DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Estratto dell’articolo di Luca Veronese per “La Verità”
Amnistia: è la proposta di Carles Puigdemont, già arrivata sul tavolo delle trattative politiche, per formare il nuovo governo in Spagna. Il leader degli indipendentisti catalani più intransigenti, il capo della tentata secessione, fuggito in Belgio ormai da sei anni per evitare le prigioni spagnole, è diventato determinante per formare una maggioranza stabile nel Parlamento nazionale.
In cambio del suo sostegno chiede però il colpo di spugna sulle condanne e su tutta la vicenda giudiziaria scatenata dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza del 2017. Alcuni collaboratori di Puigdemont, oggi europarlamentare, ne avrebbero già discusso in modo informale, nei giorni scorsi in Francia a pochi chilometri dal confine spagnolo, con l’entourage del premier uscente, il socialista Pedro Sanchez: nulla è deciso, ma molti sono i segnali che sembrano preludere a un accordo, tra qualche settimana.
carles Puigdemont esce dal carcere
Negli anni di governo, Sanchez ha tenuto aperto il dialogo con i nazionalisti catalani, cambiando totalmente linea rispetto al pugno di ferro del suo predecessore, il popolare Mariano Rajoy, e ottenendo la grazia per i nove leader secessionisti, già condannati e mandati in prigione.
Nei giorni scorsi inoltre i voti di Junts per Catalunya, il partito di Puigdemont, sono stati determinanti per eleggere alla presidenza della Camera la socialista Francina Armengol. Mentre, sempre alla Camera, il Partito socialista di Sanchez, assieme all’alleato Sumar, ha “regalato” un deputato ciascuno a Junts e Erc (la Sinistra repubblicana di Catalogna) permettendo a questi due partiti di formare un proprio gruppo parlamentare.
pedro sanchez elezioni in spagna 2023
La proposta di Puigdemont è quasi un insulto invece per Alberto Nunez Feijoo, il capo dei popolari al quale re Felipe VI ha assegnato l’incarico di governo: impossibile per i conservatori rimangiarsi anni di interventi, anche da parte delle forze di polizia, per fermare i referendum sull’indipendenza, placare la rivolta della Catalogna e difendere la nazione spagnola; impossibile accettare una sorta di assoluzione per chi ha attentato all’unità dello Stato.
RE FELIPE VI CON PEDRO SANCHEZ
È anche per questa inevitabile chiusura nei confronti degli indipendentisti catalani che Nunez Feijoo - pur avendo ottenuto più voti di tutti nelle elezioni dello scorso 23 luglio - è destinato a fallire nel suo tentativo di dare vita a un nuovo governo, nel quale i neofascisti di Vox (che vogliono abolire per legge i movimenti indipendentisti) certo non potrebbero stare assieme ai nazionalisti dei Paesi Baschi o appunto a Junts per Catalunya. […]
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