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Andrea Arzilli per il Corriere della Sera – Roma
La scena, immortalata martedì pomeriggio alla Pisana, fa impressione: una pozza di sangue nel corridoio principale del palazzo del Consiglio Regionale del Lazio. Il sangue appartiene a Francesco Storace - ex governatore nonché consigliere regionale fino allo scorso 4 marzo -, ed è finito sul pavimento bianco a causa di una ferita al sopracciglio, poi ricucita al Policlinico Gemelli, generata da una brutta caduta.
La notizia fa subito il giro del web e viene messa in relazione ad un incontro, e a una discussione avuta dallo stesso Storace con un suo ex collaboratore di quando era governatore del Lazio, Daniele Belli, che fino all' anno scorso è stato pure suo socio (al 50%) nel Giornale d' Italia, quotidiano che ieri ha chiuso i battenti. «Ho avuto una discussione, sì, ma un quarto d' ora prima dell' incidente: le due cose sono assolutamente scollegate», ha raccontato ieri Storace. «Per me non c' è stato nulla, sono dispiaciuto che lui si sia fatto male, spero guarisca prima possibile», anche Belli ha provato a chiudere la cosa.
L'«incontro», però, c' è stato davvero e non è stato tiepido, come confermato da entrambe le parti. Storace si trovava alla Pisana, suo «regno» per una ventina d' anni, sia per salutare alcuni ex colleghi dopo la decisione di dire addio alla politica, sia per chiedere lumi su come far uscire il Giornale d' Italia, che dirigeva, dallo stato di crisi che l' ha portato alla chiusura (con numerose cause dei dipendenti in corso). Alcuni raccontano che Storace fosse diretto all' Ufficio di presidenza per capire se - attraverso il metodo usato già in passato: la vendita alla Regione degli spazi pubblicitari - il giornale potesse continuare a vivere. Così, mentre Storace percorreva a passo svelto il corridoio della Pisana, si sarebbe incrociato con Belli, e lì vecchie e ruggini si sarebbero trasformate in una discussione «piuttosto animata», dice chi ha assistito.
Scintille, un paio di battute al veleno, Belli avrebbe invitato l' ex governatore a «moderare i termini». Quindi il racconto della caduta, tra la ricostruzione di Storace, secondo cui lo scivolone «non è collegato, è successo dopo», e quella di alcuni testimoni che, invece, lo collocano negli istanti immediatamente successivi all' alterco. Come se l' ex governatore, non soddisfatto dello scambio con il suo ex collaboratore, avesse cercato di inseguire l' interlocutore inciampando e cadendo faccia terra: occhiali rotti e ferita aperta sulla fronte, appena sopra il sopracciglio. Eppure i due per anni sono stati in sintonia totale prima che questioni legate non solo al quotidiano lacerassero il rapporto.
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