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Roberto Giovannini per La Stampa
Una manovra? Ancora? A stare a una lettura rigida degli impegni che l'Italia ha preso - la famosa lettera della Bce e il fiscal compact europeo - c'è poco da girarci intorno. Il nostro paese deve assicurare il pareggio di bilancio nel 2013, e se il buco esiste bisognerebbe tapparlo con nuove tasse o nuovi tagli. Che il buco ci sia, sembra abbastanza inevitabile: venerdì il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo aveva detto che «se rispettiamo le regole europee ma ci consentono un po' più di deficit la manovra si evita».
Ieri sempre Polillo a «La7» ha detto più chiaramente che lo stato di salute dei conti non è ottimale. Colpa della recessione, che ha ridotto le entrate fiscali e aumentato certe spese «sociali». Colpa di certe politiche di iperausterità che hanno aggravato la recessione, dicono molti in casa Pd e Pdl.
Aprire la legislatura con una nuova stangata - da 7 miliardi, si dice, forse più - non sarebbe certo il modo migliore di aprire la legislatura per i partiti che puntano a governare. I democratici, Bersani l'ha detto, non ci stanno. «Dobbiamo evitare di aggravare la situazione - spiega Stefano Fassina, responsabile economico del Pd - con ulteriori manovre di finanza pubblica».
Per l'economista, che ricorda che le previsioni Ocse vedono recessione anche nel 2014, «chi oggi sostiene che è necessaria una manovra aggiuntiva vuole di fatto un ulteriore peggioramento dell'economia, dell'occupazione, e inevitabilmente del rapporto debito/Pil. Perché la via dell'austerità irresponsabile ha soltanto portato a un aumento dell'indebitamento pubblico».
Ma gli impegni europei sottoscritti dall'Italia? «Aggraverebbero la situazione di finanza pubblica. Proprio perché sono impegni non realistici devono essere corretti per il ciclo», replica Fassina. Insomma, il nuovo governo deve andare a Bruxelles, e spiegare che «l'Italia è in pareggio di bilancio strutturale». E che l'obbligo di rispettare il fiscal compact, in pratica, equivarrebbe a un ulteriore aumento del deficit e del debito.
Una tesi, tutto sommato, su cui concorda anche il Pdl, a sentire l'economista ed ex ministro Renato Brunetta, ascoltato consigliere di Berlusconi. Che comincia ricordando innanzitutto che il governo Monti ha fatto «un errore del 500%» nelle previsioni di crescita del 2013, visto che Bankitalia prevede un -1% rispetto al -0,2 stimato nel Def. Insomma, il buco ci sarà .
Che facciamo? «Se valgono i ragionamenti che sono stati usati contro il governo Berlusconi - è la replica - con cui Monti ha costruito la sua legittimità , allora bisogna obbedire al fiscal compact. E fare una manovra correttiva di circa mezzo punto di Pil. Oppure, vuol dire che la tempesta dell'estate 2011 è stato un imbroglio; che la lettera della Bce e l'anticipo del pareggio di bilancio e la manovra Berlusconi sono stati errori tragici; che la caduta del governo Berlusconi e il decreto SalvaItalia del dicembre 2011 di Mario Monti è un solenne imbroglio».
E ci sono alternative, chiediamo? «Solo un governo di unità nazionale conclude Brunetta - potrebbe dire alla Germania "hai sbagliato politica economica, noi i conti li abbiamo a posto; forse ci manca qualcosa, ma non possiamo far morire il paese". Ma dev'essere un governo di unità nazionale che venga fuori dalle elezioni, non un governo di emergenza».
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