DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Massimiliano Lenzi per “il Tempo”
luigi brugnaro cammina nell acqua alta
«La conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, mercoledì, non l'ho neppure sentita, per dirle quanto sono affascinato da questi riti. Non l'ho neppure sentita così non devo commentarla negativamente. Oggi è un momento in cui si devono fare fatti, ne va della credibilità del Paese. Sono tre mesi in cui è stato detto di tutto e di più su questa disgrazia che ci è capitata e poi ci stupiamo che i greci e gli austriaci non ci vogliono e non vengono in Italia».
l'ennesima conferenza stampa di conte by osho
GIUSEPPE CONTE E IL BONUS MONOPATTINO
Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, un passato da imprenditore, è un uomo che parla schietto. Sarà l'aria della città, con quel passato da Repubblica marinara che ha dominato i mari. Una città che ha dato i natali a Giacomo Casanova, uomo di talento e di avventure che soleva ripetere: «Il tiro peggiore che la fortuna possa giocare ad un uomo intelligente è metterlo alle dipendenze di uno sciocco».
Abbiamo sbagliato il racconto dell'Italia in questi mesi difficili?
«Vede Lenzi, se si esagera nelle cose, se si perde il controllo della situazione poi si paga pegno. Io ho provato a dirlo più volte, "guardate che bisogna cambiare sistema". Questa roba del droplet sugli autobus e sui treni, dobbiamo toglierlo, se si sale e si entra con la mascherina.
Tanti hanno paura, legittimamente, perché è successo qualcosa che non si è mai visto a livello mondiale ma noi ci abbiamo messo anche il carico comunicativo, le televisioni e i media, 24 ore al giorno, a ripetere che rischiavamo tutti di morire. La gente si è spaventata. Io ho detto alle persone, se siete spaventate non c'è bisogno che andiate in mezzo agli altri.
Ma non è neppure obbligatorio che io non possa uscire, ci mettiamo le mascherine e con un sistema di attenzione si può immaginare di tornare ad una capienza, le faccio un esempio, sui mezzi di trasporto non così ridotta. Vogliamo parlare delle scuole?».
Vada, le scuole?
«Le vogliamo riaprire queste scuole! In Spagna, che pure hanno avuto un virus altrettanto violento, hanno riaperto le scuole. I giovani devono tornare a scuola. Ed invece qui da noi non abbiamo ancora le spiegazioni di come riaprire i centri estivi. E non siamo riusciti a riaprirli. Ma stiamo scherzando. Adesso apprendo, anzi ho letto, che vogliono fare diventare noi sindaci dei commissari.
luigi brugnaro e lo smantellamento dell'ovovia ponte di calatrava
Ed ecco qua: abbiamo fatto il modello ponte di Genova ma senza gli schei. Senza i soldi. Noi sindaci siamo commissari per la scuola, perché teoricamente noi dovremmo per settembre risolvere nelle scuole i proble mi eventuali di un droplet che nessuno sa come sarà per settembre. Tutto al buio ed in più senza soldi. Ma che siamo? Tipo i maghi».
giuseppe conte genova ponte assembramento
Maghi speriamo di no. Lei a Venezia come se la passa?
«Io è da novembre che dormo solo poche ore, perché a Venezia abbiamo avuto prima del virus l'acqua ovunque. L'alluvione. Vedo intorno a me gente che ha riposato, che è stata a casa tre mesi, riflettendo sul mondo che cambierà e non sarà più come prima. Beh, io non ho avuto tutto questo tempo.
Ed ho chiesto al Governo, e non mi interessa il colore politico, di essere pratico. Parlare meno e fare di più. Al Governo. Poi per la politica, ognuno fa come crede, la propaganda ed il resto. Ma io adesso sto parlando da amministratore che ha delle responsabilità. E non solo verso chi l'ha votato».
La polemica di Conte con gli industriali, lei cosa ne pensa?
«Ti lamenti se il presidente di Confindustria, che è anche un mio caro amico, Bonomi, dice quattro cose in croce che poi sono la verità? E che pensiamo tutti. Te la prendi con lui. Non esiste. Serve un bagno di umiltà. Ripartiamo, giriamo pagina. E basta promesse. Le cose buone si possono fare, collaborando, penso al richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e penso che i sindaci vadano valorizzati perché è gente che è stata sul pezzo.
C'erano sindaci che andavano in giro con il megafono, io non ho fatto queste robe, a dire alla gente di star lontani, lavorando giorno e notte. E tra noi ci scrivevamo continuamente perché il Governo decideva le cose la sera, che sapevamo la notte, per la mattina dopo. Chiudi il, metti i paletti di là. Dovevamo fare tutto noi perché il Governo faceva le ordinanze e noi dovevamo metterle in pratica a spese nostre. Questo è ciò che è successo. Questa storia qua finirà nei libri. Magari ci pure faranno i fumetti di storia».
LUCA ZAIA MATTEO SALVINI E LUIGI BRUGNARO A VENEZIA CON L'ACQUA ALTA
Per chiudere le chiedo una frase per dare un po' di otti mismo agli italiani e per uscire dalla crisi?
«Duri i banchi! È il grido di guerra della Repubblica marinara di Venezia, quella che dominava i mari. Il grido prima degli abbordaggi». Un modo orgoglioso, veneziano, per dire alla gente, agli italiani: tenete duro. Non mollate.
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