DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
tsipras con un poster della merkel
Sono due i fatti di cronaca che potrebbero inquinare i negoziati tra la Grecia e i partner dell’eurozona, ma soprattutto con la Germania e la Bce. Ieri il premier Alexis Tsipras, riporta una fonte governativa, ha avuto un colloquio telefonico con il premier cinese Li Keqiang. Nelle stesse ore, il ministro filorusso degli Esteri Nikos Kotsias si è fatto fotografare accanto al suo sorridente omologo Sergey Lavrov a Mosca.
Soprattutto, Lavrov ha detto di «apprezzare» la cautela di Atene sulle sanzioni contro Mosca, e i russi sembra che abbiano nuovamente offerto la loro disponibilità ad aiutare finanziariamente la Grecia. Gira voce, inoltre, che lo stesso Tsipras potrebbe volare presto nella capitale russa per incontrare Vladimir Putin.
Dopo un tour europeo deludente, che è servito a Tsipras e al ministro delle Finanze Yanis Varoufakis per appurare che nelle altre capitali la disponibilità a rinegoziare i piani della trojka è ancora limitato, Atene ha scelto di continuare a giocare su due tavoli. Mantiene ostentatamente un canale aperto con i russi e i cinesi per segnalare ai partner europei di avere un piano B.
Sa che il tempo gioca a favore dei tedeschi - più si allungano i negoziati, più la Grecia rischia lo scenario peggiore - e tentano di conquistare spazi di manovra garantendosi un’alternativa. Ma secondo fonti tedesche, che rievocano il «caso Cipro» è un gioco «pericolosissimo». E la stessa fonte greca assicura che «il nostro rapporto con la Russia e la Cina è totalmente indipendente dai negoziati in corso sugli aspetti economici. Il futuro della Grecia è nell’Unione europea».
Il fatto è che il gioco di sponda con i cinesi, ma soprattutto con Mosca, provoca immediate chiusure negli interlocutori tedeschi, che si considerano comunque meno «falchi» di finlandesi e olandesi. Una fonte vicina a Schaeuble ricorda che fu Helsinki a stoppare un allungamento del piano e degli aiuti della trojka fino a giugno e a imporre il termine di fine febbraio - ad aprile si vota, in Finlandia.
Arrivando all’Eurogruppo, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ha detto ieri che la riunione «è l’inizio di un processo, dipende da cosa ci diranno, un programma c’è ed è già stato esteso». Poi ha aggiunto che «ognuno è libero di fare quello che vuole, ma un programma esiste e o viene portato a compimento o non abbiamo più un programma». Tra le righe, il messaggio è che il vertice dei ministri delle Finanze di ieri sera serve a una prima analisi del programma dei greci, una seconda ricognizione avverrà oggi al vertice dei capi di Stato e di governo, ma l’appuntamento chiave potrebbe essere invece l’Eurogruppo di lunedì.
I tedeschi non sono del tutto indisponibili a un compromesso con Atene, sia su un negoziato che riguardi una modifica delle condizioni sul debito ellenico, sia sugli aspetti economici come un aumento del salario minimo. Non sono neanche contrari all’idea che la Grecia blocchi le privatizzazioni concordate con la trojka - cosa che ha stabilito peraltro, unilateralmente, al suo primo consiglio dei ministri, due settimane fa.
Per Berlino l’importante è che i conti restino in ordine ma anche che Atene presenti un piano dettagliato delle riforme e delle misure su cui intende impegnarsi. Riassume una fonte italiana: «Il problema è che io ho visto una decina di piani greci in dieci giorni»: un’iperbole che rende l’idea della confusione che regna ancora nelle cancellerie sui programmi dei greci.
Ma se Atene dovesse tirare troppo la corda, una fonte tedesca ricorda il caso Cipro: giocò di sponda con i russi, due anni fa, finché la Bce non minacciò di tagliare i fondi di emergenza «Ela» alla banca centrale. Una mossa che li avrebbe buttati fuori dall’euro. Anche oggi la Bce garantisce ormai l’unica boccata d’ossigeno ad Atene attraverso l’Ela. Una decisione, tuttavia, che il consiglio direttivo deve rinnovare ad ogni riunione. La prossima è mercoledì.
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