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Fabio Poletti per "la Stampa"
La prima grana del neoministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza arriva da Milano dove attorno all'Università Vita Salute del San Raffaele si combatte una guerra per la vita o la morte dell'ateneo, occupato da duecento studenti appoggiati anche dai docenti che hanno scritto pure al presidente del Consiglio Enrico Letta: «La situazione può essere sbloccata solo con il commissariamento».
à una guerra di trincea che va avanti da anni, dalla morte di don Verzè che ha lasciato un buco di bilancio da un miliardo e le Sigille, le sue vestali in prima linea a difendere il «buon» nome della sua gestione.
Perché alla fine quello che si sta giocando è uno scontro fatto di ripicche. Le Sigille, un gruppo di donne che il defunto fondatore del nosocomio volle accanto a sé a guidare l'intera struttura, si oppongono da sempre all'ingresso nel Cda dell'università del gruppo San Donato di Giuseppe Rotelli che ha acquistato tutto il Gruppo oberato da quasi un miliardo di debiti.
Per tutta risposta i nuovi amministratori dell'ospedale - 3mila dipendenti ma 244 sono considerati esuberi e a 64 è già arrivata la lettera di licenziamento, oltre mille posti letto per 57mila ricoveri l'anno - hanno tolto la convenzione all'università e di fatto ne hanno sancito la fine almeno temporanea, con il blocco delle iscrizioni alla facoltà di Medicina per l'anno accademico 2013-2014.
Ma il rischio più grande è che laureandi e ricercatori si trovino improvvisamente senza un ateneo dove continuare gli studi. Altre facoltà di Medicina ma pure di Filosofia a Milano potrebbero farsi carico di studenti e docenti, ma nessuno sa quanti possano essere protetti da altre strutture universitarie.
Nell'attesa l'Università Vita e Salute si ferma. «Occuperemo la facoltà fino a che non avremo risposte adeguate. Abbiamo avvisato i docenti che salteremo alcune lezioni», dicono gli studenti che dopo aver partecipato ad un'assemblea, in duecento hanno deciso di salire fino in rettorato.
«Abbiamo paura che a giugno si blocchi tutto con il rischio di perdere l'anno o di vedere congelato il percorso di studi», temono altri studenti. Ma a questo punto in cui si gioca il tutto per tutto, in campo sono scesi anche i professori che hanno deciso autonomamente di bloccare l'attività didattica e dopo aver preso carta e penna hanno scritto al neopremier Enrico Letta e al ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza.
Poche parole per chiedere l'unica cosa sensata per sbloccare la situazione che vede il Cda dell'ateneo e quello dell'ospedale come due vasi di ferro che stanno stritolando il vaso di coccio che rinchiude studenti e docenti. Scrive l'assemblea dei docenti: «La situazione di blocco può essere superata solo con una misura di commissariamento, in parallelo all'attuale scioglimento del Cda dell'università ».
Ma le Sigille non hanno alcuna intenzione di mollare la presa ai vertici della struttura dove vennero insediate da don Verzè in persona. Una di loro, Raffaella Voltolini, che presiede il Cda, minaccia fuoco e fiamme: «Siamo pronte ad andare per vie legali per salvare l'anno accademico». L'ex ministro dell'Istruzione Francesco Profumo aveva già pensato di mandare un commissario ma poi è caduto il governo.
Cosa farà ora il neo ministro Carrozza nessuno lo sa. E come se non bastasse, a nemmeno cento metri, davanti all'ospedale, protestano i tremila dipendenti che rischiano il posto di lavoro. Respingono le lettere di licenziamento, si dicono disponibili a vedersi tagliare lo stipendio ma non del 7% come vorrebbe la proprietà e si chiedono se Regione Lombardia riuscirà a trovare una soluzione credibile al loro problema.
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