
DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’,…
TAFAZZISMO SENZA LIMITISMO! VUOI VEDERE CHE CONTE E SCHLEIN RIESCONO A PERDERE LE MARCHE DOVE IL CAMPO LARGO E’ IN VANTAGGIO? PEPPINIELLO PRENDE TEMPO E STUDIA LE CARTE DEL CASO RICCI: BUTTARE A MARE IL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE MARCHE INDAGATO PER CONCORSO IN CORRUZIONE FAREBBE SALTARE L’INTESA COL PD ANCHE IN CAMPANIA (DOVE FICO E’ IN POLE COME FRONTRUNNER DELL’ALLEANZA DEM-5STELLE) – MASSIMO FRANCO: “LE INCHIESTE RISCHIANO DI ESSERE PERCEPITE COME INIZIO DI UNA SORTA DI CAMPAGNA ELETTORALE PARALLELA. SI SOTTOVALUTA LA POSSIBILITÀ CHE QUESTA SFIDA TRA POTERI DELLO STATO CREI UN’ULTERIORE DISAFFEZIONE NELL’OPINIONE PUBBLICA: IL CONTRARIO DELLA PARTECIPAZIONE…”
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera” - Estratti
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 3
Il Movimento prende tempo. «Calma». «Ponderazione». I Cinque Stelle si affidano a due parole per descrivere i dubbi che affliggono in queste ore i vertici. Come muoversi nelle Marche? Prendere le distanze da Matteo Ricci significherebbe di fatto aprire un nuovo fronte con il Pd, che per mantenere la coalizione unita (e chance di vittoria in una partita-chiave) si troverebbe «costretto» a cercare un nuovo candidato governatore per le prossime Regionali.
Incrinare l’alleanza con i dem potrebbe avere ripercussioni importanti anche a carattere nazionale e non solo locale. «Non possiamo permetterci di spezzare l’asse ora, a due anni dal voto e con il centrodestra in difficoltà», assicura uno stellato di rango.
Eppure, diversi esponenti nel partito temono i risvolti dell’inchiesta e che, di rimando, possano risultare offuscati «i valori fondanti» dei Cinque Stelle.
Giuseppe Conte studia le carte, si confronta con il suo inner circle e medita. I dubbi del presidente stellato sembrano non avere ancora una risposta certa. Riunioni, conciliaboli, telefonate non hanno ancora dissipato le perplessità sul da farsi. I rimandi interni al tema della legalità e a un eventuale danno d’immagine hanno scosso i vertici, che allo stesso tempo riconoscono anche l’importanza del legame con i dem.
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 2
Tra i Cinque Stelle si racconta di come sia presa in queste ore Paola Taverna, vicepresidente vicaria, nel tenere saldi i rapporti con il Pd. L’ex senatrice prova a contenere le intemperanze, frenare gli scatti in avanti dei più accaniti giustizialisti, mantenere proficuo il dialogo. Il timore, per alcuni stellati, è che la vicenda marchigiana possa in qualche modo ledere l’investitura di Roberto Fico a candidato governatore del centrosinistra in Campania.
Ma sia in ambienti vicini all’ex presidente della Camera sia da Campo Marzio assicurano che i due discorsi «procedono paralleli» e che, quindi, «non ci sono e non ci saranno ripercussioni» per la corsa di Fico. In Campania, anzi, l’orizzonte sembra più sereno e anche le distanze con Vincenzo De Luca paiono ormai in via di risoluzione.
Anche per questo motivo, il M5S ha scelto di mantenere per ora un basso profilo, studiando l’inchiesta su Affidopoli e cercando di capirne l’evoluzione. «I Cinque Stelle hanno giustamente chiesto di vedere le carte, cosa che ho fatto. Ho spiegato le mie ragioni. Non credo di dover prendere lezioni di onestà da parte di nessuno, su questi temi abbiamo gli stessi valori», ha precisato Ricci a L’Aria che tira su La 7. Il Movimento ha preferito non commentare. I parlamentari sono «concentrati sul lavoro d’Aula». C’è chi glissa: «Ci sono problemi ben più gravi da affrontare: dalla guerra a Gaza ai colpi di mano della maggioranza».
giuseppe conte alla manifestazione contro il riarmo a roma foto lapresse
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SE LE INCHIESTE DIVENTANO UNA CAMPAGNA PARALLELA
Massimo Franco per il “Corriere della Sera” - Estratti
Lo scontro tra i vertici della magistratura e il ministro di Grazia e Giustizia e il governo non preoccupa solo per le divergenze sulla riforma. Evoca un conflitto istituzionale che promette di arroventarsi scivolando verso il referendum annunciato nella primavera del 2026. E rischia di delegittimare tutti: dal Guardasigilli Carlo Nordio al Consiglio superiore della Magistratura, fino a inchieste che i partiti sono tentati di utilizzare l’uno contro l’altro. Non c’è solo la scadenza delle Regionali in autunno a moltiplicare il pericolo.
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 4
Di fatto, da gennaio si entra nella fase finale della legislatura. E la spinta a interpretare e usare ogni vicenda, giudiziaria e no, in un’ottica prevalentemente elettorale aumenterà. L’enfasi con la quale la maggioranza di destra ha salutato il primo «sì» alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri è stata accolta con irritazione. E il documento reso noto dall’Anm per ricordare che nel 1994, da magistrato, Nordio era contro la separazione sa di ritorsione per l’atteggiamento di sfida del ministro verso gli ex colleghi.
In realtà, di ripensamenti nelle file della magistratura ce ne sono stati diversi. E verrebbe da dire, in alcuni casi, per fortuna.
Che dopo decenni qualcuno possa avere rivisto le proprie posizioni può apparire contraddittorio ma non deve scandalizzare. Il tema è più di fondo. E riguarda il metodo e i toni con i quali in questa fase è stato affrontato il tema della giustizia. Avere promosso una riforma costituzionale dicendo fin dall’inizio che poi sarebbe stato «il popolo» a certificarla con un referendum ha reso il dialogo parlamentare una finzione.
E adesso, le inchieste che spuntano in alcune realtà locali, da Milano alle Marche, oltre a quelle già aperte da mesi in altre regioni, non solo mettono in tensione le alleanze e la cultura garantista. Rischiano di essere percepite come inizio di una sorta di campagna elettorale parallela; e foriere di tensioni crescenti tra potere politico e giudiziario, e dunque pronte a scaricarsi sullo scontro referendario. La gravità di quanto accade si avverte soprattutto nell’assenza di un serio tentativo di ridurre le distanze e di abbassare il livello della tensione.
In più, si sottovaluta la possibilità che questa sfida tra poteri dello Stato crei un’ulteriore disaffezione nell’opinione pubblica: il contrario della partecipazione.
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giuseppe conte e roberto fico
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