DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Malfetano per “il Messaggero”
L'ennesimo pantano politico. È quello in cui rischia di incappare per la riforme del Csm e della giustizia anche il governo unitario che in questo momento guida il Paese.
Pur essendo formalmente dalla stessa parte, nell' esecutivo già vanno alzandosi le prime barricate.
Ad un giorno dal plenum del Consiglio superiore della magistratura a cui parteciperanno anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, le forze di maggioranza continuano scornarsi. Il tutto nonostante David Ermini, vicepresidente dell' organo di autogoverno della magistratura, proprio dalle pagine del Messaggero di ieri, abbia chiesto la riforma legando la carriera dei giudici alle loro performance ed una valutazione su qualità e tenuta dei provvedimenti.
OPPOSIZIONE
Il primo ad attaccare è stato Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ieri mattina, aprendo a Milano la scuola di formazione politica della Lega, si è detto favorevole ad una riforma della giustizia («La più importante e futuribile»), ma ha liquidato ogni possibilità che a questa si possa arrivare con il governo Draghi. «Non potrà essere questo il governo che affronta in grande stile i problemi della giustizia ma il prossimo, che sarà eletto, farà una grande, coraggiosa e sistematica riforma della giustizia che rimette al centro i cittadini e le imprese».
david ermini sergio mattarella al csm
Una posizione che Walter Verini, tesoriere del Pd e componente della commissione Giustizia alla Camera, prova a smontare non senza qualche attacco. «Spero Salvini si trovasse alla scuola di formazione politica in qualità di studente» dice, aggiungendo «bisogna smettere di usare la giustizia come una clava per la visibilità». E ancora «Salvini smetta di fare politica con la giustizia».
Un' accusa che in verità l' esponente dem rivolge anche a Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva infatti, nel corso del quarto appuntamento congressuale del suo partito tenuto sabato interamente online, non ha risparmiato posizioni divisive. «Siete dalla parte di diritto e civiltà giuridica o state con Bonafede e Travaglio?» ha attaccato, scatenando l' ovvia reazione indignata dei pentastellati.
In pratica, ora, tutto sembra cristallizzato ai gruppi di lavoro per la riforma organica della giustizia voluta dalla Cartabia e dalle commissioni che stanno lavorando in Camera e Senato agli emendamenti da presentare entro fine aprile. Poco più di un mese per abbattere totem e tabù.
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