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Michele Arnese per www.formiche.net
Non è solo la governance a dividere i due fronti azionari in Telecom Italia. Domani all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione ci sono appunto le proposte dello scalpitante socio Marco Fossati che chiede una rivisitazione della struttura del gruppo capitanato da Marco Patuano all'insegna della public company, come ha spiegato oggi sul Corriere della Sera Vito Gamberale. Già top manager di Telecom e ora alla testa come amministratore delegato del fondo F2i, partecipato dalla Cassa depositi e prestiti, il solitamente cauto e riservato Gamberale intervistato da Fabio Tamburini ha appoggiato le tesi di Fossati.
Che c'entra Gamberale? L'attivismo del manager statale di lungo corso sulla partita Telecom è ormai notorio, avendo spalleggiato nell'assemblea dei soci di Telecom la lista per il cda presentata da Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom presieduta da Franco Lombardi, sulla quale c'era stata a sorpresa anche la benedizione di Franco Bernabè, l'ex presidente esecutivo dell'ex monopolista uscito da Telecom per dissensi con la nuova proprietà spagnola di Telefonica contraria a un aumento di capitale. Ma a prevalere è stata la lista di Telco, la scatola finanziaria dei soci italiani che stanno lasciando spazio a Telefonica.
Che c'entra Gamberale, si diceva? F2i è un giocatore nel campo delle tlc anche perché controlla Metroweb, alla ricerca di un futuro solido che sarebbe quello di far parte della società delle reti in cui far confluire anche la rete fissa in rame di Telecom Italia. Quello della rete è uno dei dossier che vede contrapposti Fossati e Telefonica.
Infatti gli spagnoli sono fieramente contrari a forme di scorporo della rete, mentre Gamberale e la Cdp presieduta da Franco Bassanini e guidata dall'ad, Giovanni Gorno Tempini, sono da tempo a favore. E c'è chi dice in ambienti romani che Gamberale lavori sotto traccia per tornare in Telecom. Sarà vero?
Ma c'è un altro tema che provoca tensioni tra i due fronti. Telecom non esclude che in caso di un'offerta succulenta per Tim Brasil possa vendere il ramo carioca (anche se il gruppo di Patuano ha ribadito che non ci sono trattative in ballo sul tema) e Telefonica vede con favore questa prospettiva per sanare i conflitti di interessi. Tim Brasil rappresenta l'asset estero più importante di Telecom Italia, ma opera nel Paese sudamericano dove è presente con un'altra società mobile concorrente, Vivo, anche Telefonica.
Per questa ragione l'autorità Antitrust brasiliana ha intravisto un conflitto e ha posto obblighi precisi: o Telefonica esce da Telecom o deve far entrare un altro socio con il 50% in Vivo. La partita è aperta.
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