
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
1 - STRAUSS KAHN-AGLIA VA IN TV E SEMINA ZIZZANIA TRA I SOCIALISTI
Dagoreport da "Le Figaro" e "Le Monde"
http://bit.ly/nZvkFm - http://bit.ly/nBR8qU - http://bit.ly/ofK1G1 - http://bit.ly/pQFIW2
Due giorni dopo l'attesa apparizione di Dominique Strauss-Kahn in tv, a tenere ancora banco non sono tanto le sue ammissioni di colpa riguardo allo scandalo del Sofitel, ma, piuttosto, il putiferio che l'ex capo del Fondo monetario internazionale è stato capace di generare con le sue esternazioni sul partito socialista.
Dsk, in diretta tv davanti a 14 milioni di telespettatori, ha svelato una volta per tutte l'esistenza di un vecchio patto tra lui e l'amica socialista Martine Aubry: a correre contro Sarkozy, era l'accordo, sarebbe stato lui.
Il colpo è di quelli davvero bassi e danneggia prima di tutti proprio colei che i sondaggi danno per favorita dopo Francois Hollande. Dsk l'ha sottolineato chiaramente: lui non parteciperà alla campagna presidenziale. Ma allora perché questa sciabolata alla vecchia sodale? Forse una vendetta per quel âdovrà dare delle spiegazioni' uscito dalla bocca di lei poco prima del ritorno del banchiere a Parigi? Il sindaco di Lille si pronunciò con toni critici riguardo all'"atteggiamento di Dsk nei confronti delle donne" (il video http://bit.ly/nwijK6).
Del patto, in realtà , sapevano tutti. Ma Dsk ha dato ufficialità alle voci proprio quando la Aubry stava finalmente riuscendo a lasciarsele alle spalle. Francois Hollande non si è fatto scappare l'occasione, dipingendo la concorrente alle primarie socialiste come un rimpiazzo e mettendo in dubbio la sua reale volontà di diventare il presidente della Francia.
Lei smentisce, afferma che niente era stato deciso, ma, di fatto, si trova punto e a capo, costretta a recuperare la fiducia di sostenitori al momento turbati dalle rivelazioni ("Le Figaro" ha lanciato un sondaggio chiedendo ai lettori se possa essere ancora considerata affidabile).
In diretta su Tf1, Strauss-Kahn ha parlato anche di crisi europea, dando la sua personale visione della situazione e proponendo di eliminare il debito della Grecia. Un intervento che ha provocato l'immediata risposta del Primo ministro francese Fillon che l'ha definita "irresponsabile".
Quanto allo "strano mea culpa" (come titola "Le Parisien") di Dsk - sono "moralmente colpevole", ha detto l'ex capo del Fmi in tv - il quotidiano "Le Monde" pubblica un articolo intitolato "L'atto di pentimento di Dsk fa eco a quello di Clinton". Il paragone è con il discorso che l'allora presidente Usa tenne il 17 agosto del 1998, dopo lo scandalo Lewinsky.
"Le Monde", pur premettendo che si tratta di due casi estremamente diversi, mette in evidenza le somiglianze tra i due discorsi. Dsk, come Clinton, ha parlato di "relazione inappropriata", si è rammaricato di aver fatto soffrire i cuoi cari e si è lamentato di aver subito attacchi terribili.
2 - STRAUSS-KAHN PENTITO BUCA LA TELEVISIONE: 47%
Alberto Mattioli per "la Stampa"
Direttore del Fmi non lo è più, Presidente della Repubblica non lo sarà mai, forse il futuro di Dominique StraussKahn è in tivù. Nel day after della sua confessione, fra gli infiniti commenti, le reazioni e le polemiche, la vera notizia è l'ascolto formidabile che ha fatto: un picco di 13 milioni e 446 mila francesi, share del 47%, record televisivo del 2011. Anche trasversale, perché durante la sua performance gli spettatori (si suppone) più giovani hanno lanciato 14.248 tweet, 7,2 al secondo.
Insomma, dal punto di vista dell'audience, è stato un trionfo. Anche i professionisti della comunicazione lo promuovono a grande maggioranza: uno per tutti, il sociologo Dominique Wolton, che parla di un Dsk «molto convincente, onesto e coraggioso». Però Stephen Bunard, specialista del «linguaggio corporeo incosciente», fa notare che Dsk ha peccato per eccesso di controllo e che solo in tre momenti è sembrato davvero spontaneo, dunque sincero.
In effetti questa è l'impressione generale. L'intervista è risultata molto provata, studiata, calcolata: prefabbricata, insomma. «Non c'era nessuna spontaneità », accusa Marine Le Pen da destra, mentre da sinistra l'avvocatessa femminista Gisèle Halimi se la prende con l'intervistatrice, Claire Chazal, grande amica di Anne Sinclair, la signora Dsk, parlando addirittura di «intervista di connivenza».
Le femministe sono furibonde; l'estrema sinistra idem. Il centro-destra governativo non commenta l'exploit, ma attacca sull'ipotesi del complotto sulla quale Dsk non ha insistito ma che non ha nemmeno smentito, anche perché il mandante dell'eventuale trappolone non potrebbe che stare dalle parti dell'Eliseo.
I socialisti sono imbarazzati e in particolare è imbarazzata Martine Aubry. Dsk ha infatti confermato l'esistenza del «patto di Marrakesh» (se alle primarie mi candido io non ti candidi tu, e viceversa) che lei ha sempre smentito. Ritornano quindi le polemiche sulla candidatura «di riserva» della sindachessa di Lilla. Aubry non gradisce: «Ho l'aria di una candidata di riserva?».
Dall'America gli avvocati della Diallo fanno sapere di non aver gradito lo show. E non l'ha gradito nemmeno Tristane Banon, la giornalista francese che ha denunciato Dsk per tentata violenza durante un'intervista del 2003: «Quelle dette da StraussKahn domenica sera sono cose imparate a memoria, sono cose che fanno male. E non ha avuto una parole né per Nafissatou Diallo né per me». Per ribadire la sua accusa, Tristane Banon ieri sera si è fatta invitare alla popolare trasmissione Le Grand Journal su Canal +.
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