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FORZA ZANDA! - “SERVE IL CONGRESSO STRAORDINARIO DEL PD" (PER FAR FUORI ELLY SCHLEIN) – “URGE UNA RIFLESSIONE SULLA POLITICA INTERNAZIONALE. IL PD DEVE CAMBIARE SEGRETARIO? NECESSARIO È CAMBIARE LO STATUTO E DECIDERE SE IL SEGRETARIO LO SCELGONO GLI ISCRITTI, OPPURE SE CHIUNQUE POSSA CONTINUARE AD ANDARE AI GAZEBO” (PER QUESTA GENIALIATA, RINGRAZIARE ENRICO LETTA) – LA BORDATA A ELLY: “SE IL CAMPO LARGO DI FATTO NON ESISTE PIÙ, SIGNIFICA CHE ESSERE STATI TESTARDAMENTE UNITARI NON È SERVITO A NIENTE” – DOPO IL NO AL PIANO URSULA SUL RIARMO E L’USCITA DELLA FURLAN, I RIFORMISTI DEM IN SUBBUGLIO...

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Fabio Martini per “La Stampa” - Estratti

 

luigi zanda foto di bacco

Luigi Zanda, che del Pd è uno dei 45 fondatori, lancia una proposta fino ad oggi rimasta estranea alla discussione pubblica e proprio per questo destinata a far discutere: «Davanti alla straordinarietà della fase storica che stiamo vivendo e dunque al bisogno urgente e assoluto per il Pd di darsi una linea chiara sulla politica internazionale ed europea, l'unico luogo nel quale un dibattito di questo rilievo possa svolgersi in modo franco e trasparente è un congresso straordinario».

 

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Siamo ad un tornante della storia e il Pd sembra di nuovo dotato di una sola bussola, quella che lo spinge ad occupare uno spazio "contro"?

elly schlein

«Questi due anni e mezzo di governo, ad onor del vero, non sembrano aver indebolito la presidente del Consiglio, anzi. Ora lei cerca di stare in equilibrio tra l'Europa e Trump e, pur tra difficoltà, l'impresa le sta riuscendo. Anche se sappiamo che pure per lei arriverà un giorno della verità, nel quale dovrà scegliere tra il diavolo e l'acqua santa. In questa congiuntura il Pd resta un partito necessario all'Italia e sul quale si deve dare un giudizio tenendo conto delle condizioni generali dell'opposizione, che non gode di una buona salute. Se il Campo largo di fatto non esiste più, significa che essere stati testardamente unitari non è servito a niente».

 

Sinora la segretaria del Pd è stata coerente con chi è stato determinante nell'eleggerla: non tanto gli iscritti (solo un terzo l'aveva votata), ma gli elettori delle Primarie, alcuni dei quali non avevano mai votato dem. Un elettorato movimentista che sta cambiando la natura del Pd come partito della sinistra di governo?

«Io credo che sarebbe utile andare ad un congresso straordinario, da preparare bene, coinvolgendo la base del partito. E che bisognerebbe celebrare non oltre l'inizio del 2026, perché deve precedere di almeno un anno le elezioni politiche.

 

luigi zanda foto di bacco

Un congresso straordinario serve, perché il Pd ha davanti a sé delle scelte che nel marzo 2023 non erano immaginabili. E infatti allora fu scelto un gruppo dirigente chiamato ad innovare il partito dall'interno e non a fronteggiare un mondo in mutamento così radicale, così segnato da venti di guerra».

 

Lei pensa che il Pd dovrebbe cambiare segretario?

«Quello che è necessario per il Pd, è una rigorosa e profonda riflessione sulla politica internazionale. Se da questo confronto dovessero emergere posizioni e candidature diverse, questo non lo possiamo sapere. In ogni caso il Pd avrebbe il dovere, anzi la necessità, di cambiare lo Statuto e decidere una volta per tutte se il segretario lo scelgono gli iscritti, oppure se chiunque possa continuare ad andare ai Gazebo, anche se non vota Pd, anche un avversario. Spero che le Primarie di due anni fa siano state le ultime nelle quali gli iscritti sono stati messi contro i Gazebo».

sala schlein 3

 

 

I RIFORMISTI PD A SCHLEIN: "ORA RIFLETTA"

Niccolò Carratelli per “La Stampa” - Estratti

 

Quando arrivano gli «inviti a riflettere», di solito c'è maretta. A Elly Schlein ne sono arrivati diversi nelle ultime ore. Prima sulla sua linea nettamente critica rispetto al piano di riarmo europeo, poi sull'addio al Pd di Anna Maria Furlan. La senatrice, ex segretaria della Cisl, è passata a Italia viva in polemica con la linea della segretaria sui temi del lavoro.

 

luigi zanda foto di bacco

E i riformisti dem hanno voluto sottolineare lo strappo. «Dovremmo interrogarci sulle ragioni», dice Lorenzo Guerini. «Non si può far finta di niente», aggiunge Alessandro Alfieri. «La sua scelta sia motivo di riflessione», è anche l'appello di Simona Bonafè. Ma la lista dei dispiaciuti è lunga e la sensazione è che stia riaffiorando un certo disagio della minoranza riformista, anestetizzato dai successi elettorali del 2024. «Non ci sono all'orizzonte altre uscite, ma nei mesi scorsi qualcuno è stato fermato sull'uscio», raccontano fonti della minoranza Pd.

 

Più dell'uscita di Furlan, però, a destare preoccupazione è il posizionamento in Europa, dopo aver visto Schlein tenere il punto sulla bocciatura della proposta di Ursula von der Leyen per aumentare gli investimenti nella difesa.

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse

Una postura considerata da molti, a Roma come a Bruxelles, un autogol, perché isola il Pd rispetto al gruppo dei Socialisti europei, schierato per lo più a favore del piano…

luigi zanda foto di bacco

 

FRANCESCO COSSIGA E LUIGI ZANDA

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