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1.USA 2016: TRUMP AVANTI IN SONDAGGI, NONOSTANTE POLEMICHE
(ANSA) - Le ultime controverse affermazioni di Donald Trump sull'immigrazione hanno infiammato gli animi in campo repubblicano, ma non sembrano aver turbato gli americani. Secondo un sondaggio di Economist e YouGov, infatti, il miliardario e' il candidato alle primarie del Grand Old Party preferito dagli elettori.
A sceglierlo sono il 15% degli intervistati, una percentuale di quattro punti maggiore rispetto all'ex governatore della Florida, Jeb Bush, e al senatore Rand Paul, secondi con l'11%. Il governatore del Wisconsin, Scott Walker, il senatore della Florida, Marco Rubio, e l'ex governatore dell'Arkansas, Mike Huckabee, seguono al terzo posto con il 9%.
2.USA2016: TRUMP CONTRO HILLARY, 'HA MOLTO DA NASCONDERE'
(ANSA) - Donald Trump non si ferma e parte all'attacco di Hillary Clinton: "Ha molto da nascondere", ha detto della candidata per la nomination democratica in un'intervista alla Cnn. Poi ha aggiunto" "E' stata la peggiore segretario di Stato della Storia". Parole forti nello stile Trump quindi anche contro l''amica' Hillary, di cui l'imprenditore è stato finanziatore nelle passate campagne. La ex first lady aveva sottolineato ieri di essere rimasta "molto delusa" dalle parole di Donald Trump sugli immigrati illegali, parole attorno alle quali continua ad infuriare la polemica negli Stati Uniti.
3.USA2016: BUFERA SU TRUMP, L'IMBARAZZO DEI REPUBBLICANI
Anna Lisa Rapana' per l'ANSA
La dirigenza del partito repubblicano negli Stati Uniti alza il telefono per 'ammonire' il candidato Donald Trump le cui controverse uscite sull'immigrazione hanno infiammato una polemica che non accenna a placarsi. Poi lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner, che palesa il suo fastidio per le parole di Trump. Il partito e' in subbuglio e sta tentando di arginare i possibili danni della discesa in campo tra le sue file del miliardario imprenditore che ha attirato su di sé un'attenzione inaspettata, tale che a questo punto potrebbe danneggiare il fronte repubblicano nella corsa alla Casa Bianca, finendo per fare un favore ai democratici.
Trump impazza: lo si interpella, lo si intervista, lo si attacca. E lui 'cresce' nei sondaggi, a sorpresa. E' il personaggio che in queste ore domina il dibattito che, dopo le sue parole sugli immigrati illegali, rivolte ai messicani in particolare definendoli "criminali, trafficanti di droga e stupratori", si accende attorno alla più vasta questione dell'immigrazione. I toni però restano sopra le righe e il partito è preoccupato, tanto da 'richiamare' il candidato, ammonendolo a moderare le sue uscite.
Il compito di 'avvertire' Trump è ricaduto sul presidente della Commissione Nazionale del partito repubblicano, Reince Priebus, che lo ha chiamato per manifestare le preoccupazioni espresse da esponenti del partito. Un'ora di conversazione telefonica ieri, rivela il Washington Post. Ma c'è poco che il partito possa fare rispetto a colui che, sebbene sceso in campo per la nomination repubblicana, si conferma di fatto un cane sciolto. Trump da parte sua afferma che non era quello il senso della telefonata e nega che Priebus lo abbia bacchettato. Insiste e non si scusa. L'imbarazzo del partito e' inevitabile: si ritrova travolto su un tema che pure avrebbe voluto cavalcare, ma non così, tirato per la giacchetta, strattonato proprio.
E allora le crepe si vedono: i candidati si sono già espressi, divisi tra chi condanna l'approccio di Trump e chi ne vede un senso. Ted Cruz per esempio, senatore del Texas, riconosce a Trump il merito di aver portato la questione dell'immigrazione illegale al centro del dibattito. Anche Rick Santorum, pur prendendo le distanze dal suo modo di esprimersi, sostiene che Trump abbia evidenziato una questione molto importante.
jeb bush annuncia la sua candidatura alle primarie repubblicane 11
Jeb Bush è invece di tutt'altro avviso: ha affermato che le sue parole sono "molto lontane dal pensiero della media dei repubblicani", cosi' come Marco Rubio che le ha condannate e il texano Rick Perry secondo cui "Donald Trump non rappresenta il partito repubblicano". Critici anche Chris Christie, Mike Huckabee, Bobby Jindal e l'ex governatore di New York George Pataki.
La frontrunner democratica Hillary Clinton, dall'amico Trump si è detta "delusa" e nemmeno la Casa Bianca si è potuta esimere: dopo aver evitato più volte di rispondere a domande sul 'fenomeno", oggi il portavoce Josh Earnest ha 'ceduto' affermando che chi tra i rappresentanti repubblicani si rifiuta di condannare un certo candidato per la nomination repubblicana è "fuori dalla realtà".
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