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1. COSÌ THE DONALD HA USATO IL WEB COME UN ESERCITO
S.Da. per il Corriere della Sera
Al di là dei successi e dei disastri politici che metterà in atto durante la sua presidenza, Donald Trump sarà per sempre l' uomo che ha trasformato il multiforme universo di Internet in un esercito di consenso reazionario. Con il suo veloce linguaggio da odiatore, la presenza compulsiva su Twitter e la connivenza verso i reietti della società digitale, il neopresidente degli Stati Uniti d' America è riuscito nell' impresa di unire tutte le realtà controverse del web in un unico grande megafono di propaganda.
Come Franklin Delano Roosevelt trasformò la radio nel canale diretto con i suoi elettori e John Kennedy diventò presidente anche grazie alla comprensione naturale e perfetta del nuovo linguaggio televisivo, così Donald Trump ha intercettato e plasmato la forza distruttiva di Internet come mai nessuno prima di lui.
Se nel 2008 Barack Obama aveva saputo trasformare i social media in amplificatori gioiosi del suo messaggio di cambiamento, Trump ha fatto l' inverso: si è alimentato del linguaggio, dei temi e dei simboli del web per restituirli in formato propaganda politica.
donald trump tweet finta foto di megyn kelly con lo sceicco alwaleed
Come in un pericoloso gioco d' azzardo, il businessman è riuscito a identificare la matrice anarchica e sovversiva che accomuna gli hater di Twitter ai troll sessisti del forum 4Chan fino agli ex paladini della libertà di Internet, Wikileaks. Realtà apparentemente molto diverse fra loro, ma unite dalla convinzione che dietrologia, sessismo e odio siano una rivendicazione di libertà contro il potere politicamente corretto (e corrotto). Resta da capire cosa farà Trump di tutta questa energia nella nuova veste istituzionale, costretto - come sarà - a governare cittadini e troll.
2. MOGLI, NIPOTI, SCANDALI LA FAMIGLIA COME UNO SHOW
Matteo Persivale per il Corriere della Sera
Ai vecchi tempi dell' era pre-trumpiana cominciata 44 presidenti fa con George Washington e finita ieri mattina, la biografia di un presidente era importante. Doveva essere un politico di esperienza (o un generale), e i divorziati non erano tollerati (fu Ronald Reagan, nel 1981, il primo e fino a ieri unico). Donald Trump però dei vecchi «valori familiari» non si è mai preoccupato: la sua è la prima «modern family» della Casa Bianca. Ha divorziato a mezzo tabloid non una volta come Reagan ma due, ha cinque figli con tre mogli di tre nazionalità diverse, otto nipoti di cui tre ebrei.
Una biografia da reality show perché l' invenzione trumpiana di questa campagna è stata la rottamazione della politica, rimpiazzata dalla celebrità. Le celebrities sguazzano negli scandali e nelle contraddizioni: ecco così che sono immigrate straniere - e entrambe modelle - due mogli su tre del presidente che arriverà alla Casa Bianca sull' onda degli attacchi agli immigrati. La prima moglie Ivana, ceca; Melania, slovena.
Con Ivana (1977-1992) fu un matrimonio-partnership: lei collaborò con il marito (allora palazzinaro emergente) alla progettazione del Trump Taj Mahal di Atlantic City e della Trump Tower di Manhattan, e sarebbe stata lei a instigare la passione per il pesante décor dorato, tra Versailles e i cartonati del film Cleopatra .
Con Ivana - che gli ha dato i figli Donald jr (tre nipotini), Ivanka (tre nipotini) e Eric (due), che sono ora tra i suoi consiglieri più fidati - finì malissimo. Divorzio costoso tra versamento iniziale (10 milioni), alimenti (350 mila dollari l' anno) e avvocati e, ancora peggio, un' accusa di stupro.
Trump, disse Ivana, l' avrebbe costretta a un rapporto sessuale nel 1989: i verbali della causa di divorzio sono segretati dal tribunale.
La fine del matrimonio fu così brutta perché Trump conobbe la giovane Marla Maples, oggi 53enne, che diventò la sua amante (stava in albergo a Atlantic City, Ivana a New York: la relazione fu resa pubblica in prima pagina dal trashissimo New York Post ): Donald sposò Marla nel 1993, due mesi dopo la nascita della figlia Tiffany (quella che alla convention repubblicana ha abilmente evitato l' abbraccio del padre che la definì «meno vicina degli altri miei figli» con una finta di corpo).
Con Marla è finita nel 1999 in tempo per l' arrivo di Melania, modella che parla sei lingue (italiano compreso). A New York, da ragazza, lavorava senza permesso; a gennaio diventerà la prima first lady ad aver posato nuda per una rivista. Madre del piccolo Barron detto «mini-Donald» a causa della precoce passione - ha solo dieci anni - per giacca e cravatta. Sarà una first lady di basso profilo, ha spiegato.
Tanto, i consiglieri di famiglia più ascoltati dal presidente-eletto restano Ivanka e il di lei marito Jared Kushner. Il giovane palazzinaro con un padre ingombrante (e con precedenti penali) nel quale Trump rivede se stesso (ma, al contrario di Donald, è pacato e ha la voce da ipnotizzatore). Jared newyorchese di famiglia ebraica che ha dato tre nipotini ebrei al presidente eletto con l' endorsement del Ku Klux Klan. «The Donald» lo scorso aprile non poté presenziare al bris , la cerimonia religiosa di circoncisione, dell' ultimogenito Theodore: era impegnato a un comizio di «uomini bianchi arrabbiati».
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