Si scrive obama, si deve leggere michelle: è lei la “padrona” alla casa bianca

8 gen 2012 10:32

1- LA VITA SEGRETA DI MICHELLE OBAMA - Ãˆ LEI LA "REGISTA" ALLA CASA BIANCA
Massimo Gaggi per Corriere della Sera

L'orto biologico piantato da Michelle Obama nel giardino della Casa Bianca non Ã¨ stato solo l'atto concepito per dare sostanza a una campagna contro l'obesitÃ infantile che vuole convincere i giovani a tornare ai cibi naturali: Ã¨ stato anche un gesto politico - il tentativo di aiutare il marito, sotto attacco per una riforma sanitaria mal concepita, con un'iniziativa Â«salutistaÂ» assai piÃ¹ popolare - e, forse, anche una Â«scelta terapeuticaÂ».

Un modo di sfogare, con zappa e rastrello, la frustrazione per la rinuncia a quasi tutte le sue libertÃ personali e la rabbia nei confronti dei cinici consiglieri del presidente che, a suo modo di vedere, avevano costretto il marito ad abbandonare alcune delle sue idee piÃ¹ nobili e molte promesse fatte durante la campagna del 2008.

PERSONALITA' FORTE - Â«The ObamasÂ», il libro della giornalista Jodi Kantor che uscirÃ nelle librerie americane martedÃ¬ prossimo ma che Ã¨ stato anticipato ieri dal New York Times , racconta la storia di uno staff presidenziale diviso e a volte maldestro, spesso in conflitto con la First Lady, soprattutto nei primi due anni della presidenza Obama.

Ma, soprattutto, il saggio ritrae una Michelle dalla personalitÃ fortissima sempre in bilico tra i suoi istinti materni - al punto di pensare di non trasferirsi alla Casa Bianca nel gennaio 2009, dopo il giuramento di Barack, per restare a Chicago con le figlie fino alla fine dell'anno scolastico, progetto poi rientrato - e la tentazione di entrare Â«a gamba tesaÂ» nell'attivitÃ della West Wing, l'ala degli uffici governativi della Casa Bianca. Non per interferire nelle scelte politiche del presidente, ma con l'idea di proteggerlo dal cinismo di un team che le sembrava disposto a ogni compromesso, anche sui principi, pur di vincere una battaglia tattica.

EMANUEL E LE FIRST LADY - Fin dall'inizio il nemico numero uno di Michelle Ã¨ il capo di gabinetto Rahm Emanuel. Potente, sfacciato, abituato a usare un linguaggio molto volgare. Un Â«ufficiale di collegamentoÂ» col Congresso incapace, agli occhi della First Lady, di evitare che quello della riforma sanitaria divenga una sorta di Â«mercato delle vaccheÂ» dal quale l'immagine del presidente esce a pezzi.

Michelle non affronta mai direttamente Rahm, ma incalza il marito. Ed Emanuel, benchÃ© furente per queste pressioni di cui viene informato, si tiene alla larga: ha giÃ imparato nella Casa Bianca di Bill Clinton, dove si era scontrato con Hillary, che da uno scontro con una First Lady si esce inevitabilmente ustionati.

LE INTREFERENZE DI RAHM E GIBBS - Quando, nella primavera del 2010, le perplessitÃ sulla riforma sanitaria espresse in privato da Emanuel finiscono sui giornali, il capo di gabinetto offre le dimissioni al presidente che le respinge. Pochi mesi dopo, comunque, Rahm si candida a sindaco di Chicago e, con l'appoggio di Barack, viene eletto.

Insieme a lui esce di scena anche il portavoce Robert Gibbs, altro destinatario dei fulmini di Michelle per i suoi interventi anche nelle scelte della famiglia, come l'abbigliamento o le vacanze. Interferenza legittima perchÃ© Gibbs Ã¨ responsabile dell'immagine presidenziale e anche una scelta personale sbagliata puÃ² produrre un danno nella comunicazione non riparabile: il Â«caso di scuolaÂ» Ã¨ quello del taglio di capelli da 400 dollari che a Bob Edwards, candidato presidenziale nel 2008, Ã¨ stato rinfacciato all'infinito. Ma Michelle vive questi interventi come interferenze insopportabili.

IL LIBRO E LE POLEMICHE - Il libro susciterÃ polemiche. La destra probabilmente attaccherÃ dipingendo Michelle come una Â«Lady MacbethÂ» che incombe su un presidente con poca personalitÃ . La sinistra liberal vedrÃ in lei l'eroina che cerca di salvare l'anima del presidente. La moglie che lo invita a difendere le sue idee anche se puÃ² avere un alto costo politico: Susan Sher, ex capo dello staff di lady Obama, racconta all'autrice del libro che Â«Michelle pensa che perdere un'elezione non sia la cosa piÃ¹ grave che possa capitare: Ã¨ piÃ¹ importante restare se stessiÂ».

I portavoce della Casa Bianca sono giÃ corsi ai ripari parlando del libro come della Â«drammatizzazione di notizie giÃ note, mescolate a opinioni personali di una giornalista che ha avuto solo informazioni di seconda manoÂ», visto che non ha parlato nÃ© con il presidente nÃ© con Michelle. Di rivelazioni clamorose, in effetti, nel libro non ce ne sono. Ma la Kantor, che segue la Casa Bianca da anni, ha intervistato 33 collaboratori del presidente, compreso il suo braccio destro David Axelrod e lo stesso Emanuel.

LE RINUNCE E LE BATTAGLIE - Polemiche a parte, la forza del libro risiede nel ritratto umano e politico di Michelle: l'isolamento del potere, l'impossibilitÃ di tornare a casa a Chicago, di frequentare i vecchi amici, la Â«torre d'avorioÂ» di Camp David, la tenuta impenetrabile alla curiositÃ dei giornalisti, ma nella quale la famiglia presidenziale perde il contatto col mondo.

E poi la First Lady che, dopo aver accettato malvolentieri di scendere in campo per aiutare i candidati democratici nelle elezioni di mid term del 2010, ora Ã¨ pronta a gettarsi nella campagna presidenziale, decisa a spalleggiare Barack in una battaglia che sarÃ durissima.

2- MICHELLE, LA FIRST LADY DI FERRO CHE PIEGA I CONSIGLIERI DI OBAMA
(Il testo Ã¨ un adattamento del libro "The Obamas" Â©New York Times - La Repubblica - Traduzione Luis E. Moriones)

Michelle Obama, in privato, era furente non solo con il team del presidente, ma anche con suo marito. Nei giorni successivi alla perdita da parte dei democratici del seggio al Senato di Edward Kennedy, nel gennaio del 2010, la first lady non riusciva a spiegarsi come la Casa Bianca avesse potuto farsi sfuggire quel seggio cruciale per far passare la riforma sanitaria del presidente.

Per lei questa perdita dimostrava quel che diceva da tempo: i consiglieri di Barack Obama avevano una visione troppo ristretta e non abbastanza strategica. Obama confidÃ²: Â«Ha lÂ´impressione che il timone non sia orientato nella direzione giustaÂ». Rahm Emanuel, allora capo di gabinetto della Casa Bianca, ha negato di essersi offeso per lÂ´atteggiamento della signora Obama, ma altri consulenti hanno descritto una situazione sgradevole: un presidente il cui programma rischiava di arenarsi, una first lady che disapprovava lÂ´orientamento preso dalla Casa Bianca e un capo di Gabinetto irritato dalla sua influenza.

La Michelle Obama del gennaio 2012 Ã¨ una donna esperta, capace di motivare e di affascinare, una campionessa delle cause sicure come lÂ´aiuto alle famiglie dei militari e la lotta allÂ´obesitÃ infantile, una protagonista della politica sempre piÃ¹ attenta, ansiosa di mettere a disposizione la sua popolaritÃ nella campagna per la rielezione del marito.

Le interviste con piÃ¹ di 30 collaboratori passati e attuali, nonchÃ© con alcuni tra gli amici piÃ¹ intimi della coppia presidenziale, realizzate per il libro, The Obamas, mostrano perÃ² che la sua storia Ã¨ stata quella prima di una lotta, poi di una svolta e di molte soddisfazioni. La signora Obama Ã¨ una moglie sempre disposta a sostenere il marito ma spesso ansiosa, che diffida del pensiero politico convenzionale, una figura innovativa che ha sentito in modo acuto le pressioni e le potenzialitÃ dellÂ´essere la prima afroamericana a raggiungere la sua posizione e una first lady che si Ã¨ impegnata per rendere il proprio ruolo piÃ¹ significativo.

Pur sorprendendo gli americani per il suo calore, il suo fascino e la sua ospitalitÃ fin dagli inizi del mandato, la signora Obama si sentiva molto frustrata. Avvocato, laureata a Harvard, aveva rinunciato alla sua carriera per una posizione che allÂ´inizio le sembrava inutile e aveva tentato di limitare le sue uscite in pubblico; alla Casa Bianca, la difficoltÃ di coinvolgere la signora Obama in un evento era proverbiale.

Anche lÂ´isolamento della Casa Bianca fu per lei uno shock; allÂ´improvviso si trovava tagliata fuori dalla sua vita e dalle sue abitudini, ed esitava perfino a portare le figlie a scuola per paura di creare un problema. Michelle Obama si trovÃ² spesso al centro di dibattiti interni su come gli Obama dovessero vivere e apparire, viaggiare e ricevere gli ospiti. Come prima first lady afroamericana, voleva che tutto fosse impeccabile; aveva la sensazione che Â«tutti aspettassero che una donna di colore facesse un erroreÂ».

Ma i consiglieri del marito, in particolare lÂ´ex portavoce Robert Gibbs, erano preoccupati che la Casa Bianca potesse apparire insensibile alla rabbia dellÂ´opinione pubblica per la disoccupazione, gli aiuti e le liquidazioni ai banchieri. Il risultato fu un costante e angosciante tira e molla fra la East Wing e la West Wing (nellÂ´ala Ovest della Casa Bianca si trova lo studio del presidente, nellÂ´ala Est lÂ´abitazione, ndt) sulle vacanze, lÂ´arredamento, i ricevimenti e perfino su questioni trascurabili come annunciare o meno lÂ´assunzione di un nuovo fioraio.

La first lady, per quanto inesperta, identificava perÃ² presto i problemi. Fin dallÂ´inizio, si preoccupÃ² che la Casa Bianca presentasse allÂ´opinione pubblica un resoconto chiaro e convincente delle attivitÃ del presidente. Voleva contribuire a promuovere la riforma sanitaria nella primavera del 2009. Â«Trovate il modo di usarmi in modo efficaceÂ», disse ai suoi collaboratori. Ma la maggior parte dei consulenti della West Wing non tenne conto della sua disponibilitÃ .

La tensione nei rapporti tra lÂ´ala Est e lÂ´ala Ovest rimase un problema velato finchÃ©, nel settembre del 2010, la situazione esplose. La mattina del 16 settembre, Gibbs stava leggendo le notizie quando un articolo lo fece trasalire: secondo un libro pubblicato in Francia, Michelle Obama aveva detto a Carla Bruni-Sarkozy, che vivere alla Casa Bianca era Â«un infernoÂ».

Gibbs cercÃ² per ore di replicare allÂ´articolo, convincendo lÂ´Eliseo a pubblicare una smentita. A mezzogiorno, il potenziale disastro era scongiurato. Ma alla riunione delle 7:30 convocata il giorno dopo da Emanuel, Jarrett disse che la first lady era preoccupata per la risposta della Casa Bianca al libro. Gibbs mandÃ² a quel paese la first lady, mentre i colleghi abbassavano gli occhi scandalizzati, e se ne andÃ².

Ormai, la traiettoria di Michelle Obama alla Casa Bianca stava cambiando. Stava poco a poco ridefinendo quel ruolo che le era sembrato inutile, lo stava facendo suo. A volte il suo lavoro le sembrava una risposta in miniatura a ciÃ² che andava male con la presidenza. Se la riforma sanitaria di suo marito era impopolare, lei si lanciava in una campagna sullÂ´alimentazione e sullÂ´attivitÃ fisica, che in fondo aveva lo stesso obiettivo: migliorare le condizioni di salute, abbassando i costi. Se suo marito non comunicava con il pubblico, lei lo conquistava con discorsi vibranti.

La sua popolaritÃ , con il calo di consenso di suo marito, le dava piÃ¹ leva di quanta non ne avesse allÂ´inizio del mandato. Un incontro nello Studio ovale alcune settimane prima delle elezioni di mediotermine del 2010, confermÃ² il cambiamento della sua posizione. I membri dello staff del presidente presentarono uno per uno agli Obama argomenti e statistiche su come la first lady avrebbe potuto contribuire a raccogliere voti.

Ora che suo marito si trova ad affrontare una dura battaglia per la sua rielezione, la sua insicurezza Ã¨ svanita: Ã¨ pronta a impegnarsi in modo totale, ha detto ai suoi collaboratori. Se Michelle Obama ha avuto a volte un ruolo critico dallÂ´interno, Ã¨ anche la piÃ¹ determinata sostenitrice di suo marito.

Pur continuando a evitare di entrare nei dettagli politici o in discussioni strategiche, ha oggi il ruolo che cercava nellÂ´amplificare il messaggio del presidente. "La vedo piÃ¹ rilassata di quanto non lÂ´abbia mai vista da quando lui si Ã¨ candidato alla presidenza, e questa Ã¨ unÂ´ottima cosa", ha detto David Axelrod.