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SI ALZA IL SIPARIO SUL PNRR (E SONO CAZZI)! – BRUTTE NOTIZIE PER GIORGIA MELONI: DA BRUXELLES STANNO PER TORNARE A ROMA GLI ISPETTORI DELLA COMMISSIONE PER  VALUTARE L'ATTUAZIONE DEL RECOVERY – FINORA L'ITALIA HA INCASSATO 102 MILIARDI DI EURO E NE HA SPESI SOLO 45,6 – PER CAPIRE QUANTO SUA COMPLICATA LA MESSA A TERRA DEL PIANO, BASTA OSSERVARE LE REALTÀ PIÙ PICCOLE, COME IL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA, DOVE IL NEOPRESIDENTE SERGIO CASTELLITTO HA DOVUTO “RIMODULARE” I PROGETTI FINANZIATI DAL PNRR: “MEGLIO PORTARNE A TERMINE 5 PIUTTOSTO CHE SOGNARNE 10 E RISCHIARE DI NON VEDERLI REALIZZATI”

DAGONOTA

 

raffaele fitto giorgia meloni

Ricevere i bonifici da Bruxelles è facile. Riuscire a investire le risorse europee è un'altra storia. E per la commissione Ue è l'ora di fare i conti e capire a che punto è la messa a terra del Pnrr in Italia. Gli ispettori comunitari sono in arrivo a Roma per fare le pulci al lavoro portato avanti dalla cabina di regia di Palazzo Chigi, guidata dall'ultrameloniano Raffaele Fitto.

 

Per Giorgia Meloni c’è poco da stare tranquilli. I dati pubblici non promettono nulla di buono. L'attuazione del recovery finora ha avuto un andamento lento. Al 31 dicembre 2023 la spesa dei fondi europei si è fermata a 45,6 miliardi, meno della metà dei 101,93 incassati. E così  il governo italiano rischia di sbattere contro la scadenza del 2026, lasciando per strada milioni di euro e opere incompiute.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Per comprendere la situazione complicata nell'attuazione del Piano nazionale di Ripresa e resilienza, basta osservare le realtà più “piccole”, alle prese con la burocrazia e gli inciampi pratici: ad esempio il Centro sperimentale di cinematografia, dove il neopresidente Sergio Castellitto ha dovuto “rimodulare” i progetti finanziati dal Pnrr. «Meglio portare a termine 5 progetti piuttosto che sognarne 10 e rischiare di non vederli realizzati», ha ammesso il regista e attore, che ha rinunciato al progetto sul teatro Fiamma di Roma: «Non sarebbe stato possibile terminarlo nei due anni previsti».

 

CASTELLITTO, 'APRO LA MIA SCUOLA AGLI ARTISTI IN GUERRA'

Estratto dell’articolo di Francesca Chiri per www.ansa.it

 

sergio castellitto foto di bacco

Un'iniziativa contro "la diaspora degli artisti in guerra" e tanti progetti per rilanciare il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ma un passo alla volta, perché - avverte il nuovo presidente Sergio Castellitto - c'è la burocrazia "che è come il colesterolo: c'è quella buona che serve a realizzare cose che servono alla comunità.

 

E c'è quella cattiva" per cui serve una buona dose di buon senso per sapercisi adattare. "Quando ho accettato l'incarico ho chiesto, e così è stato, di poter lavorare in totale libertà e assoluta indipendenza. Ho coinvolto il cda a cui ho chiesto di essere 'militante', di condividere con me l'azione di governo del Centro con idee e progetti".

 

Ne stanno uscendo tanti, anche se sono altrettante le questioni da risolvere come la gestione delle risorse del Pnrr che, ironizza il cineasta in occasione di un incontro nella sua 'scuola', "non è un antibiotico ma una opportunità per la quale siamo arrivati alla conclusione che sia meglio portare a termine 5 progetti piuttosto che sognarne 10 e rischiare di non vederli realizzati".

 

sergio castellitto foto di bacco (3)

Il Pnrr è quindi stato rimodulato e con le risorse a disposizione verrà anche ristrutturato il cosiddetto "teatro bruciato", il vecchio teatro di posa che riprenderà la sua funzione ospitando anche una sala mix ed altri spazi per il funzionamento della scuola. Esce invece dal Pnrr il progetto sul teatro Fiamma di Roma: "Non sarebbe stato possibile terminarlo nei due anni previsti" e inoltre, "c'è chi, come me, pensa che non sia 'socialmente' adatto ad un pubblico giovane come quello degli studenti del Csc: l'esperienza del Cinema America, d'altra parte, ci insegna che i 'luoghi contano'".

 

[...] E poi c'è l'iniziativa che Castellitto si propone di realizzare nella seconda metà di giugno: aprire il Centro agli artisti provenienti dalle zone di guerra. "Credo che questo luogo debba imparare a rompere la cupola del convento ed aprirsi affettuosamente verso l'esterno. Viviamo tutti la dimensione di allarme sociale politico e soprattutto psichico delle guerre che sono a 2 ore e mezza di volo dalle nostre case e mi è sembrato interessante che questo luogo aprisse le sue porte ad artisti, cineasti, scrittori, musicisti e studenti per potersi confrontare. O anche confliggere... nel limiti del dialogo" ha annunciato il cineasta." [...]

sergio castellitto foto di baccoRAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI