sarkozy lupin

SARKO’ SE LA DARA’ A GAMBE COME LUPIN? L’EX PRESIDENTE FRANCESE NICOLAS SARKOZY, CONDANNATO A 5 ANNI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, DOVREBBE SCONTARE LA PENA NELLA PRIGIONE DELLA SANTÉ DOVE SONO PASSATI ANCHE DREYFUS E CESARE BATTISTI - MAURICE LEBLANC AMBIENTÒ QUI ALCUNE FUGHE DEL LADRO GENTILUOMO ARSENIO LUPIN – MA SARKO’, CHE HA 70 ANNI, CHIEDERÀ UNA LIBERAZIONE ANTICIPATA O DI TORNARE A CASA CON UN BRACCIALETTO ELETTRONICO. LA SEGRETA SPERANZA È QUELLA DI UNA GRAZIA PRESIDENZIALE (QUANTO CONTERA’ L'AMICIZIA DI MACRON CON CARLA BRUNI?) - LA SPY STORY INTERNAZIONALE CHE PERSEGUITA SARKOZY DA OLTRE UN DECENNIO E IL “PATTO DI CORRUZIONE” CON GHEDDAFI…

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1 - IL DETENUTO PIÙ ILLUSTRE RESTERÀ A PARIGI NELLA PRIGIONE DELLA SANTÉ QUI FU AMBIENTATA LA FUGA DI LUPIN

AN.GI per “la Repubblica” - Estratti

 

nicolas sarkozy e carla bruni in tribunale4

 Nicolas Sarkozy non sarà rinchiuso nei penitenziari più duri della Francia, come le Baumettes di Marsiglia o Condé-sur-Sarthe, la nuova fortezza di massima sicurezza riservata ai narcotrafficanti più pericolosi. La legge prevede che un detenuto venga incarcerato vicino al proprio domicilio. L'ex presidente della Repubblica, che vive nel sedicesimo arrondissement, sarà probabilmente detenuto nella prigione della Santé, nel cuore della capitale, a Montparnasse.

 

Tra le mura di questo carcere sono passati terroristi come Carlos o Cesare Battisti, criminali come Jacques Mesrine e, alla fine dell'Ottocento, persino il capitano Alfred Dreyfus, prima della deportazione in Cayenna.

 

Maurice Leblanc ambientò alla Santé alcune fughe del ladro gentiluomo Arsène Lupin, trasformandola in un mito della narrativa popolare francese. Ristrutturato di recente, l'istituto ha mantenuto la sua architettura imponente, con le quattro ali disposte a forma di croce attorno a una torre centrale, simbolo di controllo e isolamento.

 

nicolas sarkozy e carla bruni in tribunale2

Le celle della Santé sono di circa 9 metri quadrati, con letto singolo, scrivania, sedia, scaffali e un piccolo bagno separato. 

 

(...)

Il 13 ottobre, l'ex presidente dovrà presentarsi in Procura e gli sarà comunicata la data dell'incarcerazione. Sarkozy, che ha costruito la sua notorietà nel ruolo di ministro dell'Interno, si è spesso espresso contro ogni sconto di pena. A oltre settant'anni, chiederà di beneficiare di una liberazione anticipata o di tornare a casa con un braccialetto elettronico, come già avvenuto dopo la condanna in un altro processo. Sarà il giudice delle libertà a decidere se accogliere o meno la richiesta.

 

 

 

2 - IL CONSERVATORE GLAMOUR CON CARLA SEMPRE AL SUO FIANCO ROVINATO DA UNA SPY STORY

Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti

 

 

 

sarkozy carla bruni macron

Mi batterò fino all'ultimo respiro per dimostrare la mia innocenza». Nel cuore della sua battaglia giudiziaria più dura, davanti a un epilogo inaspettato, Nicolas Sarkozy ora coltiva in segreto la speranza di una grazia presidenziale. Una mano tesa da Emmanuel Macron, il giovane successore che lo consulta ancora e con cui intrattiene un rapporto ambiguo, fatto di diffidenza e complicità. Finora, però, l'Eliseo non si è mai sbilanciato.

 

Macron apprezza l'intuito politico del suo predecessore, lo ascolta, ne teme la capacità di manovra. Brigitte Macron non ha nascosto di aver votato per lui nel 2007, e l'amicizia con Carla Bruni ha trasformato l'Eliseo in luogo di colazioni a quattro, in cui politica e mondanità si intrecciano.

lupin

 

La vicenda giudiziaria che lo perseguita da oltre un decennio ha il respiro di una spy story internazionale. Sarkozy ha sempre negato con fermezza il «patto di corruzione» con il dittatore Muammar Gheddafi, definendolo una favola inventata dal rais e dal suo entourage.

 

Una trama cupa tra viaggi a Tripoli, valigie piene di contanti, bonifici offshore, lettere manoscritte e testimoni morti in circostanze misteriose. Tutto comincia nel 2011, quando Gheddafi e suo figlio, sotto l'incalzare delle rivolte popolari, accusano l'ex alleato francese di aver incassato milioni per la campagna presidenziale del 2007. La Francia, che allora aveva accolto il rais in visita ufficiale con tutti gli onori, decide di rovesciarlo.

 

nicolas sarkozy e carla bruni in tribunale1

Sarkozy è tra i più determinati a scatenare la guerra contro il regime libico con un intervento militare che segna la fine di Gheddafi ma anche, quindici anni dopo, il destino dell'ex presidente francese.

 

La guerra in Libia scatenata da Sarkozy è una linea di frattura ancora aperta nelle relazioni bilaterali tra Italia e Francia. L'asse storico tra Roma e Tripoli, cementato da affari energetici e relazioni personali, si era scontrato all'epoca con l'attivismo di Sarkozy. Ed era sfociato in una rivalità politica e personale con l'allora premier Silvio Berlusconi.

 

«Ho preso il meglio dell'Italia», aveva scherzato Sarkozy in un'intervista a Repubblica parlando del suo matrimonio con Carla Bruni. Anche la vita privata del presidente francese si intreccia con l'Italia. Il divorzio da Cécilia, consumato tra scandali e pettegolezzi, e le nozze lampo con la mannequin e cantante italo-francese, avevano trasformano Sarkozy nel protagonista di un feuilleton mondano.

lupin iii – la pietra della saggezza

 

Sarkozy, l'uomo che amava mostrarsi come un presidente "bling bling", che a fianco di Carla Bruni ha incarnato l'immagine glamour, varcherà i cancelli della prigione della Santé, lo stesso carcere che ha accolto terroristi e criminali celebri.

 

Anche l'ex première dame, ieri accanto al marito con un sorriso ostentato davanti al muro di giornalisti, è stata risucchiata nel gorgo giudiziario. Bruni è stata interrogata dalla polizia giudiziaria come testimone in un filone dell'inchiesta nato dal clamoroso voltafaccia del faccendiere libanese Ziad Takieddine, che dopo aver accusato l'ex capo dello Stato ritrattò in un'intervista televisiva. 

nicolas sarkozy e carla bruni in tribunale3

 

(...)

 

Ritirato dalla politica dal 2016, Sarkozy non ha mai smesso di esercitare la sua influenza. Nonostante i tanti processi aperti ha continuato a scrivere libri, rilasciare interviste, dare consigli ai leader della destra e non solo. Il nuovo premier Sébastien Lecornu, suo ex protetto, è andato a vederlo subito dopo la sua nomina alla guida del governo. 

 

(...) Ma non è affatto certo che, in un clima francese da Mani Pulite, con una battaglia sempre più intensa tra politica e magistratura, il capo dello Stato voglia davvero avanzare sull'idea di una grazia.

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