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Paolo Berizzi per “la Repubblica”
Tutti contro Hollande. Da destra e da sinistra. Avversari a caccia di rivincita - uno in particolare, Nicolas Sarkozy, che ieri ha annunciato con un tweet il ritorno in pista - ed ex alleati, oltre che "suoi" ex ministri, di Monsieur Le Président, che scalpitano per scalzarlo dall' Eliseo.
A otto mesi dal voto per le elezioni presidenziali c' è un gran fermento negli ambienti politici francesi: soprattutto nel campo "amico" dell' attuale capo dello Stato. Dove nelle ultime ore le dichiarazioni di candidatura, con tanto di critiche frontali a Hollande, si sono moltiplicate.
Dopo le discese in campo di Benoît Hamon, già ministro socialista dell' Istruzione e della ricerca, e della verde Cécile Duflot, anche lei ministro della Giustizia Territoriale e dell' Alloggiamento (governo Ayrault) sotto la presidenza di François Hollande, l' ultimo è stato Arnaud Montebourg: anch' egli socialista, già portavoce di Ségolène Royal durante le elezioni presidenziali del 2007, e poi titolare dell' Economia, ruolo dal quale si dimise nel 2014 contrario all' austerity e facendo la voce grossa contro il premier Valls.
«Mi è impossibile, come a milioni di francesi, sostenere l' attuale presidente della Repubblica», è andato dritto al punto Montebourg domenica sul palco di Frangy-en-Bresse.
IL PORTAVOCE DEL PS BENOIT HAMON
«Adieu Hollande», dunque. Uno slogan che, naturale conseguenza della fronda socialista costatagli peso politico e credibilità, sembra ora accomunare i novelli avversari "interni" del presidente francese. Emblematico il titolo di Libération in edicola ieri: "La sinistra sta esplodendo". Con un doppio nodo ancora da sciogliere: se e che cosa faranno di qui alle primarie di gennaio due delle personalità della gauche preferite dai francesi: l' attuale ministro dell' economia Emmanuel Macron, e il premier Manuel Valls.
Entrambi finora si sono prudentemente defilati, in attesa di conoscere le intenzioni di Hollande su un' eventuale ricandidatura all' Eliseo. Ricandidatura che - stando a un sondaggio Tns- Sofres per Le Figaro - farebbe contento solo il 7 per cento dei francesi.
Ma la notizia più importante riguarda la destra. Era scontata e ora è diventata ufficiale: in prima fila ai blocchi di partenza per la corsa presidenziale ci sarà, ancora una volta, Nicolas Sarkozy.
«Ho deciso di essere candidato. La Francia esige che le sia dato tutto. Ho sentito di avere la forza per condurre questa battaglia in un momento così tormentato della nostra storia», scrive l' ex presidente sulla quarta di copertina del nuovo libro, il secondo in otto mesi, Tout pour la France, in uscita domani.
Sessantun' anni, considerato l' uomo forte della destra transalpina, Sarko nel 2007 arrivò all' Eliseo battendo Ségolène Royal, e nel 2012 ne fu cacciato da Hollande: al quale ora è pronto a restituire la sconfitta. Il leader dei Républicains, che ieri ha lasciato la guida del partito, si lancia verso le primarie del 20 e 27 novembre dove il candidato favorito sarà il suo amico Alain Juppé.
Le carte stanno nelle cinque parole snocciolate nell' ultima fatica editoriale: "verità", identità", "autorità", "competitività", "libertà". Con sullo sfondo i temi cari alla destra. Sui quali Sarkozy non è disposto a cedere terreno alla leader del Front National, Marine Le Pen, anche lei in corsa per la guida della Francia (i pronostici la danno già al ballottaggio della droite contro il candidato neo-gollista).
Eccoli: immigrazione (Sarko ha annunciato di voler mettere fine alla politica di raggruppamento familiare degli immigrati inaugurata dal presidente Valéry Giscard d' Estaing a metà degli anni Settanta), sicurezza (dopo gli attentati terroristici), pensioni, e taglio delle tasse.
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