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Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
«à sereno», prova a dire la fedelissima Isabelle Balkany, usando quella formula spesso balbettata da disgraziati colti in flagrante o quasi, il che dà la misura di quanto la giornata di ieri sia stata in realtà spaventosa per l'ex presidente della Repubblica. Nicolas Sarkozy è entrato nel tribunale di Bordeaux alle nove del mattino e ne è uscito alle 10 di sera con lo status di «testimone assistito», una via di mezzo tra il semplice testimone e l'indagato. Un'umiliazione insopportabile per l'uomo che ancora sei mesi fa guidava la Francia.
«Non c'è incriminazione», è tutto quel che ha voluto chiarire l'avvocato Thierry Herzog mentre usciva in auto con il suo assistito dal palazzo di giustizia: il peggio per adesso è evitato, ma la vicenda giudiziaria di Nicolas Sarkozy sta solo cominciando. I giudici vogliono capire se l'«amico dei ricchi», come veniva indicato dagli avversari politici, lo è stato così tanto da chiedere e ottenere il denaro di Liliane Bettencourt, erede dell'impero dei cosmetici L'Oréal, novantenne donna più ricca di Francia.
Dal settembre 2006 la condizioni di salute di Liliane Bettencourt hanno cominciato a peggiorare, la sua mente vacillava e ne ha sicuramente approfittato, a lungo, il fotografo diventato amico intimo François-Marie Banier, che venne denunciato per circonvenzione di incapace dalla figlia della donna, Françoise Meyers-Bettencourt.
Il sospetto è che pure Nicolas Sarkozy abbia abusato della debolezza dell'anziana signora, per farsi finanziare illegalmente la vittoriosa campagna presidenziale del 2007. I giudici Jean-Michel Gentil, Cécile Ramonatxo e Valérie Noël hanno tenuto l'ex presidente sotto interrogatorio per quasi 12 ore perché volevano capire se a lui sono finiti una parte dei quattro milioni di euro in contanti fatti tornare dalla Svizzera da Patrice de Maistre, l'uomo di fiducia della signora. Sarkozy ha naturalmente negato, producendo le agende personali per mostrare come abbia visitato casa Bettencourt solo una volta, e senza ottenere alcun finanziamento.
Allo stesso tempo, l'ex presidente ha seguito molto da vicino tutto lo scandalo legato alla guerra tra madre e figlia, anche perché ne è rimasto coinvolto il tesoriere della sua campagna elettorale e poi ministro, Ãric Woerth. Quando era presidente Sarkozy avrebbe incontrato per ben otto volte il suo amico magistrato Philippe Courroye, che guidava l'inchiesta prima di esserne estromesso.
L'affare Bettencourt inquieta Sarkozy ormai da due anni, e durante l'ultima campagna presidenziale - stavolta perdente - si era difeso respingendo i sospetti in modo sdegnato: «I conti delle mie campagne elettorali non sono mai stati contestati da nessuno, ho forse incontrato André Bettencourt (marito di Liliane, ndr) con il quale ero vicino politicamente, ma qual è il problema, qual è la storia, qual è l'informazione?».
A pochi metri dal tribunale, proprio durante l'interrogatorio di Sarkozy, il sindaco di Bordeaux Alain Juppé ieri si è offerto di fare l'arbitro tra i due pretendenti alla presidenza del partito Ump, François Fillon e Jean-François Copé, da giorni impegnati in una clamorosa rissa con accuse reciproche di brogli elettorali. Fillon e Copé già si scaldano per la corsa all'Eliseo del 2017 ma a destra il favorito era tornato Sarkozy. Scandalo Bettencourt permettendo.
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