DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Mattias Mainiero per “Libero Quotidiano”
Mettiamola così: Milena Gabanelli sta dalla parte delle oche. Oche: ovvero, secondo un vecchio stereotipo, stupidità fatta persona. E Patrizio Bertelli, patron di Prada, glielo dice chiaro e tondo: cara Milena, il tuo servizio è «una dimostrazione della stupidità umana». Gesù mio, a sinistra, ormai, si spennano anche sulle oche, dopo essersi spennati sull’articolo 18, la riforma elettorale e su tutto ciò che ben sappiamo. Chissà, forse domani si prenderanno a balene in faccia o a buchi dell’ozono sulla zucca. Dobbiamo ricapitolare: domenica 2 novembre, su Rai3, va inonda Report, la trasmissione della Gabanelli.
Si parla di oche e piumini d’oca, scene da brivido sullo spiumaggio negli allevamenti ungheresi. La Moncler, una delle aziende accusate di aver localizzato all’estero e di lucrare sul maltrattamento degli animali, smentisce tutto e precisa: «Usiamo solo piume acquistate da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali».
Il mondo di internet si scatena, ondata di indignazione sui social network. Tonfo in Borsa del titolo Moncler: meno 4,88%. Un pandemonio. Ma siamo a sinistra, luogo dove la conservazione delle specie (sbagliate), e delle polemiche, ha sempre avuto un posto di rilievo. Non può finire qui. E infatti non finisce qui. Ieri, “Fashion Global Summit” di Milano.
A Patrizio Bertelli, Ceo di Prada e marito di Miuccia, viene chiesto un giudizio sulla trasmissione.
Risposta: portare in televisione il tema dei maltrattamenti alle oche fa parte di una «cultura oramai sorpassata, per questo la Gabanelli è stata stupida». Di più: «Naturale che in un mondo globalizzato un’impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti, per esempio in Ucraina o in Slovenia, e non si può impedirlo in un mercato liberale. Questo non vuol dire che noi dobbiamo fare i carabinieri sui produttori ai quali ci affidiamo.
Lo stesso discorso vale per Prato, dove il popolo orientale ha trovato un’opportunità economica e l’ha sfruttata». Replica di Milena Gabanelli: «Non è illegale produrre all’estero, come non è illegale essere avidi. Ricordo al signor Bertelli che io non sono indagata per elusione fiscale di ben 460milioni». Aggiunta, altrettanto velenosa: «Bertelli investe molte risorse nel monitorare la stampa, ne potrebbe investire un po’ nel monitorare i suoi fornitori, altrimenti i codici etici sono tutta fuffa ».
Signori animalisti e non animalisti, dimenticatevi le oche e le crudeltà sugli animali, le balene che si estinguono e i Panda che, a dispetto di tutto ciò che ci avevano raccontato, stanno sempre lì, anche un po’ più numerosi di prima. Ovattata, e mica tanto, da una coltre di piume, chiusa in una giacca a vento ma straripante da tutte le parti, qui c’è una storia diversa. Qui c’è la sinistra che si prende a sberle.
C’è Patrizio Bertelli che sale sul palco della Leopolda come esempio dell’Italia virtuosa e dice ai presenti: «Io Matteo lo conosco da molti anni, non sono venuto qua all’ultima ora» (Matteo, è ovvio, è Renzi, la sinistra imprenditoriale, cene con i vip e milioni di euro). E c’è l’altra sinistra.
C’è Milena Gabanelli, la prescelta (per poche ore) dei Cinquestelle alla presidenza della Repubblica, che con quel suo modo di fare giornalismo difende le oche, anche giustamente, e intanto, molto ingiustamente, affossa in Borsa un’azienda simbolo del made in Italy. Qui c’è l’eterna, intramontabile dicotomia rossa: i ricchi e i poveri, gli intelligentoni e le oche giulive, gli imprenditori e gli operai. In un’Italia in cui -e scusate il gioco di parole - a rimetterci le penne siamo tutti, anche per via di questa sinistra e queste dicotomie.
piero sansonetti col numero zero
Qui c’è la Gabanelli, che lavora in Rai, tv istituzionale, canone pagato da noi, antenne una volta asettiche almeno nelle buone intenzioni puntualmente distrutte dalla quotidiana prassi, la Gabanelli che potrebbe dire quattro parole in sua difesa e chiuderla lì. E invece a testa bassa carica: «Bertelli, che vuol dire Prada, ha ragione nel darmi della stupida, sono orgogliosamente stupida, perché le mie tasse le verso fino all’ultimo centesimo; mentre lui, che è indagato per elusione per 470 milioni, può propriamente definirsi furbo ».
Disse Pietro Sansonetti, uomo di sinistra che della sinistra ha fatto la sua casa, uomo onesto: Renzi è ostaggio di «due grandi potenze, la magistratura e la Gabanelli, e quando questi vogliono una cosa, la si fa». Dice la Gabanelli a proposito delle industrie che vanno all’estero: «Posso capire una piccola azienda con un margine di guadagno di pochi euro che decide di delocalizzare per sopravvivenza. Capisco molto meno le aziende che hanno margini di guadagno altissimi come Prada». Diciamo noi, umilmente: a quanto pare, i meno ricchi possono, i più ricchi no, non devono permettersi.
Siamo costretti a ripeterci: cari ambientalisti e non ambientalisti, animalisti e nonanimalisti, eccola qui, la sinistra di sempre che decide chi può e chi non può, pesa i portafogli e un sermone dopo l’altro, tra una patrimoniale e uno scoop tutto da dimostrare, ci spenna come fossimo oche. Fine della strasmissione, con il terrore che, fra pochi giorni,arriverà il bis. Non necessariamente su Rai3,Report, conduce Milena Gabanelli. Lo spiumaggio degli italiani è ubiquitario. E di antica data.
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