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Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
La situazione precipita, l’ammiraglio va a fondo, il governo corre ai ripari. Deve farlo, prima che sia troppo tardi. Il comandante della Marina, il capo di stato maggiore Giuseppe De Giorgi, non può restare al suo posto, ora che la posizione nell’inchiesta partita sull’autorità portuale di Augusta si complica e non di poco.
Il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa Roberta Pinotti non vogliono ritrovarsi con un ammiraglio vincolato magari da misure restrittive imposte dai magistrati per evitare l’inquinamento delle prove. C’è una motivazione più politica che spinge il premier ad accelerare: il governo deve svincolarsi dalla “pratica” per evitare che tutta questa faccenda che puzza di malaffare possa avere ricadute sulla campagna elettorale già partita per le amministrative.
E allora l’avvicendamento — invocato ieri dalla Lega a Sinistra italiana — scatterà in uno dei prossimi consigli dei ministri, comunque molto presto, come trapela da Palazzo Chigi e dalla Difesa.
E con lo spostamento della pedina più ingombrante, alla Marina, scatta anche quella girandola di incarichi ai vertici dei corpi e delle agenzie di sicurezza già in cantiere e che un mese fa era stata congelata: ne avevano iniziato a parlare al Quirinale il premier e il capo dello Stato e delle Forze armate, Mattarella, in un incontro del 21 marzo. In ballo, la Guardia di Finanza, l’Aisi (il servizio di sicurezza interna, ex Sisde) e il Dis, il delicato coordinamento tra Aisi e Aise (l’ex Sismi, servizio esterno).
La sirena dall’allarme intanto è scattata per il capo di stato maggiore della Marina De Giorgi, al quale l’ultimo dossier ha solo appesantito una posizione che appariva già compromessa. L’ammiraglio il 23 giugno compie 63 anni, avrebbe potuto usufruire di una proroga di un anno, a questo punto esclusa.
Chi al suo posto? Con insistenza circola il nome di Valter Girardelli, nato nel ‘55, ammiraglio di Squadra ma soprattutto capo di gabinetto del ministro della Difesa Pinotti e dunque figura di sua piena fiducia. Minori appaiono perciò le chances di Donato Marzano (spesso citato negli atti di Potenza), comandante logistico della Marina, e di Raffaele Caruso, direttore del personale militare del Corpo. Sarà questione di giorni, c’è chi dice di ore.
L’altro avvicendamento di peso riguarda la Guardia di Finanza. Sarà sostituito l’attuale comandante generale Saverio Capolupo, ormai in scadenza. Fino a quache settimana fa appariva in pole position, gradito a Palazzo Chigi, il generale Giorgio Toschi, plurititolato e in passato anche alla guida del nucleo di Polizia tributaria di Firenze. Ma sono salite le quotazioni del generale Luciano Carta, capo dei reparti speciali. Le due pedine in competizione potrebbero però elidersi a vicenda e allora avrebbe la meglio Vincenzo Delle Femmine, oggi numero due dell’Aisi.
Ma il nome di Delle Femmine circola anche per una promozione proprio allo stesso servizio segreto interno. Perché è il comando dell’ex Sisde la terza casella da riempire in questa infornata: Arturo Esposito, attuale direttore, lascerà la struttura. Al suo posto, un’altra possibile soluzione interna porta a Mario Parente, ex capo dei Ros, anche lui attuale numero due dell’Aisi. Il risiko infine tocca quell’incrocio altrettanto sensibile che è la direzione generale del Dis. Il posto dell’uscente Giampiero Massolo potrebbe essere ricoperto da Alberto Manenti, oggi direttore dell’Aise, l’ex Sismi.
Solo a giugno invece Alessandro Pansa lascerà la polizia, per una successione che sembra già segnata in favore di Franco Gabrielli, ex capo della protezione civile e oggi prefetto di Roma. Anche se il ministro Alfano non ha accantonato il sogno di nominare, primo capo della polizia donna, Luciana Lamorgese, suo capo di gabinetto.
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