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Silvana Mossano per La Stampa
È trascorso un mese esatto dalla sentenza di condanna in primo grado con cui si è concluso il processo direttissimo nei confronti del consigliere comunale di Alessandria Angelo Malerba per il furto di due banconote da 50 euro sfilate dal portafoglio di un cliente della palestra Pianeta Sport, che lo stesso politico - eletto nel Movimento 5 Stelle, che adesso siede in municipio nel gruppo misto - frequentava abitualmente.
LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE
Scade dunque, ora, il termine per il deposito delle motivazioni del verdetto: il giudice Giorgia De Palma spiegherà, cioè, perché lo ha ritenuto colpevole di aver premuto la serratura dell’armadietto in cui un avventore della palestra (con il quale il consigliere, poco prima, aveva pure scambiato qualche convenevole di buona creanza) aveva riposto indumenti e documenti, di aver prelevato il portafoglio, di aver selezionato due banconote da 50 euro ciascuna da trasferire nel proprio giubbotto e di aver richiuso l’armadietto controllando accuratamente che non si notasse l’interferenza furtiva.
La sequenza delle azioni, di cui avevano dato conto i carabinieri (che da un po’ di giorni, in caserma, osservavano il monitor collegato con le telecamere nascoste piazzate nello spogliatoio), era stata riscontrata visivamente anche dai pubblici ministeri Alessio Rinaldi e Andrea Zito che, al processo, hanno prodotto il cd contenente il filmato, riferito, in particolare, alla mattina del 10 marzo 2016, quando scattò l’arresto in flagranza.
E il filmato, alla fine, dopo ripetuti tentativi della difesa di impedirne la visione (che contestò comportamenti irrituali o formalmente illeciti da parte degli investigatori), è passato davanti agli occhi del giudice, così come dei pm e del difensore Francesco Ponzano, nominato d’ufficio per l’udienza conclusiva della direttissima (il 3 marzo 2017).
VOLEVA CANDIDARSI SINDACO
I pubblici ministeri, sottolineando «il comportamento non collaborativo durante tutto l’iter processuale, privo di qualsiasi pentimento per un fatto spudoratamente evidente», avevano chiesto la condanna a un anno e mezzo di reclusione. Il giudice ha inflitto sette mesi, concedendo i doppi benefici della sospensione condizionale e della non menzione. Dal deposito delle motivazioni, ora decorrono 45 giorni di tempo in cui la difesa potrà decidere se impugnare il verdetto in Appello.
grillino ruba in palestra grillo
Aveva già fatto intuire di sì, così come aveva manifestato l’intenzione di pubblicizzare «gli atti processuali dopo la sentenza, perché adesso si può» disse l’avvocato, insistendo sull’ipotesi di un complotto contro Malerba come politico che, ebbe a riferire il legale, avrebbe potuto candidarsi a sindaco quando era esponente del M5S. Nel processo direttissimo il difensore di fiducia Martinelli aveva dismesso il mandato (mentre lo ha conservato nel processo ordinario, che prosegue il 16 giugno, per episodi analoghi in palestra). L’imputato, però, potrebbe anche personalmente firmare l’impugnazione della sentenza avanti alla Corte d’Appello.
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