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1- LA GOLDMAN SACHS ABBANDONA OBAMA - ORA I FINANZIAMENTI PIOVONO SU ROMNEY. E I SONDAGGI LO DANNO IN VANTAGGIO
Ennio Caretto per il "Corriere della Sera"
Negli ultimi 40 anni, la Goldman Sachs, la regina delle banche americane, quella che ha fornito a Washington più ministri del Tesoro di chiunque altra, è stata tradizionalmente la massima finanziatrice del Partito democratico alle elezioni presidenziali e congressuali per quanto riguarda Wall Street.
Ma quest'anno, in un clamoroso dietro front, che non ha precedenti nella storia politica della superpotenza, è divenuta la massima finanziatrice del Partito repubblicano in vista del voto del 6 novembre prossimo. «Quando Barack Obama si candidò alla Casa Bianca nel 2008 - scrive il Wall Street Journal - nessuna grande corporation Usa finanziò la sua campagna elettorale come Goldman Sachs. E quest'anno nessun'altra si è adoperata tanto perché il Presidente venga sconfitto alle prossime elezioni di novembre».
à una vendetta a base di milioni di dollari, a cui partecipano le più illustri sorelle della Goldman Sachs. Stando al quotidiano, quattro anni fa la Morgan Stanley diede a Obama oltre 1 milione di dollari, adesso gli ha dato soltanto 136 mila dollari, regalando invece a Romney 900 mila dollari e al suo Pac altri 900 mila. Nel 2008 insieme con essa, inoltre, la Morgan Chase, la Morgan Stanley, il Citygroup e la Bank of America donarono a Obama 3 milioni e mezzo di dollari. Ma nel 2012 gli hanno donato appena 650 mila dollari, fornendo a Romney 3,3 milioni di dollari. In totale, Wall Street ha versato nelle casse di Obama 12 milioni di dollari, meno della metà di quanto versato a Romney.
Perché questa vendetta? Secondo il Wall Street Journal, perché Obama ha chiuso la porta di Washington in faccia alla Goldman Sachs e alle sue compagne, e promosso una severa regolamentazione dei mercati, peraltro attuata solo in parte. Abituata ad avere libero accesso alla Casa Bianca, al Ministero del tesoro e al Congresso, e a partecipare alla stesura dei decreti e delle leggi concernenti Wall Street, la Goldman Sachs si è sentita come defraudata di un diritto.
Di più. Ha temuto un calo progressivo dei propri profitti e una caduta di prestigio. E si è ritenuta personalmente insultata da Obama, che ha accusato le banche di ingordigia e ha dato ai suoi dirigenti dei «fat cats», letteralmente gatti grassi.
In un'intervista, Liz Rappaport, l'autrice dell'articolo del Wall Street Journal, ha ammesso che la Goldman Sachs e le sue sorelle sono ingrate, perché vennero salvate da Obama con i soldi dei contribuenti, e sono già rifiorite, nonostante la crisi di cui sono la causa. Ma ha aggiunto che sperano di strappare a una eventuale presidenza Romney una riduzione delle tasse e una ulteriore deregolamentazione dei mercati. La Rappaport ha concluso che comunque Obama non è privo di fondi, ha raccolto sinora 742 milioni di dollari contro i 638 milioni di dollari di Romney. Tra i suoi massimi finanziatori, ha precisato, ci sono Google, la Microsoft e la Time Warner.
Resta da vedere che effetto tutto ciò avrà sul voto del 6 novembre. Dopo la sconfitta al primo dibattito televisivo con Romney, Obama è in difficoltà , ha perso il vantaggio di 4-5 punti accumulato in precedenza. Secondo il sondaggio Reuters Ipsos, i due candidati sono alla pari al 45%. Gallup li dà appaiati al 47 per cento. Ma il sondaggio del Pew Center vede Romney in vantaggio di 4 punti tra gli elettori che hanno intenzione di votare. Per essere rieletto, Obama dovrà sconfiggere il rivale nei due rimanenti dibattiti alla tv, e sperare che la disoccupazione, ora al 7,8 per cento, scenda ancora.
2- BANCHE: AMMINISTRAZIONE OBAMA PORTA WELLS FARGO IN TRIBUNALE
(ANSA) - L'amministrazione Obama ha avviato presso la procura di Manhattan, New York, un'azione legale contro la banca Wells Fargo, la più importante in America nel settore dei mutui ipotecari, accusando il gruppo di aver causato perdite per centinaia di milioni di dollari ai danni della Federal Housing Administration (Fha), l'agenzia federale statunitense nel settore immobiliare.
Le accuse del governo americano alla Wells Fargo risalgono al maggio 2001 e parlano di almeno un decennio di cattiva condotta da parte dei vertici del gruppo bancario, che avrebbero in maniera definita "imprudente" avviato prestiti e sottoscrizioni a rischio. "Il ricorso del governo - ha affermato il giudice incaricato dell'inchiesta - afferma che, in seguito a delle false certificazioni di prestiti da parte di Wells Fargo, la Fha ha dovuto pagare milioni di dollari di assicurazione su dei prestiti che durante la crisi dei mutui subprime nel 2007 e 2008 si sarebbero rivelati a rischio".
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