DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maurizio Giannattasio per milano.corriere.it
«Il Governo non intende porre alcun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura Sangiuliano a cui solo spetta la potestà di decidere. La decisione da prendere è del Comune». Tocca al presidente del Senato, Ignazio La Russa fare chiarezza sul tormentone che da settimane imperversa sul Meazza e sul nuovo stadio di Milan e Inter. Vincolo sì, vincolo no. Con posizioni all’interno dell’esecutivo contrapposte. Sgarbi pro-vincolo. Salvini contrario. Tanto che giovedì il sindaco Beppe Sala ha colto la palla al balzo per ribadire che fino a quando il governo non si esprimerà sul vincolo non porterà in giunta la delibera sull’interesse pubblico del nuovo stadio.
Presidente La Russa, eppure Vittorio Sgarbi ha detto che gli sono state conferite le deleghe per poter decidere se apporre un vincolo su San Siro.
«Sgarbi non ha questa delega né credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato. Per carità, tutti possono esprimere la propria opinione e pur essendo molto amico di Vittorio debbo dire con chiarezza che non ha alcuna voce in capitolo sullo stadio. E visto che è mio amico colgo anche l’occasione per rimproverargli un trattamento non signorile nei confronti della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi».
Ha parlato del vincolo con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano?
«Ho parlato personalmente con il ministro per capire la situazione. Mi ha confermato che non ha ceduto la deleghe e che non intende porre alcun vincolo su San Siro. Vuole restare neutrale».
Perché?
«Perché vuole che a decidere sia, come è giusto, il Comune di Milano. Quello che dico io a Palazzo Marino è di non nascondersi dietro un dito, magari aspettando le elezioni. Se c’è da prendere una decisione la devono prendere loro e la devono prendere in fretta».
Esattamente le stesse parole usate dal sindaco Sala nei confronti del governo pochi giorni fa. «Se vincolo sia, decidano in fretta».
«Ripeto. Non tocca al Governo a meno che non intenda porre un vincolo, Ma il ministro mi ha confermato che non vuole porre alcun vincolo e men che meno ha delegato Sgarbi».
È anche vero però che all’interno del Governo ci sono posizioni molto differenti. Per Sgarbi che insiste sul vincolo, c’è Salvini che dice «basta con i no».
«In verità, a parte Sgarbi, nessuno ha mai parlato né immaginato di apporre alcun vincolo. Su questo non ci sono posizioni diverse e chi decide è il ministro della Cultura».
Posizioni diverse ci sono anche in città. Tra fan sfegatati di San Siro e chi invece vuole un impianto nuovo...
«Il Comune ha davanti a sé tre vie. La prima: costruzione del nuovo stadio e abbattimento di San Siro. Il secondo corno del dilemma è: si mantenga San Siro ma niente nuovo stadio che se le squadre vogliono può essere realizzato altrove. Terzo: mantenimento di San Siro e costruzione del nuovo stadio accanto».
È la sua proposta: due stadi uno vicino all’altro. Complicata anche questa.
«È il progetto che ho illustrato a tutti, sindaco compreso, e che mi dicono essere compatibile con i luoghi. Sarebbe addirittura vantaggioso per le società senza contare che eviterebbe a Milano un enorme danno ambientale causato dalla demolizione. Lo si è fatto in decine di città europee, in Inghilterra e in Argentina dove il calcio è quasi una religione.
vittorio sgarbi foto di bacco (2)
Due stadi possono convivere a poche decine di metri l’uno dall’altro. È la mia opinione e l’ho espressa. Ma chi deve decidere non sono io, deve essere il Comune e deve farlo in fretta. Non si possono lasciare i cittadini, le società delle squadre di calcio in attesa di una decisione che non può più essere aggirata e spetta all’amministrazione. Hanno la maggioranza, sono in giunta, non devono tergiversare. La maggioranza deve decidere».
Che le ha detto Sala quando ha presentato la sua «opinione»?
«Il sindaco ha detto che l’avrebbe esaminata. A questo punto non dico che la deve scegliere, dico semplicemente che è l’opzione che preferisco. Ce ne sono altre due: l’unica cosa che non si può fare è fingere che stiamo aspettando una decisione del Governo che non ha mai detto di voler decidere».
Perché lei è contrario alla demolizione di San Siro?
«Premesso che sono convinto che anche il nuovo stadio sia necessario, sono contrario ad abbattere San Siro. In questo momento sono in Austria. Se si chiede a uno straniero cosa conosce di Milano risponde tre cose: il Duomo, la Scala, San Siro. Provateci anche voi. Sul podio c’è San Siro».
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