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STALLO ALLA FRANCESE – IL TRIONFO DI MARINE LE PEN NON È POI COSÌ CERTO. LE PRIME PROIEZIONI SUL VOTO DI DOMENICA PROSSIMA DELINEANO UN'ASSEMBLÉE NATIONALE SENZA UNA MAGGIORANZA ASSOLUTA NECESSARIA PER GOVERNARE (289 DEPUTATI) – IL RASSEMBLEMENT NATIONAL, AGGIUNGENDO ANCHE LA LISTA IN CON ERIC CIOTTI, OTTERREBBE INTORNO AI 250 SEGGI – MARINE LE PEN MOSTRA NERVOSISMO ED EVOCA LE DIMISSIONI DI MACRON “PER USCIRE DA UNA POTENZIALE CRISI POLITICA” – IL TOY BOY DELL’ELISEO HA GUADAGNATO 4 PUNTI NEI SONDAGGI IN UNA SETTIMANA…
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
Sarà il nervosismo per un trionfo elettorale che non appare più così scontato, o una tattica per mobilitare gli elettori cavalcando l'impopolarità del capo dello Stato. Fatto sta che Marine Le Pen non esclude più di chiedere le dimissioni di Emmanuel Macron dopo l'esito delle legislative. Se in un'intervista al Figaro aveva smentito quest'ipotesi, ora la leader del Rassemblement National mette sul tavolo l'opzione di una nuova elezione presidenziale «per uscire da una potenziale crisi politica».
Le prime proiezioni sul voto che cominciano a circolare – da interpretare ancora con prudenza, in un sistema maggioritario a doppio turno – delineano un'Assemblée Nationale senza una maggioranza assoluta necessaria per governare (289 deputati). Secondo una rilevazione Harris Interactive, il Rassemblement National, aggiungendo anche la lista in comune con Eric Ciotti, oscillerebbe tra 235 e 280 deputati. Per l'Ifop, la forbice è anche inferiore: tra 200 e 240 deputati.
emmanuel macron g7 borgo egnazia.
«Non chiedo a Macron di dimettersi. Rispetto le istituzioni», commenta Le Pen davanti a questo scenario. «Osservo soltanto che, quando c'è uno stallo politico, quando c'è una crisi politica, ci sono tre possibilità: il rimpasto, una dissoluzione o le dimissioni del presidente».
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Nelle retrovie si lavora già a immaginare alleanze in caso di hung parliament, parlamento bloccato. «Dovremo trovare una maggioranza allargata a nuove forze politiche, tenuto conto della situazione inedita del Paese», ha spiegato ieri Edouard Philippe. L'ex premier parla di Macron già al passato: «È lui che ha ucciso l'attuale maggioranza». «Il macronismo è finito, ammesso che sia mai esistito», osserva François Hollande, con una punta di sarcasmo.
L'ex presidente socialista, che si è candidato a sorpresa alle legislative, sostiene di non doversi vendicare del suo ex consigliere all'Eliseo e ministro dell'Economia. «Non ho conti da regolare», dice di Macron. Hollande, intanto, si posiziona già nel fronte dei "costruttivi" che potrebbero essere chiamati a lavorare insieme dopo il secondo turno del 7 luglio.
[...] Per il primo turno di domenica prossima, secondo l'Ipsos, il 62% dei francesi potrebbe andare a votare, 15 punti in più delle legislative del 2022. E già un milione di cittadini che non saranno nel loro luogo di residenza ha depositato una procura per far votare una persona di fiducia. Un record. La conferma che molti hanno capito che saranno elezioni cruciali.
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