DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
riconoscimento facciale amazon polizia americana
USO RICONOSCIMENTO FACCIALE, STOP DI AMAZON A POLIZIA
(ANSA) - Amazon ha annunciato che vieterà per un anno l'uso delle sue tecnologie per il riconoscimento facciale alla polizia. La decisione dopo le pressioni su tutte le aziende hi-tech perchè diano anche loro una risposta agli episodi di violenza e razzismo come la morte di George Floyd. "Esortiamo i governi a varare leggi più severe sull'uso di queste tecnologie", spiega l'azienda.
Federico Rampini per ''la Repubblica''
«Stop the pain», fermate la sofferenza: è l'appello lanciato da Philonise Floyd, fratello di George, nel suo intervento alla Camera dei deputati di Washington. «Io vi chiedo - ha detto ai parlamentari - cosa vale la vita di un nero? Venti dollari?». Il riferimento era alla banconota contraffatta che fece scattare l'arresto di George Floyd, poi ucciso per soffocamento in un video che il fratello ha ricordato: «Ho continuato a rivedere quelle immagini, otto minuti che mi sono sembrati lunghi otto ore. Non si tratta così neanche un animale. Questo è il 2020. È ora di dire basta. Tutti quelli che protestano nelle strade ve lo dicono: basta».
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E ha chiesto una legge contro le violenze della polizia. Una rivoluzione culturale, sotto il segno dell'antirazzismo, sembra soffiare impetuosa negli Stati Uniti. Investe anche il mondo dei media vecchi e nuovi. Fra i segnali c'è la cancellazione della 33esima stagione di una serie televisiva accusata di apologia dei poliziotti violenti, Cops .
Ci sono le dimissioni di capiredattori di testate importanti, dal direttore delle pagine dei commenti del New York Times ad altri nel Wall Street Journal e Philadelphia Inquirer , in seguito a contestazioni delle loro redazioni sul taglio scelto per le cronache o i commenti sulla questione razziale e sulle manifestazioni di protesta. Dopo le statue di personaggi controversi abbattute, c'è la decisione della US Navy di abolire da ogni base della marina militare le residue bandiere confederate, cioè quelle del Sud schiavista sconfitto nella guerra civile. La rivoluzione culturale però suscita la resistenza di Donald Trump. Il presidente si è schierato contro un'altra iniziativa, volta a ribattezzare le basi militari intitolate ai generali dell'esercito sudista, come Fort Bragg in North Carolina, Fort Hodd in Texas, Fort Benning in Georgia.
«Queste potenti e monumentali basi - ha twittato Trump - sono diventate parte dell'eredità della nostra grande storia, una storia di vincitori, di vittorie e di libertà. Abbiamo addestrato e schierato i nostri eroi in territori sacri, e hanno vinto due guerre mondiali. Perciò la mia amministrazione non prenderà mai in considerazione di rinominare queste magnifiche e mitiche installazioni». La rivoluzione culturale investe da tempo anche i social media, con il precedente di Twitter che da due settimane ha cominciato ad ammonire gli utenti quando le affermazioni di Trump risultano fake news o possono incitare la violenza.
philonise floyd fratello di george
Ieri Trump ha attaccato Snapchat, social media diffuso tra i più giovani, per aver rimosso dalla bacheca Discover il profilo della sua campagna per la rielezione. Si tratta dell'iniziativa più radicale intrapresa finora da una piattaforma digitale nei confronti di Trump e alza ulteriormente lo scontro tra il presidente e la Silicon Valley dopo la decisione di Twitter. Continua invece la politica di neutralità di Mark Zuckerberg, ma all'interno di Facebook la decisione del fondatore di non censurare Trump è oggetto di crescenti contestazioni.
philonise floyd fratello di george
Un veterano delle battaglie per i diritti civili e contro il razzismo, il reverendo Al Sharpton che ha celebrato il funerale di Floyd, teme che la rivoluzione culturale in corso sia una fiammata di politically correct destinata ad esaurirsi presto. Sharpton ha lanciato l'appello per una manifestazione nazionale a Washington il 28 agosto (57esimo anniversario della marcia di Martin Luther King e del discorso "I Have a Dream") anche per dare al movimento contro le violenze della polizia un orizzonte temporale più lungo.
disuguaglianze razziali negli stati uniti
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