fidel castro

NEI SECOLI FIDEL - A 89 ANNI IL VECCHIO LEADER, UN PO’ SORDO MA LUCIDO, FA ANCORA LA GUARDIA ALLA RIVOLUZIONE, SMORZANDO LA POLITICA SEMPRE PIU’ PRAGMATICA DEL FRATELLO RAUL

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Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera

 

BERGOGLIO FIDEL CASTRO 1BERGOGLIO FIDEL CASTRO 1

«Iettatori, uccellacci del malaugurio!». Solo una — tra le decine di volte che la sua scomparsa è stata annunciata al mondo — Fidel Castro se n’è uscito in pubblico con una reazione, diciamo così, umana. Normale. A pochi personaggi della Storia calza meglio quel famoso aforisma, per cui prima o poi la cosa esagerata si avvera, o la favola esopica del lupo applicata alla morte.

 

Certo, era difficile immaginare quel 30 luglio del 2006, quando il mondo venne sorpreso dall’annuncio della sua uscita di scena politica, che ci sarebbe stato ancora un decennio con Fidel, costringendo al macero decine di libri, centinaia di articoli sul dopo Fidel, e soprattutto smentendo quello che si dava per scontato nel dopo Fidel. Cioè la fine della rivoluzione cubana per motivi biologici.

 

fidel castrofidel castro

I biografi, già ce ne sono decine e ne verranno ancora, dedicheranno attenzione speciale a questo curioso decennio (o di più, chissà) per capire quale sia stata davvero l’influenza del Fidel pensionato. La parola che si usa tuttora a Cuba è convalescenza, cioè il recupero dalla seria malattia con due operazioni che quasi lo uccise nel 2006. Dopo il riserbo iniziale, oggi si sa che il problema è stato una diverticolite all’intestino, con serie complicazioni. Niente di terminale, ma in quel momento — Castro aveva 80 anni — l’indebolimento fisico fu tale da convincerlo a cedere in poco tempo tutti gli incarichi di potere. Scommettendo sul fratello Raúl e quindi sulla continuità.

FIDEL CASTRO CON IL ROLEXFIDEL CASTRO CON IL ROLEX

 

La convalescenza divenne irreversibile, ma tutti coloro che lo hanno incontrato in privato da allora riferiscono di una lucidità quasi inalterata, e che il principale problema di salute sia in realtà la sordità a un orecchio. E gli anni intanto sono diventati 89, compleanno il 13 agosto scorso.

 

Sapeva anche Fidel che l’ideologia avrebbe lasciato più spazio al pragmatismo — Raúl era l’uomo delle leve economiche del regime, con simpatie per il modello cinese — e soprattutto che da ex si sarebbe risparmiato alcune sgradevoli concessioni. Al mercato, al capitalismo e soprattutto agli odiati americani. Il commento del «líder» pensionato all’accordo con Obama dello scorso dicembre è emblematico. Innanzitutto Fidel lascia passare oltre un mese prima di pronunciarsi.

 

FIDEL CASTRO CON LA TUTA PUMAFIDEL CASTRO CON LA TUTA PUMA

Poi dal nulla scrive una lettera agli studenti di una università dicendo che il fratello aveva fatto «il passo corretto», secondo le «sue prerogative», ma lui, Fidel, con gli americani non ci avrebbe mai «scambiato una parola» perché di loro «non si fida». Insomma, capisco che si doveva fare ma non sono troppo d’accordo. Io non l’avrei fatto.

 

La leggendaria soggezione di Raúl al fratello (più alto, più bello, più carismatico) deve avere creato dietro le quinte molti problemi alla gestione dei guai cubani, e sono tanti, negli ultimi anni. L’inevitabile rottura dell’egualitarismo con gli incentivi al lavoro in proprio non è stata certamente accolta da Fidel con gioia. Il suo pensiero è stato distillato fino a pochi anni fa negli articoli, le Riflessioni di Fidel, pubblicati su Granma e ora assai sporadici.

fidel castrofidel castro

 

Quasi sempre si trattava di temi universali, a tinte apocalittiche, per evitare di entrare nel merito delle decisioni del governo. Ma è recente un aneddoto. A una proposta brasiliana per trasformare gli obsoleti zuccherifici in raffinerie per il bioetanolo, Raúl ha dovuto rispondere picche: «Questo no, con Fidel vivo non si potrà mai fare. Sull’uso di materie agricole per fini diversi dall’alimentazione umana non transige». Quando si può, rispetto totale.

 

GIANNI AGNELLI E FIDEL CASTRO GIANNI AGNELLI E FIDEL CASTRO

Oggi le sporadiche visite di amici e capi di Stato al vecchio Comandante sono testimoniate da poche foto (selezionate da lui stesso, dicono, la vanità non invecchia). Scattate nella villa immersa nel verde alle porte dell’Avana dalla quale non esce più da un anno. A lungo la vita personale del «líder máximo», ossessionato dagli attentati della Cia, era un mistero per tutti, si diceva che dormisse ogni notte in un posto diverso per sicurezza, o che non lasciasse mai il suo bunker ufficio. Oggi sappiamo che abita qui da sempre, in una casa non troppo lussuosa ma con una grande piscina, circondato da ettari coltivati a frutta e verdura per il suo consumo personale. Dove Francesco lo ha visitato ieri, facendolo sentire ancora una volta come un altro Papa.

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO