SINISTRATI - CHISSÀ, SE RENZI DA UNA PARTE E BARCA E VENDOLA DALL’ALTRA, DARANNO VITA AI DUE PARTITI

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Riccardo Barenghi per "La Stampa"

E' durata poco la piccola grande alleanza messa in piedi da Bersani e Vendola. Il tempo di non vincere le elezioni e di spaccarsi verticalmente sull'elezione del presidente della Repubblica. E soprattutto sul governo che verrà. Sarà difficile a questo punto ricomporre quel «bene comune» che tanto aveva fatto sperare gli elettori del centrosinistra.
Il bene non si sa più dove sia, e se per caso ci fosse ancora non sarebbe più comune.

In comune, semmai, potrebbe esserci qualcos'altro, ma non più tra Bersani e Vendola bensì tra lo stesso Vendola e Fabrizio Barca. Il ministro del governo Monti, che qualche settimana fa si è iscritto al Pd pubblicando un impegnativo documento su quel che dovrebbe essere il nuovo partito della sinistra (attenzione: sinistra e non centrosinistra), l'altro ieri è uscito allo scoperto giudicando «incomprensibile» la scelta del «suo» partito di non votare per Rodotà.

Una posizione che ha incontrato il consenso di moltissimi militanti ed elettori dello stesso Partito democratico, che nei giorni scorsi hanno fatto sentire la loro voce contraria alle scelte dei loro dirigenti, considerate vecchie, poco coraggiose e soprattutto foriere di un governo di larghe intese con il centrodestra del tanto odiato Berlusconi (ipotesi che tra qualche giorno diventerà realtà). Ma che più avanti potrebbe sfociare in qualcosa di molto più impegnativo di una semplice manifestazione di dissenso su una singola scelta.

Il Pd, si è detto e scritto in questi giorni, non è più un partito, forse sono due, forse di più, certamente non ha un gruppo dirigente degno di questo nome. E adesso non ha neanche più un leader. Si andrà a un congresso ma forse neanche il congresso riuscirà a rimettere insieme i cocci. E' evidente che al suo interno convivono ancora due grandi filoni politico-culturali.

Uno è quello dei cosiddetti moderati, cattolici o meno cattolici, che guarda a Matteo Renzi come il suo futuro leader. L'altro, che proviene dalla storia del Pci ma non solo del Pci, potrebbe riconoscersi nel pensiero di Barca. Vendola, che dirige un' altra formazione politica, ripete da anni che i partiti sono «semi» che servono a far nascere nuove piante, magari alberi.

E l'albero a cui pensa il governatore della Puglia è un «nuovo soggetto politico della sinistra italiana». Praticamente la stessa idea di Barca. Un'idea che avrà la sua prima prova concreta nell'assemblea dell'undici maggio convocata dallo stesso Vendola a Roma.

Dunque sarà a questi due personaggi che si rivolgeranno i tanti (o pochi, si vedrà), dentro e fuori il Pd, che considerano finita con Bersani quell'esperienza nata con Veltroni. Era una scommessa suggestiva e ambiziosa, un progetto che voleva tenere insieme culture diverse, storie diversissime ma che avevano in comune la stessa idea della democrazia e della società, ovviamente contrapposta a quella di Berlusconi.

Ma il progetto è naufragato contro lo scoglio di una realtà fatta di divisioni, egoismi, correnti e correntine, attenzione spasmodica al proprio «particulare» e anche strategie politiche alla fine inconciliabili. Oltre quattro anni fa Massimo D'Alema parlò del suo partito come di un amalgama mal riuscito. Era stato ottimista: più che mal riuscito non c'era proprio l'amalgama.

La sfida quasi impossibile per il futuro è dunque riuscire a amalgamare ciò che finora non si è lasciato impastare, magari affidandosi alla magica ricetta di un giovane cuoco come Matteo Renzi. Oppure prendere atto che quella storia è finita, come si fa quando una coppia non riesce più a stare insieme e magari continua a convivere per paura che i figli soffrano.

Ma i figli del Pd stanno soffrendo da anni, adesso poi hanno superato la soglia della sopportazione. E forse, chissà, se Renzi da una parte e Barca e Vendola dall'altra dessero vita ai due partiti che sognano, i figli sarebbero più contenti. Quantomeno non dovrebbero assistere ai furibondi litigi dei genitori che mandano la loro casa in frantumi.

 

 

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