuratore generale dovrà risolvere la questione. Non so se sarò io o no, ma il prossimo dovrà risolvere la questione. La mia è una supposizione, non un giudizio definitivo, ma penso che un incarico del genere debba essere affidato a un consulente indipendente. Non dovrebbe farlo qualcuno nominato dal nuovo presidente».
Clinton ha detto che avrebbe vinto le elezioni se non fosse stato per l'interferenza di James Comey, il direttore dell'Fbi. Che cosa ne dice?
«In realtà credo sia stato per l'Obamacare, la riforma sanitaria. Ma il motivo per cui si sono vinte o perse le elezioni è buon tema per i libri che saranno scritti tra vent' anni. Ho fatto parte della campagna di Trump, e in testa a tutti i suoi discorsi delle ultime due o tre settimane di campagna non c'era l' Fbi, ma l'Obamacare. Questo mi sembra abbia mosso i voti in Michigan, Pennsylvania, Wisconsin. Siamo stati capaci di portare gli stati dal blu al rosso, stati che non erano rossi dalla vittoria di Ronald Reagan».
Clinton ha vinto il voto popolare, e in questi tre stati che lei ha appena nominato i candidati hanno una differenza di circa 112 mila voti. Con questo risultato che tipo di mandato si trova ad affrontare Trump?
«Lo stesso. Che tu abbia molti o pochi voti di vantaggio, se sei stato eletto presidente degli Stati Uniti ti devi comportare come il presidente degli Stati Uniti. Tu sei il responsabile, tu devi tenere l'agenda. Così si governa un Paese: la Costituzione degli Stati Uniti non cambia i poteri del presidente in base al numero di voti con cui si fa eleggere».
Abbiamo visto molta rabbia per le strade, con manifestazioni ogni sera. All'inizio della settimana avete chiamato i manifestanti piagnoni, ma c'è stata un'ondata di incidenti e scontri razziali in tutto il Paese. Che cosa dovrebbe fare il presidente per tenere la situazione sotto controllo?
«Penso che se il popolo di Donald Trump si fosse comportato in questo modo dopo la vittoria di Clinton ci sarebbe molta più rabbia nei mezzi di comunicazione per chi protesta contro un'elezione legittima. Detto questo, capiamo la loro frustrazione e non vogliamo certo peggiorare la situazione. Penso che stiano ingigantendo la paura per una presidenza di Trump perché arrivano da una campagna dove sono stati molto delusi.
HILLARY CLINTON BILL E TIM KAINE SCONFITTI
Come sarebbero stati delusi i nostri sostenitori se Donald Trump non avesse vinto. Spero solo che la situazioni si calmi. Ora stiamo scivolando verso la violenza, e io ho tolleranza zero per le sommosse. Sapete che ho preso in carico una città che ha avuto due rivolte in quattro anni, io non ne ho avuta nessuna. Sapevano che con me non avrebbero potuto farlo. E quando ho visto la gente in strada a New York, mi sono detto: state infrangendo le regole di Giuliani. Non prenderete le mie strade. Potete avere i miei marciapiedi, ma non le strade perché ci devono passare ambulanze e vigili del fuoco.
Quando le strade di New York si riempiono di manifestanti, la gente muore. Si può manifestare benissimo sui marciapiedi. Chiederei ai manifestanti di rispettare la democrazia. So che sia il Segretario Clinton che il presidente Obama sono stati molto morbidi, e rispetto molto il modo in cui hanno gestito il giorno dopo, ma spero che anche loro diranno qualcosa a proposito. Perché dopo tutto, queste persone sono sostenitori del presidente Obama e di Hillary Clinton».
Il presidente Obama l'ha detto. Ha detto che tutti dovrebbero tifare per il successo del presidente eletto Trump. Che dire di quei sostenitori di Trump là fuori, colpevoli di intimidazioni razziali nei confronti di studenti? Non crede che Trump abbia la responsabilità di dire qualcosa a questo proposito?
sostenitori di hillary clinton
«Un paio di giorni fa mi hanno visto mentre ero in macchina e hanno iniziato a battere, a dare pugni sulla mia auto. Io non sono sicuro che questi siano sostenitori di Clinton e Obama. Credo che queste persone siano una specie di manifestanti professionisti...».
Tutti i manifestanti in tutte le città sono professionisti?
«Sì, non sembrano tutte persone che hanno studiato con attenzione scienze politiche e sono rimaste sconvolte dall'ideologia di queste elezioni».
L’ultima domanda. Cosa pensa che il presidente eletto Trump dovrebbe fare per assicurare agli americani che non ci sarà una commistione tra i suoi doveri governativi e i suoi interessi commerciali, in considerazione che saranno i suoi figli a portarli avanti?
sostenitori di hillary clinton
«Il mio consiglio è che una volta entrato in carica ci dovrebbe essere una separazione, un blind trust. Come Brian ha sottolineato, è differente nel caso di un presidente. Loro hanno molto più margine di manovra. Ma credo che per il bene del Paese e per il fatto che la questione non deve saltare fuori ogni volta che viene presa una decisione, lui dovrebbe di base tenersi fuori e essere solo un osservatore passivo, nel senso che non dovrebbe prendere nessuna decisione e non avere nessun coinvolgimento».
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