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Massimo Martinelli per "Il Messaggero"
Alla fine, nel giardino costruito dai fratelli Degennaro venne fuori una pozzanghera con l'acqua alta trenta metri. E intorno c'erano i palazzi di cittadini terrorizzati che quel piccolo lago provocasse una frana e anche il crollo delle loro case. E' l'affare «Cava di Maso», come lo chiamano gli investigatori che hanno messo insieme le spregiudicate operazioni immobiliari dei fratelli Degennaro degli ultimi anni.
Quella cava è una di queste. I Degennaro ci costruirono un parco, circondato da pareti di calcare alte quaranta metri in cima alle quali c'era un quartiere. E un mattina, dopo che aveva piovuto parecchio, gli abitanti dei palazzi si affacciarono e non videro più un parco quaranta metri più in basso. Ma un lago nel quale avrebbero potuto anche tuffarsi dal balcone: trenta metri d'acqua che si stava infiltrando nella parete di calcare sotto le loro abitazioni. E' per poter costruire opere del genere che i Degennaro avevano voluto appoggiare il sindaco Michele Emiliano al comune di Bari. E sempre per questo motivo gli esperti dello stesso primo cittadino si mettevano le mani nei capelli.
Come accadde quando, proprio per risolvere il problema di Cava di Maso, il sindaco chiamò uno dei maggiori luminari pugliesi in materia, l'ingegnere geologo Vincenzo Cotecchia. Che alla fine si sfogò, come documenta l'intercettazione di una sua conversazione con l'assessore ai Lavori Pubblici di Bari, Simonetta Lorusso: «Tu la prossima volta puoi benissimo vedere cadere una fetta di roccia che si porta pure una parte dei fabbricati; non c'è niente da fare. Il problema della cava è che ci hai costruito intorno, non è più una cava libera».
Sapeva molte cose imbarazzanti, il professor Cotecchia. Ma centellinava le sue rivelazioni. Sapeva qualcosa anche del sindaco, come si intuisce da un'altra telefonata con un amico geologo, un certo Crivelli: «Siamo nella disonesta più assoluta», dice Cotecchia. L'altro annuisce: «Si, si, si». E Cotecchia prosegue: «..voluta da questo benedetto Comune, il quale c'ha un Sindaco combinato». Non è chiaro, dalla conversazione, a cosa si riferisca il geologo. In ogni caso gli inquirenti baresi hanno inserito la conversazione tra quelle che ritengono rilevanti dal punto di vista investigativo.
Come anche hanno fatto per un'altra intercettazione in cui un ingegnere barese, Paolo Antonio Grassi, conversa con una certa Rosaria. Il contenuto viene riportato in forma riassuntiva: «Si parla delle imprese che potranno costruire sulle aree dismesse della Fiera del Levante. Rosanna chiede chi siano le imprese vicine a Emiliano e quelle vicine a Divella, Grassi comincia a fare un elenco dei rapporti che intercorrono fra le più importanti imprese di costruzioni ed i politici locali. Inizia dicendo del sostegno politico di cui gode la Dec dei fratelli Degennaro), poi si accenna alla nomina di Vito Pertosa alla Fiera del Levante, per cui il vice era designato Gerardo Degennaro. Grassi parla di litigi fra Emiliano e Pertosa. Per Divella, Grassi non ha riferimenti».
Ma anche Vincenzo Cotecchia, il luminare che almeno poteva assicurare che le disinvolte operazioni immobiliari dei Degennaro mettessero in pericolo l'incolumità pubblica, alla fine cede alle tentazioni. Almeno è quello che si evince leggendo un rapporto investigativo della Digos, che riguarda la società Geo srl, di cui era presidente sua moglie, Maria Ricciardi. «Da un analisi più approfondita delle conversazioni si sono profilate alcune anomalie the potrebbero integrare ulteriori ipotesi di reato in relazione alle indagini geognostiche eseguite nella Cava di Maso», scrive la Digos dopo aver intercettato anche Cotecchia e la moglie; perché il comune di Bari incaricò una ditta di Matera, la Fiumano Toma Trivellazioni, di eseguire dei rilievi, o meglio dei carotaggi, per capire quanto si fossero riempite d'acqua le fondamento di quei palazzi.
E venne fuori che la Toma incassava i soldi per im lavori e li rigirava alla Geo della moglie di Cotecchia, che a sua volta li distribuiva in parte ad altre società : «Invero - si legge nel rapporto - i dialoghi telefonici intercettati attestano the la ditta Toma, pur avendo eseguito i lavori, ha inspiegabilmente girato alla Geo Srl una cospicua parte, se non la totalità , dei compensi derivanti dell'esecuzione delle opere commissionate dal comune barese, e the la stessa società gestita da Maria Ricciardi ha poi provveduto a liquidare i compensi per le collaborazioni esterne». In altre parole, anche in quell'occasione, si approfittò per pilotare appalti pubblici in cambio di un utile economico.
MICHELE EMILIANOMICHELE EMILIANOdegennaro x degennaro x
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