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Ci sarebbe una (leggera) schiarita nella complessa opera di sblocco dell'impasse politica alla quale stanno lavorando in queste ore le diplomazie del Pd e del Pdl con la discreta regìa del Quirinale. La struttura dell'intesa, secondo quanto risulta a ilmondo.it, sarebbe ancora da affinare ma avrebbe già ricevuto le prime, importanti adesioni.
Ve la proponiamo così come ci è stata raccontata da uno degli emissari che la stanno architettando. Dunque: l'accordo prevederebbe l'elezioni al Quirinale di una donna (l'attuale Guardasigilli del governo Monti, Paola Severino, o l'ex-commissaria europea Emma Bonino).
Entrambe donne, proprio nella convinzione comunque che è giunta l'ora di un forte segnale di rinnovamento anche al Colle, e tutte non casualmente impegnate nella lotta per un intervento d'urgenza che allevi la situazione delle carceri.
La successora di Giorgio Napolitano al Quirinale (non a caso anche il Capo dello Stato giunto alla fine del suo mandato, si è più volte espresso a favore di un intervento del Parlamento sulle carceri) garantirebbe il suo via libera a un'amnistia entro Natale con alcuni paletti che riguarderebbero i reati coinvolti (condanne fino a 3-4 anni) e l'incandidabilità degli imputati che accettassero l'applicazione di questo provvedimento nei propri riguardi.
Silvio Berlusconi, in questo modo, potrebbe godere indirettamente di un provvedimento erga omnes e non ad personam che gli consentirebbe di non aver più da temere dai processi che lo riguardano (soprattutto Mediaset e Ruby). Terminerebbe così anche quello che, secondo il Cavaliere, è l'accanimento giudiziario nei suoi confronti da parte di alcune Procure.
L'uscita di scena di Berlusconi sbloccherebbe il quadro politico: il governo Bersani potrebbe avere il via libera dal Parlamento (con l'uscita dall'aula del Senato da parte del Pdl al momento della fiducia) e si sgonfierebbe come d'incanto il rischio di elezioni anticipate perché a questo punto, escluso il Movimento 5 Stelle, nessuna tra le altre forze politiche avrebbe interesse a tornare al voto, almeno non prima di aver varato i provvedimenti urgenti (legge elettorale, economia, fisco e riforme istituzionali) che il Paese chiede a gran voce. Fantapolitica? Le prossime ore lo diranno.
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