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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1. TRAGHETTI AVVELENATI
Salvo Palazzolo per la Repubblica
Mazzette sui fondi riguardanti il trasporto marittimo. Un'operazione dei carabinieri dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, coordinata dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Luca Battinieri, ha fatto scattare gli arresti domiciliari per il deputato regionale Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani, e per il funzionario della Regione Siciliana Giuseppe Montalto. E' andato invece in carcere l'armatore Ettore Morace.
E' bufera sulla campagna elettorale di Trapani, dopo la richiesta di soggiorno obbligato per il candidato Tonino D'Alì, un provvedimento della magistratura colpisce anche l'altro candidato del centrodestra, l'avvocato Fazio, arrivato nel 2012 all'Assemblea regionale siciliana con il Pdl, poi è passato al gruppo misto. Intanto, la procura di Palermo annuncia una conferenza per le 11,30 in cui verranno illustrati i particolari dell'indagine che ha portato ai provvedimenti del giudice delle indagini preliminari.
Montalto è il segretario particolare dell'assessore alle infrastrutture Giovanni Pistorio. Il suo era un ruolo politico non essendo dipendente della Regione e da due anni è di fatto io braccio destro di Pistorio. Lo scorso anno sono state bandite le nuove gare sul trasporto marittimo che valevano 63 milioni di euro per le isole minori con aliscafi e 56 milioni di euro per la Siremar.
In entrambe le gare un ruolo chiave lo ha avuto Morace con Ustica Lines e poi in società con i Franza anche nella Siremar. Ci sono state molte tensioni su queste gare perché il dipartimento guidato da Fulvio Bellomo ha rivisto i criteri riducendo gli importi. Morace minacciò di bloccare gli aliscafi e all'Ars
suo grande difensore era il deputato ex sindaco di Trapani Fazio. I due hanno avuto anche rapporti stretti per il Trapani Calcio e Fazio candidato sindaco aveva indicato la moglie di Morace in squadra.
Morace oltre a guidare il Trapani è con i Franza il re del mare in Sicilia avendo di fatto quasi un monopolio suo trasporti con le isole minori. Adesso rischia anche di avere problemi la società che perde una guida sicura proprio a ridosso della stagione estiva .
2. E D' ALI’ VA AL SOGGIORNO OBBLIGATO
Emanuele Lauria Alessandra Ziniti per la Repubblica
La notifica è arrivata un' ora dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature. «Se fosse arrivata prima si sarebbe certamente ritirato », afferma sicuro l' avvocato Gino Bosco, uno dei due legali che da anni assiste il senatore forzista Tonino D' Alì, l' uomo politico più potente della città che adesso corre per la poltrona di sindaco. Senatore "socialmente pericoloso", secondo i pm della Dda di Palermo che, ad otto mesi dalla sentenza d' appello che ha in parte assolto D' Alì e in parte prescritto le accuse di mafia, ha chiesto alla sezione misure di prevenzione del tribunale il soggiorno obbligato per il senatore che ieri è volato subito a Roma da Berlusconi per decidere il da farsi.
«La persecuzione giudiziaria continua. Due volte assolto e nuovamente aggredito. Sento il dovere in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale», il commento a caldo di D' Alì che ha gioco facile nel puntare il dito contro la "giustizia ad orologeria" per quel provvedimento arrivato con «tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa ».
Cosa deciderà da fare D' Alì è ancora presto per dirlo. La richiesta di soggiorno obbligato, che muove da quella che la procura definisce "l' appartenenza a Cosa nostra accertata giudizialmente che ne qualifica la pericolosità sociale", verrà discussa in tribunale nell' udienza del 18 luglio, ad elezioni amministrative concluse. A Trapani, i suoi fedelissimi, a cominciare dai 72 consiglieri comunali, si sono riuniti in comitato civico e daranno vita ad una manifestazione pubblica, forse già domani, per chiedergli di non abbandonare la corsa a sindaco.
Una corsa che, pardossalmente, vede i due candidati più accreditati, D' Alì per Forza Italia e Psi e il suo ex figlioccio Mimmo Fazio, sostenuto da cinque liste civiche e Udc, sfidarsi con il rischio di ritrovarsi sindaci azzoppati da pendenze giudiziarie.
Un' inchiesta lunghissima quella che vede D' Alì accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi contatti con esponenti di rilievo delle cosche trapanesi, a cominciare da Matteo Messina Denaro, il cui padre era guardiano agricolo della famiglia D' Alì. Accuse che però non hanno mai portato ad una condanna. L' appello, a settembre, ha dichiarato la sua colpevolezza fino al 94 dichiarando però prescritti i reati. Dopo quella data nessuna prova di un sostegno dato dal senatore a Cosa nostra.
«Il messaggio è inequivocabile: al di fuori del percorso elettorale democratico qualcuno vuole e può far sì che io non possa impegnarmi come sindaco», aggiunge D' Alì mentre un altro dei suoi legali, l' avvocato Stefano Pellegrino ipotizza l' illegittimità della richiesta della Procura. «La misura di prevenzione di soggiorno obbligato è sempre una richiesta di limitazione della libertà personale e come tale deve passare da un' autorizzazione a procedere del Parlamento».
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